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9.12.2024

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Lo scaffale di Storia
31 Gennaio 2014

Lo scaffale di Storia

 

 

Come orientarsi in una bibliografia praticamente sterminata?
Ecco alcuni suggerimenti per costruire lo scaffale di storia nella vostra biblioteca.
Almeno fino alla Rivoluzione francese e alle insorgenze.

 

Lo spazio a disposizione mi ha convinto della necessità di alcune scelte. In primo luogo cito solo opere italiane o tradotte in italiano. In secondo luogo mi arresto alla Rivoluzione francese e alle insorgenze.
Prima di tutto: cos’è la storia come particolare tipo di conoscenza e come lavora lo storico? Una risposta in H. I. Marrou, La conoscenza storica, ed. Il Mulino. Dello stesso autore, Decadenza romana o tarda antichità?, Jaca Book, 1979: Per la diffusione del cristianesimo e la sua influenza sul mondo romano M. Sordi, I cristiani e l’impero romano, Jaca Book, 1984. Della stessa autrice è un agile voi umetto di introduzione alla storia antica, di 80 pagine: Storia greca e romana, Jaca Book, 1992.
Per approfondire diversi aspetti del mondo antico (la guerra, gli schiavi, la morte, la propaganda. . . ) si cerchino i diversi volumi collettivi curati dalla Sordi ed editi da Vita e Pensiero.
Per i processi di cristianizzazione P. Brown, Il sacro e l’autorità. La cristianizzazione del mondo romano antico, Donzelli, 1996. Dello stesso autore l’o” pera più vasta Il mondo tardo antico. Da Marco Aurelio a Maometto, Einaudi 1974. Fondamentale C. Dawson, Il cristianesimo e la formazione della civiltà occidentale, Rizzoli, 1997.
Come manuale di storia medievale, io adotto G. Vitolo, Medioevo, Sansoni, accompagnandolo con la lettura di un intelligente volumetto di G. Sergi, Un’idea di Medioevo, Donzelli, Roma. Più estesamente sulla leggenda nera del Medioevo R. pernoud, Il Medioevo. Un secolare pregiudizio, Bompiani. In generale i diversi volumi di questa autrice, tradotti presso Rizzoli, Rusconi, Volpe, sono al tempo stesso solidi e di agevole lettura.
Per il suo fascino classico ricordo anche G. Falco, La santa romana repubblica. Profilo storico del Medioevo, Ricciardi, 1986 (l’edizione originale è del 1941).
Utile è accostarsi direttamente alle fonti. Un antologia scolastica è quella di L Gatto, Il Medioevo nelle sue fonti, Monduzzi.
Un buono strumento è C. Frugoni – A. Barbero, Dizionario del Medioevo, Laterza, 1994.
Per la storia economica del Medioevo consiglio di cominciare da un classico, H. Pirenne, Maometto e Carlomagno, Laterza, con introduzione di O. Capitani. Ma mi permetto di rimandare anche, per una sintesi recente, a M. Tangheroni, Commercio e navigazione nel Medioevo, Laterza, 1996. Per il monachesimo L Moulin, La vita quotidiana secondo San Benedetto, Jaca Book, 1980 costituisce una ottima introduzione. F. Cardini, Francesco d’Assisi, Mondadori, è una buona biografia di un santo tante volte forzato, nei libri e nei film, verso il protopacifismo e il protoecologismo.
