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12.12.2024

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Ma dov’è il Monte Fato?
31 Gennaio 2014

Ma dov’è il Monte Fato?

 

Se date un’occhiata alla mappa della Terra di Mezzo vi accorgete che Mordor si trova a Oriente.
Ora, Tolkien è autore troppo colto e avveduto per affidarsi alla sola fantasia. Non ha scritto le avventure di Peter Pan né quelle di Harry Potter, il suo non è il mondo di Oz e neanche (figuriamoci) il Paese di Alice. No, uno che correda di carte geografiche, genealogie, antefatti e dizionari, non lascia le cose al caso. Dunque, le terre dell’Oscuro Signore, dove l’Ombra Nera scende, stanno a Est perché è lì che devono stare.
J.R.R. Tolkien, cattolico per nascita e per convinzione, ha forgiato una grande opera cattolica di respiro e portata pari alla Divina Commedia (non esito ad affermarlo), la cui potenza ed epica travalicano, come tutte le opere realmente cristiane, le faziose piccinerie di ogni ideologismo.
Infatti, piace a tutti e tutti possono riconoscervisi.
Grande lezione per quei narratori cattolici che credono di fare romanzi cattolici solo perché parlano bene di Gesù ma non riescono mai a uscire dai soliti fastidiosi luoghi comuni della “pace” e del volemose bbene.
Tolkien, invece, fa un’opera profondamente religiosa senza mai accennare alla religione. Fa un’opera assolutamente cristiana col semplice espediente di datarla in un tempo fuori dal tempo.
Fa un’opera autenticamente morale dove di morale non si parla perché la si respira in ogni rigo.
Ma non sono qui per aggiungermi ai laudatori di Tolkien: non sono un critico letterario né un filologo. No, mi interessa solo la dislocazione geografia di Mordor. Che Tolkien ha messo a Oriente.
E Tolkien sa quel che fa. In effetti, se ci si fa caso, la minaccia per il cristianesimo e la sua civiltà è sempre venuta da Oriente. Rileggendo attentamente gli Atti degli Apostoli si nota che la religione del Nazareno viene spinta a Ovest da Dio in persona. Gli Apostoli, infatti (anche s. Paolo), si limitano a predicare nelle sinagoghe delle province romane d’Asia e Palestina, perché il Messia atteso dai Giudei è venuto e la cosa va annunciata ad Israele. Punto. Ma poi Paolo sogna un macedone che lo supplica di passare in Europa.
Pietro, dal canto suo, è forzato da una visione a battezzare un italico, il centurione Cornelio.
Cristo, infine, appare in cella a Paolo e gli ordina di andare a dargli testimonianza a Roma. E Pietro e Paolo, infatti, vanno a morire a Roma.
Le primissime persecuzioni sono scatenate dai Giudei, per i quali quella” nazarena” non è nient’altro che una loro eresia.
Il successivo grande attacco dall’Oriente viene dai Persiani, che impegnano per secoli i cristiani di Bisanzio e giungono a distruggere il Santo Sepolcro (risparmiano solo la basilica della Natività, nelle cui decorazioni hanno riconosciuto i Magi, abbigliati come loro). In contemporanea calano le invasioni barbariche, determinate dalla spinta degli Unni (da Oriente). Subito dopo spunta l’lslam, che incarnerà la Minaccia Orientale per mille anni.
Settant’anni è durato l’Impero Sovietico, “minaccia orientale” più recente fino all’attuale revival del fondamentalismo islamico. Dopo toccherà alla Cina? O a qualche altra cosa che deve ancora nascere? Non abbiamo né il Palantir né lo Specchio di Galadriel da interrogare, perciò non lo sappiamo.
Sappiamo solo che la “spinta verso Ovest” è stata determinata anche dalla pressione islamica, che ha costretto il cristianesimo a indirizzarsi verso le Americhe (ricordiamoci che Cristoforo Colombo aveva espressamente pattuito con i Re Cattolici una Crociata definitiva per liberare i Luoghi Santi: a questo dovevano servire l’oro e l’argento cavati dalla nuova “via per le Indie” che egli avrebbe aperto).
C’è un Disegno, a quanto pare, i cui contorni ci sfuggono ma caratterizzato da diverse significative costanti. Una di queste è quella descritta da Tolkien e più volte avveratasi nella storia: i popoli liberi della Terra di Mezzo si alleano per fronteggiare l’Ombra che sta calando da Mordoro. Certo, sono divisi da rivalità e diffidenze, così come i Nani (avidi) nei confronti degli Elfi (la “razza superiore”) e di questi nei confronti degli Uomini (superbi e ammaliati dal potere, responsabili fin lì di disastri). Ma l’amore per la libertà li supera tutti quanti e finisce, anche se malvolentieri, per unirli. Qualche purista obietterà che ho sorvolato anche troppo tranquillamente su un’infinità di dettagli, sia storici che tolkieniani. Magari troverà che il paragone tra l’Occidente cristiano e la Terra di Mezzo è forzato, visto che il primo è stato a lungo squassato dalle guerre e devastato dalle ideologie. Tuttavia, la storia dei Dunedain (Edain: plurale collettivo di Adan, uomo) e dei Numenoreani non è così lontana. Dice Tolkien che gli Orchi erano Elfi prima di venir sedotti da Sauron. E i Nazgul erano i Nove grandi Re degli Uomini. Quelli che troveranno da cavillare non sulla storia ma sulla geografia rammentino i Sudroni.
Sia come sia, alla fine, per risolvere i problemi prima che sia troppo tardi, quando la situazione è davvero disperata, i Grandi e Grossi devono affidarsi a un piccolo, pacifico Hobbit che cavi dal (o getti nel) fuoco (del Monte Fato) le castagne (l’Unico Anello) che loro non riescono a togliere (o portare, a causa della loro mancanza di umiltà).
Accadde così nel 1683, quando le armate turche assediavano Vienna (si faccia caso ai proclami di Osama Bin Laden, che velatamente evocano proprio questa data come inizio del declino della potenza islamica; la cosa è confermata da Bernard Lewis, il maggior islamologo vivente): chi salvò l’Europa fu un fraticello cappuccino che andava scalzo, il beato Marco d’Aviano.
ANTIDOTI
Contro i veleni della cultura contemporanea, oggi c’è un ottimo antidoto: il sito www.rinocammilleri.it .
Due fans di Cammilleri, tastiere del computer in pugno, lo hanno costretto ad assumersi le sue già note responsabilità di fustigatore dei luoghi comuni”.
Accanto ai contenuti del vecchio spazio Web a lui dedicato (biografia, bibliografia, mailing list ed anteprima degli appuntamenti in agenda), è nata una gustosissima rubrica intitolata “Antidoti”. Brevi e graffianti considerazioni, troppo spesso destinate a pochi amici o ad andare perse, vengono inoculate via Internet ai cattolici stanchi ed oppressi dal “politically correct”. Un vero toccasana. Che i lettori del Timone non si faranno certo scappare, se tengono alla loro salute mentale. Grazie ai due fans e grazie a Rino Cammilleri! (Alessandro Nicotra)

 



IL TIMONE N. 25 – ANNO V – Maggio/Giugno 2003 – pag. 52 – 53

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