Un bel libro ci offre la possibilità di rileggere l’insegnamento di Giovanni Paolo II sull’amore umano. Inscindibilità del significato unitivo e di quello riproduttivo nell’atto coniugale. Una risposta importante alla sfida della rivoluzione sessuale.
Che la Chiesa fosse rimasta l’unica a difendere principi come la purezza, la castità, non è un dubbio per nessuno. Meno evidente appare il fatto che la Chiesa sia rimasta l’unica istituzione a difendere (e valorizzare) il “piacere”, ossia quel particolare apprezzamento dell’atto sessuale predisposto dal Creatore nella natura umana.
Forse questo avviene perché la Chiesa è rimasta “normale”, impegnata a difendere l’uomo così come è in natura, e a rifiutare ogni atteggiamento ideologico che pretende di cambiare la realtà, invece di accettarla.
Mi riferisco a quanto avvenuto in occasione del referendum sulla procreazione medicalmente assistita, quando la Chiesa cattolica, aiutata da pochi “atei devoti”, ha ricordato che l’embrione è qualcuno e non qualcosa, che la vita va difesa dal concepimento alla morte naturale, ma che si devono difendere anche le modalità secondo natura attraverso cui la vita si può trasmettere.
Questa considerazione mi venne in mente qualche tempo fa leggendo il commento di un medico alla richiesta di procreazione assistita da parte di coppie che, secondo lui, non avevano alcun bisogno di aiuti esterni per mettere al mondo un figlio, ma semplicemente di desiderarlo seguendo i tempi della natura e aspettando con pazienza. Invece no, diceva il medico, vengono e vogliono il figlio programmato, senza atto coniugale che non hanno tempo di compiere.
Incredibile, ma descrive bene la società occidentale odierna. Una società che ha esasperato in modo malizioso il tema della sessualità portandolo ovunque per poi cominciare a rifiutarlo, almeno nella versione originaria prevista dal piano di Dio creatore. Il sesso ovunque, sempre e soltanto in maniera trasgressiva, tranne che nei modi, nei tempi e con i fini previsti dal Creatore.
Ma la Provvidenza accompagna la Chiesa nella sua storia terrena. Dopo che Giovanni Paolo II ebbe cominciato le catechesi sul corpo umano nel 1979 – che durarono oltre quattro anni –, nel 1984 riprese e commentò anche l’enciclica Humanae vitae nella quale Paolo VI, nel 1968, aveva rifiutato le lusinghe di un mondo che voleva la Chiesa schierata al suo fianco per promuovere la rivoluzione sessuale, una Chiesa che avrebbe dovuto accettare la separazione dell’atto coniugale dalla trasmissione della vita e quindi permettere alla donna l’assunzione di farmaci o l’uso di mezzi contraccettivi per non rimanere in stato di gravidanza. Il commento di Papa Wojtyla aveva fra i tanti scopi anche quello di far notare ai fedeli, ma anche agli studiosi di teologia morale, il legame fra il significato unitivo e quello riproduttivo presenti nell’atto coniugale. Così facendo papa Giovanni Paolo II non soltanto rispondeva, come prima di lui Paolo VI, alla rivoluzione sessuale che stava devastando una generazione di giovani e di famiglie, ma ricordava una verità importantissima, la bontà della creazione, di quel progetto divino originario che il peccato originale non aveva deteriorato completamente. Se la creazione è buona, bisogna rispettarla, combattere il peccato che l’ha ferita, ma non disprezzarla né disprezzare il corpo e il suo linguaggio, dove la sessualità occupa un posto molto importante.
Questa enciclica, secondo Yves Semen, l’autore di un libro fresco di stampa sulla sessualità nel magistero di Giovanni Paolo II, è stata la più contestata nella storia della Chiesa. Una contestazione soprattutto interna, dovuta al fatto che una commissione di esperti istituita dal beato Giovanni XXIII e ripresa da Paolo VI aveva nel dato 1967 un parere favorevole all’accettazione da parte della Chiesa della liceità dell’uso di contraccettivi artificiali. Ma il Papa ascoltò la minoranza di questa commissione, fedele all’insegnamento da sempre sostenuto dalla Chiesa. Faceva parte di questa minoranza l’allora cardinale di Cracovia Karol Wojtyla, che di fronte alla tempesta scatenata dall’enciclica proprio allora decise di dedicare tempo e riflessione a questo tema. Nacque così il volume Amore e responsabilità e nacquero quegli oltre quattro anni di catechesi insegnate nelle udienze del mercoledì dal 1979 al 1984.
Una riflessione importante non soltanto perché condannava l’uso della contraccezione, ma soprattutto perché dava fondamento a quanto insegnato nell’Humanae vitae elaborando una vera e propria “teologia del corpo”. Così, la frase contenuta nell’enciclica di Paolo VI che affiancava i due fini del matrimonio, quello unitivo a quello riproduttivo, troverà nelle catechesi di Giovanni Paolo II una importante spiegazione, centrata sul fatto che l’amore coniugale è cosa buona in sé e non soltanto perché finalizzato alla trasmissione della vita, ma in quanto bene proprio e immagine dell’amore che si comunicano le persone della SS. Trinità o che segna il rapporto fra Cristo e la Chiesa. Così la donna non rischia di essere utilizzata come mezzo o semplice strumento di trasmissione della vita.
I cattolici troveranno nel magistero di Giovanni Paolo II la risposta alla sfida della rivoluzione sessuale e potranno smettere di rispondere imbarazzati ogniqualvolta verrà loro chiesto di parlare di sesso. La Chiesa raccoglierà la sfida e coglierà l’occasione per far progredire la propria riflessione sul tema del matrimonio, sacramento e fondamento della società civile.
RICORDA
«La sessualità è di essenza divina: non è un residuo della nostra animalità. […] La sessualità non è qualcosa da inventare; è rivelata. È la comunione delle Persone divine a essere la sorgente e il modello della sessualità, non già il determinismo dell’istinto. […] Rialzino allora i cristiani la testa, e smettano di lasciarsi paralizzare da accuse che ormai sappiamo menzognere! Hanno un messaggio di luce sul corpo e sul sesso da portare al mondo, e il mondo, checché ne dica, ne ha sete».
(Y. Semen, La sessualità secondo Giovanni Paolo II, San Paolo, 2005, pp. 199-200).
BIBLIOGRAFIA
Paolo VI, Enciclica Humanae vitae, del 25 luglio 1968.
Yves Semen, La sessualità secondo Giovanni Paolo II, San Paolo, 2005, prefazione di mons. Dominique Rey, vescovo di Fréjus-Toulon.
Karol Wojtyla, Amore e responsabilità, Marietti 1820,1996.
Giovanni Paolo II, Uomo e donna lo creò. Catechesi sull’amore umano, Città Nuova – Libreria Editrice Vaticana, 2003.
IL TIMONE – N. 48 – ANNO VII – Dicembre 2005 – pag. 58 – 59