Per un quadro – ricco di illustrazioni – delle innovazioni tecnologiche medievali C. Frugoni, Gli occhiali sul naso, Laterza, 2001. Per l’arte (a parte la monumentale Enciclopedia del/’arte Medievale, ancora in completamento, edita dall’Istituto dell’Enciclopedia italiana) G. Duby, Storia artistica del Medioevo, Laterza, Roma-Bari 1995; J. Gimpel, I costruttori di cattedrali, Jaca Book 1982.
Un bell’esempio di storia della mentalità è P.Ariès, L’uomo e la morte dal Medioevo ad oggi, Laterza, 1980. Per la cavalleria, F. Cardini, Alle radici della cavalleria medievale, La Nuova Italia, 1981; G. Duby, Guglielmo il Maresciallo, Laterza. Per le crociate si può partire dalla Breve storia delle crociate di J. Riley Smith, Mondadori (Oscar).
Per awiarsi alla ricerca si può partire da P. Delogu, Introduzione allo studio della storia medievale, Il Mulino, Bologna 1994, proseguendo con i primi due volumi de La storia, a cura di M. Firpo e N. Tranfaglia, Utet, Torino. Gli otto volumi successivi sono utili, per lo stesso fine, per la storia moderna e contemporanea.
Sulla fine del Medioevo e la transizione al mondo moderno l’agile introduzione di J. Heers, Transizione al mondo moderno (1300-1520), Jaca Book, 1992 può essere affiancata da un classico come J. Huizinga, L’autunno del medioevo, Sansoni. Per la “planetarizzazione” del mondo: P. Chaunu, La conquista e l’esplorazione dei nuovi mondi (XVI secolo), Mursia, 1969 (non mi risulta tradotto in italiano il primo volume sulla fase medievale).
Sui cambiamenti di mentalità e cultura nei secoli XVII e XVIII: P. Hazard, La crisi della coscienza europea, Il Saggiatore 1983; B. Groethuysen, Origini dello spirito borghese in Francia, Einaudi 1949.
Per capire le società di antico regime fondamentale o. Brunner, Per una nuova storia costituzionale e sociale, Vita e Pensiero, 1970. Per una grande storia dimenticata, J. H. Elliott, La Spagna imperiale, 1496-1716, Il Mulino 1982.
Sull’inquisizione molti dati in B. Bennassar, Storia dell’inquisizione spagnola dal XV al XIX secolo, Rizzoli 1980.
Sulla rivoluzione francese il “revisionismo storico”, originariamente solo cattolico, come in J. Dumont, I falsi miti della rivoluzione francese, effedieffe, 1989 o P. Gaxotte, La rivoluzione francese, Rizzoli, ha ora illustri rappresentanti laici, come soprattutto F. Furet, Critica della rivoluzione francese, Laterza,1980. Utile e denso strumento F. Furet – M. Ozouf, Dizionario critico della rivoluzione francese, Bompiani, 1988.
Da non dimenticare gli orrori rivoluzionari descritti da R. Secher, Il genocidio vandeano, Effedieffe, 1989.
Per le insorgenze italiane l’opera di revisione e studio è awiata da poco. Un punto di riferimento è l’Istituto Storico dell’Insorgenza e per l’Identità Nazionale, di cui segnalo il sito internet: www.identitanazionale.it.
Un primo bilancio in Massimo Viglione, Le insorgenze popolari nell’Italia napoleonica, Ares, 2001.
Infine: per una rilettura cattolica di molti episodi e periodi storici, V. Messori, Pensare la storia. Una lettura cattolica dell’avventura umana, Paoline 1992; per una ricostruzione delle grandi linee del processo rivoluzionario, a livello di teologia e filosofia della storia, p. Correa de Oliveira, Rivoluzione e contro-rivoluzione, Cristianità, Piacenza 1977.

