Il Rosario è la principale devozione mariana oggi in uso tra i cattolici. Ma fin dai tempi della Chiesa primitiva, i seguaci di Cristo praticavano il culto a Maria, che in seguito viene ad arricchirsi di nuove pie pratiche, contestate dai protestanti, ma in sintonia con quanto i veri cristiani hanno sempre creduto.
Già nel Vangelo di san Giovanni viene messo in risalto il ruolo di mediatrice tra Gesù e gli uomini, svolto da Maria. Ci riferiamo al primo miracolo di Gesù, compiuto a Cana di Galilea. Nell’occasione, è proprio l’intercessione di Maria che fa sì che Gesù trasformi l’acqua in vino. Dal Vangelo all’archeologia, le tracce del culto mariano sono numerose.
Consideriamo l’epitaffio di un tale di nome Vericundus nelle catacombe di Priscilla, a Roma, databile secondo la compianta studiosa Margherita Guarducci alla fine del II secolo. Ebbene, all’interno del nome si trova inserita una” M”, che sta ad indicare Maria, con lo scopo di augurare al defunto la sua protezione nell’al di là. Ciò dimostra come fin dall’antichità il nome di Maria fosse invocato a protezione delle anime dei defunti.
La più antica preghiera rivolta a Maria, Sub tuum praesidium, è stata trovata in un papiro egiziano, copto, databile, secondo diversi studiosi, al III secolo. Ecco il testo: “Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta” .
Del medesimo periodo troviamo, ancora nelle catacombe di Priscilla, a Roma, una rappresentazione dove si vede bene la figura di un vescovo che, nell’atto di imporre il sacro velo ad una vergine cristiana, le addita come modello Maria Santissima, dipinta col bambino Gesù in braccio.
Un’altra preziosa testimonianza la rintracciamo nel famoso “muro G”, in Vaticano. In quel luogo, dove sono state identificate dalla Guarducci le ossa di Pietro, vi è un graffito, del IV secolo, in cui il nome di Maria appare per intero.
Si ricordi, infine, che lo stesso concilio di Efeso dell’armo 431, nel quale Maria fu proclamata Madre di Dio, fu celebrato in un edificio a Lei dedicato, segno di una devozione mariana preesistente al concilio stesso. Ma possiamo dire di più.
Esistono bellissime preghiere rivolte a Maria da Atanasio, san Giovanni Crisostomo, sant’ Ambrogio, san Gerolamo e sant’Agostino.
Inoltre, è certo che prima del concilio di Efeso Maria fosse festeggiata anche liturgicamente a Betlemme, a Gerusalemme e a Nazareth.
Alla luce di questi riferimenti, possiamo concludere che ciò che i cattolici continuano a fare nel tempo e a credere ancora oggi riguardo a Maria, corrisponde a ciò che i cristiani, fin dai primi tempi, hanno sempre fatto e creduto. È quanto basta per confermarci nella verità cattolica riguardo al culto mariano.
E non c’è da stupirsi. In fondo, Maria lo aveva già detto chiaramente: “D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata” (Le 1,48).
Dossier: La preghiera del Rosario
IL TIMONE N. 25 – ANNO V – Maggio/Giugno 2003 – pag. 42