Finalmente santa?
L’Agenzia Catolica de Informaciones (ACI, 3/4/02) riferisce che l’arcivescovo di Granada Mons. Antonio Canizares, in una recente intervista, ha espresso l’opinione che venga riaperto il processo di beatificazione di Isabella la Cattolica (1451-1504) regina di Spagna. La causa di beatificazione era stata avviata dalla Santa Sede all’inizio degli anni 70, per poi bloccarsi nel 1991. “Questo è il momento giusto” ha detto l’arcivescovo ricordando che in vista del 500°centenario della morte di Isabella si terranno convegni in diverse città spagnole, patrocinati dalla Conferenza Episcopale Spagnola. Per delineare la figura di Isabella di Castiglia, ci affidiamo alle parole che il Postulatore Generale della sua causa di beatificazione, p. Anastasio Gutiérrez Poza, rilasciò qualche anno fa alla rivista Cristianità (n.204-1992): “Un’autentica contemplativa nell’azione che ha saputo coniugare la pratica delle virtù cristiane con il difficile esercizio dell’azione di governo (…). Inoltre è modello di virtù per le famiglie, come figlia, sorella, sposa fedele, madre sollecita e premurosa di cinque figli (…). Ma il suo principale insegnamento sta nella sollecitudine per l’impegno missionario, che anima tutte le sue grandi imprese e che induce a proporla come modello della prima e seconda evangelizzazione del mondo in genere e dell’Europa in specie”. Europa non dimenticartene!
Nemici travestiti da cattolici
Ha tutta l’aria di essere un duro attacco nei confronti della Santa Sede la decisione dell’Economie and Social Council delle Nazioni Unite (ESC) di pubblicare un documento anti-cattolico attraverso il gruppo abortista autodefinitosi Catholics for a Free Choice (CFFC = “Cattolici per una libera scelta”, per esempio in materia di aborto), organizzazione non governativa legata da rapporti di tipo consultivo con l’ESC. La dichiarazione, che ha avuto l’approvazione del Segretario Generale dell’Onu Kofi Annan, con palesi menzogne, falsifica totalmente i fondamenti della dottrina cattolica. Essa incita i cattolici a disubbidire alla Chiesa in quanto, si legge nel documento: “la proibizione della Santa Sede su aborto, contraccezione e uso dei preservativi non è materia soggetta a infallibilità papale”. La pubblicazione, che inoltre ritiene i vescovi responsabili della diffusione dell’ Aids, riprende sostanzialmente i I temi che hanno caratterizzato la campagna pubblicitaria pro-preservativo lanciata ad inizio anno dal gruppo abartista CFFC in vista della Giornata Mondiale della Gioventù di Toronto.
L’iniziativa prevede anche la distribuzione di preservativi ai giovani là convenuti, ma ha trovato la decisa opposizione del Presidente della Conferenza Episcopale canadese Berthelet, che in una lettera inviata al direttore . della Giornata Mondiale della Gioventù 2002 Thomas Rosica afferma che il CFFC “sta usurpando il nome della Chiesa; esso, davvero, non può essere ritenuto cattolico”. Da qui la contro-reazione del CFFC (e delle Nazioni Unite) con il documento ricordato.
Salute
Il 5 aprile a New York si sono conclusi i lavori della United Nations Commission on Population and Development (CPD), riunita per discutere i problemi dei diritti e della salute riproduttiva con speciale riferimento all’HIV/AIDS.
Secondo quanto riferisce l’Agenzia Catolica de Informaciones (ACI), nei giorni precedenti l’inizio delle sessioni della Commissione era stato pubblicato il documento dei Catholics for a Free Choice (vedi News precedente) che esorta la CPD a “fornire dati sull’effetto che il non dare informazioni e impedire la distribuzione di preservativi può avere sul diffondersi della malattia” (aids).
A questo proposito, chiare e confortanti sono risultate le parole del delegato americano Sichan Siv che, a differenza dei suoi predecessori dell’Amministrazione Clinton, ha precisato come “l’astinenza e il rimandare l’inizio dell’attività sessuale svolgano un ruolo importante nel promuovere la salute tra i giovani, compresa la prevenzione dell’Aids”.
Il delegato americano ha chiesto all’Onu che l’aborto non venga promosso nel mondo e ha sottolineato che gli Stati Uniti sono contrari all’uso del termine “servizi di salute riproduttiva” (così in voga nei documenti dell’Onu), considerato ambiguo in quanto potrebbe sottintendere la volontà di diffondere e legalizzare l’aborto.
