Regia: Mel Gibson
Drammatico, USA 1993,
Disponibile in VHS e DVD
Scrivevo nel ’93: «Il film permette a Gibson di richiamare l’attenzione su temi e valori a lui cari: disciplina, patria, amicizia ma soprattutto famiglia». Queste parole erano riferite a “L’uomo senza volto”, prima prova da regista di Mel Gibson. A dieci anni di distanza e in prossimità dell’uscita del film sulla Passione, ho voluto riprendere questo titolo perché, forse, troppo velocemente era stato bollato come la semplice prova di un attore con velleità da regista. Infatti la seconda prova diretta da Gibson ha dimostrato che le qualità tecniche c’erano e anche sì notevoli.
Ne L’uomo senza volto si apprezza moltissimo il lavoro che è stato fatto a livello di sceneggiatura. Il film, pur avendo una trama piuttosto semplice, mette in risalto una serie di temi che lo stesso Gibson, anche nella vita privata, affronta volentieri. La storia, quindi, di un ragazzo con gravi problemi nello studio, dovuti anche a una situazione familiare disastrosa, diventa occasione per trattare quegli argomenti che troppo spesso nel cinema d’oggi vengono esposti in modo a dir poco fuorviante. Gibson non usa mezzi termini: lo sgretolarsi della famiglia è un danno morale e sociale. Punta il dito contro il ’68 che, con una pseudo-cultura, ha imposto tesi ancora oggi totalmente inaccettabili. Fa comprendere come l’autorità, che non deve essere confusa con l’autoritarismo, possa essere accettata e seguita. È senza ombra di dubbio un film che emozionerà e che farà versare più di una lacrima. Bello. Molto bello.
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