L’uomo perfetto

Ci credono in molti, anche cattolici, Ima la reincarnazione è contraria alla fede cristiana e alla ragione dell’uomo.
Quali sono i motivi razionali per rifiutarla?

Gesù vero Dio, ma anche vero uomo”. E in Cristo, Redentore e Salvatore, che l’immagine divina, deformata nell’uomo dal primo peccato, è stata restaurata nella sua bellezza originale e nobilitata dalla grazia di Dio” (Catechismo della Chiesa Cattolica n.1701).
Ecco il senso del nostro soffermarci sulla figura di Gesù, parlando dell’uomo. La sua umanità rappresenta il modello e la norma per ogni uomo in ordine alla propria realizzazione. Di seguito cercheremo di coglierne dei tratti, guidati dagli spunti del cardinale Biffi, riguardanti l’esteriorità, la psicologia e l’originalità. ~ Gesù vestiva bene: la sua tunica era di stoffa pregiata e per questo non venne divisa (Gv 19,23). Il portamento era signorile e, al contempo, autorevole così da essere chiamato signore (Mt 8,6) o maestro anche dai suoi nemici (Mt 22, 16).
Nelle sue frequentazioni prediligeva gli umili e gli oppressi.
Ma numerosi sono gli episodi in cui si intrattiene con gente ricca dalla quale spesso è ospitato.
Arriviamo al lato fisico. Possiamo dire che era di certo un uomo forte, capace di sopportare lunghi spostamenti a piedi, giornate stressanti a contatto con la gente (“Tutti lo cercano”; “non avevano neanche il tempo di mangiare” in Mc 1,36; 3,20) e veglie notturne di preghiera. Quanto alla bellezza sono soprattutto lo sguardo, i suoi occhi – come annotano gli evangelisti – che suscitano un fascino straordinario; in special modo quando “guarda dentro” alle persone quasi . per arrivare al loro cuore (Mc 10,21).
Era un uomo – e qui entriamo nella sua psicologia – di rara chiarezza di idee, privo di dubbi, di una forte volontà operativa, attento osservatore della realtà quotidiana, a partire dalla quale prendeva le mosse per ammaestrare la gente. Non si faceva alcun problema nell’agire in modo libero di fronte ai parenti, alle autorità e agli amici.
Insomma, era un uomo svincolato dai giudizi altrui a tal punto che i suoi oppositori non possono fare a meno di dichiarare: “Maestro, sappiamo che sei veritiero e non ti curi di nessuno; infatti non guardi in faccia agli uomini, ma secondo verità insegni la verità di Dio” (Mc 13,14). C’è dell’altro. Gesù è dotato di una particolare sensibilità d’animo. Più volte si commuove, per la morte di Lazzaro addirittura “scoppiò in pianto” (Gv 11,35). E verso i bambini e le donne mostra sempre una singolare bontà. Sorge immediato – con riguardo alle donne – pensare all’adultera o alla peccatrice che bagna con le sue lacrime i piedi di Gesù.
Gesù, poi, conosce e osserva la legge da rispettarsi, non per se stessa, ma per conseguire la salvezza eterna. Quindi antepone alla mera osservanza della legge il rispetto del suo spirito.
Giungiamo all’ultimo punto che potremmo esprimere così: “Nessuno ha mai parlato come parla quest’uomo!” (Gv 7,46). Dal rifiuto della distinzione fra cibi mondi e non (Mc 7,14-23), dalla predilezione per la povertà, dalla condanna del divorzio, alla novità del celibato per vocazione (Mt 10,10-12), Gesù non finisce di stupire e di provocare. Da dove questa originalità e questa forza? “Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha manda e compiere le sue opere” (Gv 4,34). E l’uomo che c’entra? “Il Padre vi ama” (Gv 16,27) – dice Gesù – e nostro ideale è di essere “perfetti come è perfetto il Padre” (Mt 5,48), nell’amore. Infatti “da questi due comandamenti [l’amore a Dio e al prossimo] dipende tutta la legge e i profeti” (Mt 22,40).