Affondano le radici nel Medioevo le Confraternite oggi note come “Misericordie”. Diffuse in tutto il mondo, ma con una massiccia presenza in Toscana, sono al servizio di chi soffre e dei bisogni sociali
Nel parlare della misericordia viene naturale richiamare quel fenomeno nato tra le prime comunità cristiane e che solo nel Medioevo assunse un’identità più definita. Ci riferiamo alle Confraternite di Devozione, di Penitenti, di Mestiere e di Beneficenza. Queste libere associazioni di laici, ispirate agli ideali evangelici, erano dedite a vari compiti spirituali e materiali verso i malati, i pellegrini, i carcerati, i defunti e i bisognosi in genere, superando le discriminazioni esistenti presso i pagani e il popolo ebraico.
Secondo la tradizione, la prima Misericordia fu fondata nel 1244 a Firenze, alla vigilia della festa dell’Assunzione, dal domenicano Pietro da Verona, martirizzato in seguito dagli eretici. A quel tempo, non pochi erano i rischi di eresia che potevano sorgere in queste realtà spontanee e prive, almeno all’inizio, di statuti. Così, già nel 1215 il IV Concilio Lateranense ebbe modo di occuparsi della questione, ma risale al 1321 la prima traccia documentale che le riguarda: l’atto di acquisto di una casa di proprietà di tal Aldinuccio Adimari.
Nel corso dei secoli, aumentando la loro importanza, le Misericordie alternarono momenti di maggior o minor autonomia rispetto al potere politico, che imponeva loro amministratori di sua nomina. Nel 1785 viene emanato il decreto di soppressione delle Confraternite, fatta salva quella di Firenze. Cinque anni dopo tornarono in attività. Da allora, il processo di unificazione, già presente per motivi devozionali, si sviluppò dando vita a Pistoia prima, nel 1899, alla Federazione di 40 Confraternite guidata dal conte Cesare Sardi, poi, nel 1947, alla Confederazione. Questo facilitò non poco la gestione dei rapporti col Governo centrale formatosi con l’Unità d’Italia e il rafforzamento e l’armonizzazione delle varie attività, ma soprattutto «l’opera di restaurazione cristiana » della società.
All’intensa attività di assistenza e di soccorso svolta durante il periodo bellico, seguì la creazione di una squadra federale di 15 unità con compiti di protezione civile, servizio che dal 1995 è coordinato dall’Ufficio gestione emergenze di massa e rappresenta in Europa il più grande fenomeno di volontariato del settore. Inoltre, se da un lato sotto il fascismo furono a rischio di estinzione, dall’altro encomiabile e prezioso fu il loro servizio nel corso del secondo conflitto mondiale, al prezzo di non poche vite umane e con grande dispendio di attrezzature sanitarie e ambulanze, molte delle quali requisite dalle truppe tedesche.
Già nel 1986 e poi nel 1992 Papa Woityla rivolse alle Confraternite parole di apprezzamento quale testimonianza della «presenza provvidente di Dio». In quell’anno si tenne a Firenze il primo convegno mondiale, con 200 delegati di oltre 40 Paesi. Nel mondo si contano 2000 realtà, di cui 500 in Portogallo e 300 in Brasile. Ma è evidentemente l’Italia che la fa da padrona, con una significativa presenza nel centro-sud. La Confederazione, sotto la guida di Roberto Trucchi, ne accoglie più di 800 – oltre 300 nella sola Toscana – con 800 mila iscritti (i cosiddetti confratelli) seguiti, per ogni Misericordia, da un sacerdote quale guida spirituale.
Tra i settori di intervento di maggior rilievo figura quello del trasporto sanitario, per l’entità del personale e dei mezzi impiegati, totalizzando, per citare il dato più importante, nella sola Toscana il 60% dei trasporti di emergenza con ambulanza.
Concludendo, consigliamo una visita al sito ufficiale (www.misericordie.it) per cogliere la ricchezza e la vastità di tutte le iniziative, non ultime quelle sociali e per le onoranze funebri.
Dossier: LA MISERICORDIA
IL TIMONE N. 129 – ANNO XVI – Gennaio 2014 – pag. 46
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