Crimine pedofilia
Provenivano in gran parte da orfanotrofi russi – non dimentichiamo che in Russia i bambini abbandonati sono almeno 2 milioni, lascito del passato regime comunista – le vittime degli abusi sessuali scoperti da una vasta inchiesta della polizia italiana a livello internazionale. Undici arresti, 1690 indagati, 600 perquisizioni, 600 milioni di dollari il giro d’affari rilevato e proveniente dalla vendita di immagini e video che documentano raccapriccianti violenze su bambini tra i 2 e 12 anni torturati fino alla morte. L’indagine ha fatto luce su un fenomeno inquietante e dalle dimensioni impressionanti. Ma se, esattamente quattro anni fa, in Belgio, la scoperta di una “rete” di pedofili portò 350mila persone in piazza, questa volta non ci è sembrato che la mobilitazione e lo sdegno siano stati adeguati alla gravita del fatto. Anzi, abbiamo visto un agitarsi di politici e giornalisti che ha gettato molto fumo sulla vicenda e che ha finito col mettere il crimine pedofilia in secondo piano. Perché di mostruoso crimine si tratta. Esso non può spiegarsi con un irrefrenabile impulso sessuale che afferra il pedofilo e gli fa commettere atti turpi. O, almeno, non solo. Qui è necessaria una gelida e determinata volontà a far del male, ad abusare della fiducia ingenua di un bambino, a violentare la sua innocenza. Quindi un crimine che, probabilmente, non riguarda solo qualche deviato sessuale isolato ma che tende a diffondersi nella società forse anche ai livelli più alti. E le recenti indagini, come quelle svolte in Belgio, sembrano dimostrarlo. “La pedofilia è anzitutto un fenomeno sociale” ha detto don Fortunato Di Noto, il sacerdote che più si è battuto per questa causa. Un crimine che va combattuto e denunciato anche e soprattutto da noi cattolici ricordando le parole di Gesù: “Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare”(Aft 18,6).
Famiglia in dissesto
Mercoledì 20 settembre l’United Nations Population Fund (UNFPA) ha pubblicato il rapporto sullo stato della popolazione mondiale. I dati sono preoccupanti. Secondo il rapporto, nel mondo, almeno una donna su tre subisce violenze, un terzo di tutte le gravidanze, circa 80 milioni, è indesiderato, 500.000 donne muoiono ogni anno a causa della gravidanza, 2 milioni di bambine tra i 5 e i 15anni vengono avviate al commercio sessuale. Critiche sono state fatte, da parte cattolica, alla relazione del Population Fund. Per Mary Ann Glendon, la studiosa che nel 1995 rappresentò la Santa Sede alla Conferenza di Pechino, gli studi dell’Orni non considerano due elementi fondamentali per capire i dati e i problemi elencati: il primo è il dissesto della famiglia, il secondo la discriminazione, specie nella carriera, nei confronti delle donne che hanno bambini. Secondo la Glendon “le donne di oggi sono più esposte alle violenze e allo sfruttamento sessuale, perché le protezioni offerte un tempo dalla famiglia sono scomparse”. Ancora più duro il Catholic Family& Human Rights Istitute che denuncia la natura ideologica del rapporto UNFPA laddove si mostra favorevole all’aborto.
Omosessuali
Martedì 12 settembre il parlamento olandese ha approvato un progetto di legge che attribuisce ai “matrimoni” tra omosessuali, che già da due anni in Olanda possono registrarsi in Comune, gli stessi diritti civili dei matrimoni eterosessuali. Le coppie omosessuali non solo potranno godere dei benefici governativi, ma avranno la possibilità di adottare bambini, per ora esclusivamente olandesi, figli del partner o anche di altri genitori, e di ottenere, eventualmente, il divorzio. In Olanda e nel resto dell’Europa la decisione, che mina nelle sue fondamenta l’istituzione familiare, non pare abbia destato grande scalpore. Qualche reazione si è avuta in Italia dove Luisa Santolini, presidente del Forum delle famiglie, ha affermato, secondo l’agenzia Zenit, che “educatori e psicologi sostengono l’importanza per i bambini di avere figure genitoriali diversificate sessualmente: una donna come madre, un uomo come padre. Eppure, in questa circostanza c’è la volontà di ignorare la legge naturale, i dati della scienza, l’esperienza e anche i documenti internazionali che sanciscono questi diritti per i bambini”. È della massima importanza che i cattolici continuino instancabili ad affermare con decisione la vera natura del matrimonio che Dio ha voluto come unione stabile e definitiva di un uomo e di una donna.