Storia contemporanea
di Oscar Sanguinetti

Nel campo della storia contemporanea i libri che andrebbero letti, anche solo per “farsi un’idea”, sono un’infinità. Ma se si desidera proporre un bouquet di letture, una selezione s’impone. I suoi criteri, nel caso concreto, non saranno solo quelli “scientifici”: peserà di più l’esperienza che ho potuto fare della reale efficacia di certe letture per capire e per amare – o, me lo si conceda, per odiare, se si tratta di fenomeni cattivi – determinate realtà. Tralascio i lavori che hanno per argomento la storia del continente europeo o dell’intero Occidente, sia perché i repentini mutamenti successivi al 1989 e quelli, più recenti, del dopo-11 settembre 2001, rischiano di rendere fatalmente datati lavori fino a ieri degni di menzione, sia per ragioni di spazio.
Mi limito all’Italia. Fra i più utili sussidi si colloca senz’altro la Storia d’Italia.
Cronologia 1815-1990 (Istituto Geografico De Agostini, Novara 1991), ricca di dati e di schede tematiche di approfondimento. Mentre, fra le letture propedeutiche, non va dimenticata la raccolta di saggi Introduzione allo studio della storia contemporanea, curato da Paolo Pombeni (2a ed., il Mulino, Bologna 1997).
Per una descrizione ampia e fra le meno partigiane del percorso di formazione dell’Italia contemporanea si può utilmente far ricorso alla Storia degl’Italiani. Dall’Italia del Mille all’Italia del Piave (Sansoni, Firenze 1964) di Niccolò Rodolico (1873-1969), che copre un arco di tempo che va dall’età dei Comuni alla Prima Guerra mondiale.
Segni di rinnovamento nel modo di accostare i problemi e di formulare i giudizi si trovano nell’ancor recente Storia d’Italia monografica curata da Giovanni Sabbatucci e Vittorio Vidotto (6 volI., Laterza, Bari-Roma 1994-1999), che ha come sfondo il periodo che va dalle repubbliche “giacobine” del 1796-1799 all’attuale Repubblica Italiana.
Stimolante è anche la lettura della Storia d’Italia dal Risorgimento ai nostri giorni di Sergio Romano (Longanesi & C., Milano 1998).
Sul nodo risorgimentale, come antitesi – e come antidoto – alla versione “ufficiale” di come l’ltalia è stata fatta – che conosce varianti a seconda dell”‘obbedienza” ideologica dell’autore, ma il cui substrato è sempre il medesimo -, è senz’altro opportuna la lettura di Patrick Keyes O’ Clery (1849-1913), la Rivoluzione italiana. Come fu fatta l’unità nazionale (Ares, Milano 2000), che, oltre che per l’ampia panoramica storica e per la nitida prosa, si segnala per la serenità con cui l’autore, appassionato legittimista ed ex zuavo del Papa-re, accoglie il successo storico della Rivoluzione in Italia. Per i cattolici, poi, per capire il senso della svolta risorgimentale – che non si limitò a unificare il Paese ma ne mutò in crescendo la cultura e il senso identitario -, è assai utile il breve saggio del cardo Giacomo Biffi, arcivescovo di Bologna, Risorgimento stato laico e identità nazionale (Piemme, Casale Monferrato 1999).
Sul periodo fascista, per capire la differenza fondamentale fra il movimento squadrista e il regime che ne seguì, è obbligatorio il riferimento ai numerosi e corposi volumi della biografia di Benito Mussolini (1885-1945) (10 voll., Einaudi, Torino 1965-1997), stesa da Renzo De Felice (1929-1996), un’opera che spicca per la qualità della documentazione e per assenza di schemi ideologici. Più accessibili sono senz’altro, sempre di De Felice, la fondamentale Intervista sul fascismo (a cura di M. A. Ledeen, Laterza, RomaBari 1975) – che ha inaugurato l’accostamento “revisionistico” al Ventennio, sollevando inevitabilmente un’ondata di durature pOlemiche – e l’ultimo saggio Rosso e nero (a cura di P. Chessa, Baldini & Castoldi, Milano 1995). Sugli aspetti totalitari del fascismo è importante anche l’ampia analisi di Alberto Aquarone (1930-1986) l’organizzazione dello Stato totalitario (2 voll., Einaudi, Torino 1978).
Dossier: Consigli per una biblioteca personale

TIMONE N. 20 – ANNO IV – Luglio/Agosto 2002 – pag. 34 – 35

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