Islam
Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Fides, il Custode della Terrasanta in Gerusalemme, p. Giovanni Battistelli, ha criticato l’atteggiamento del governo israeliano di dare il via ai lavori per la costruzione della moschea proprio di fronte alla Basilica dell’Annunciazione. Il 4 settembre, infatti, sono iniziati i sondaggi del terreno e alcuni autocarri hanno scaricato materiale da costruzione nello spazio antistante la basilica. “Ogni giorno – dice p. Battistelli -vi sono gruppi che presidiano il luogo e, al momento della preghiera, la piazzetta si riempie di centinaia di giovani islamici”. La situazione rimane quindi molto tesa e preoccupa tutte le chiese cristiane della Terrasanta. La decisione di costruire la moschea è stata ripetutamente criticata dalle autorità islamiche in Israele e nel mondo arabo. Anche Yasser Arafat si è detto contrario.
Aborto
Dopo la recente approvazione da parte della Food and Drug Administration americana della RU-486, anche in Italia il Ministero della Sanità ha autorizzato la vendita in farmacia del Norlevo, più noto come la “pillola del giorno dopo”, definita, da una nota ministeriale, non abortiva in quanto “consiste nell’impedire l’impianto dell’ovulo fecondato”. In realtà, la pillola del giorno dopo non è un contraccettivo d’emergenza ma un vero e proprio aborto chimico precocissimo, in quanto agisce direttamente sull’ovulo già fecondato e quindi embrione di pochissimi giorni, impedendogli appunto l’annidamento nell’utero. Ciò che differenzia il Norlevo dalla RU-486 è che, come ha spiegato all’agenzia Sir il dottor Salvino Leone del Centro di bioetica dell’Università di Palermo, il primo “va preso entro 72 ore dal rapporto a rischio, mentre la RU-486 si usa dopo la prima mestruazione saltata e sostituisce l’aborto terapeutico”. In entrambi i casi, va detto con chiarezza che si tratta di pillole per abortire, cioè per eliminare una vita umana agli albori della sua esistenza, quindi inaccettabili per un cristiano e per ciascun uomo di buona volontà. Da condannare in ogni caso.
Gedda
Quando le tenebre avanzano e gli apostoli dormono è Lui che dobbiamo pregare”. Con questa frase Luigi Gedda, morto il 26 settembre scorso, soleva riferirsi a Gesù nell’orto dei Getsemani, figura di riferimento sua e di ogni cristiano nel momento della solitudine e della paura. Medico e genetista di fama internazionale, Presidente centrale della Gioventù italiana di Azione Cattolica, Presidente degli Uomini di Azione Cattolica, e quindi Presidente Generale di tutta l’Associazione, Gedda viene soprattutto ricordato per aver fondato i Comitati Civici. Grazie ad essi, egli fu artefice della grande mobilitazione dei cattolici che portò alla sconfitta del Fronte Popolare social – comunista nelle elezioni del 18 aprile 1948. Questo successo, però, non gli fu sufficientemente riconosciuto dal suo partito, la Democrazia Cristiana. Anzi, i Comitati Civici verranno addirittura e paradossalmente demonizzati, perfino da certi ambienti “cattolici” per il loro impegno anticomunista e con essi il loro leader e fondatore.
Ma la realizzazione che più rimarrà a testimoniare la fecondità spirituale della vita di Luigi Gedda è la Società Operaia, un’associazione laicale fondata a Roma nel 1942 e tuttora operante, allo scopo di “raccogliere quanti ‘laici come laici’ volevano consacrare la vita a diffondere nel mondo presente il messaggio di Gesù”, seguendo una spiritualità incentrata nel
Mistero dell’agonia di Cristo nel Getsemani.
Turismo
L’Osservatore permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione Mondiale del Turismo Mons. Piero Monni – intervenendo al seminario internazionale Millenium Week In The Holy Land a Tei Aviv – ha sottolineato l’importanza dell’adozione di un Codice Etico Mondiale per il Turismo nelle normative dei vari paesi per indicare regole comportamentali valide per i turisti, per i paesi ospitanti e per gli operatori del settore. Mons. Monni, dopo aver ricordato quella particolare forma di turismo che è il pellegrinaggio, definito dalla Chiesa “un cammino personale o collettivo verso un luogo sacro che mira all’incontro con il divino”, ha affermato -come riporta l’agenzia di stampa Zenit – che il turismo è “un’occasione unica di sviluppo per paesi con economie povere ma può anche diventare una nuova forma di colonizzazione” che impone con arroganza il modello occidentale, sacrificando le diversità culturali e esportando edonismo, consumismo o altri disvalori della società industriale verso il Sud del mondo.
IL TIMONE – N.10 – ANNO II – Novembre/Dicembre 2000 pag. 8 – 9