Demografia
Il Population Division of the Department of Economie and Social Affairs delle Nazioni Unite rivede (al ribasso) le sue stime del tasso di crescita della popolazione mondiale.
È quanto emerso dalla riunione di esperti demografi che si è tenuta a New York dall’ 11 al 14 marzo, chiamati a discutere sulla diminuzione dei tassi di fertilità delle donne a livello mondiale anche dei Paesi in via di sviluppo. Se per il 2050 l’ONU aveva stimato un livello della popolazione globale superiore ai 9 miliardi, ora si prevede, per la stessa epoca, una correzione di almeno mezzo miliardo in meno.
Un dato rimarchevole considerato il generale allarmismo di questi ultimi anni su una presunta esplosione demografica che viene, quindi, ancora una volta smentita.
Qualche preoccupazione desta l’Italia. Se non ci sarà una inversione di. tendenza, gli italiani, visto il bassissimo tasso di natalità (1,2 figli per donna), nel 2050 saranno diminuiti almeno di 7-8 forse 10 milioni di unità, con gravi danni per il Paese (crollo dei sistemi previdenziali e assistenziali, forte diminuzione del gettito fiscale, continue recessioni nei mercati mobiliari e immobiliari e calo generalizzato della domanda di beni).
Urgono, quindi, valide politiche di sostegno familiare, e soprattutto di difesa e affermazione della vita.
Pericolo droga
Ecstasy in Europa, eroina in America, crack in Africa, oppio in Asia: questa a grandi linee la mappa dei consumi di droghe nel mondo tracciata dall’lnternational Narcotics Control Board’s (INCB) delle Nazioni Unite.
Significative le parole del Presidente deIl’INCB, Hamid Ghodse, che ha presentato il rapporto 2001 a Vienna alla fine di febbraio: “Non abbiamo nessun dato credibile che ci indichi che leggi permissive sulla droga riducano l’uso delle droghe. AI contrario, la progressiva liberalizzazione delle droghe in alcuni Paesi negli ultimi vent’anni si è accompagnata a un progressivo aumento dell’uso delle droghe”(Zenit, 9 marzo). Il rapporto sembra mettere in guardia quei Paesi (come la Gran Bretagna, ad esempio), che sono sul punto di attuare leggi permissive sui danni che il consumo “anche solo” di droghe leggere può avere sui giovani e sulla società.
Un recente studio commissionato in Inghilterra ha provato come l’uso di marijuana alteri le funzioni mentali della concentrazione e della memoria. Anche gli effetti dell’assunzione di ecstasy sono letali, soprattutto a livello di neuroni: disturbi nell’affettività, forme depressive, danni agli organi interni. “La droga non si vince con la droga”, aveva detto il Papa in un discorso ai fedeli brasiliani nel gennaio 2001; “la droga è, spesso, una fuga da se stessi e dalla realtà.
La droga è spesso frutto del vuoto interiore, rinuncia e perdita di orientamento che conduce, a volte, alla disperazione”.
USA: aborto incostituzionale?
Antonin Scalia, giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti, massimo organo del sistema giudiziario americano, ha affermato che non esiste, in America, diritto costituzionale di abortire. Secondo quanto riferisce il Buffato News (14/03/02), Scalia ha detto che: “Le mie decisioni sui casi di aborto non hanno niente a che vedere con la mia visione a favore della vita, hanno a che fare con il testo della Costituzione. E non c’è nulla, nulla nella Costituzione che garantisca il diritto di abortire”. Un pronunciamento chiaro, quello di Scalia.
Un primo passo verso il riconoscimento del!’ aborto per quello che è? Cioè un grave abuso che provoca la morte del bimbo concepito e non un diritto fondamentale.
Onde radio vaticane
Il 20 febbraio il Tribunale di Roma ha giudicato Radio Vaticana non perseguibile, “per difetto di giurisdizione”, rispetto all’accusa, lanciata in maniera sospetta durante la campagna elettorale dello scorso anno da alcune forze politiche, di aver provocato la leucemia ad alcuni bambini residenti nella zona dell’emittente attraverso la diffusione di onde radio. Ma non solo. L’agenzia Green Watch News (GWN, 14/03/02) informa che anche le due commissioni scientifiche, incaricate da due differenti governi di svolgere un’indagine accurata sulla questione, hanno accertato che non c’è nessuna relazione tra le antenne e lE malattie. In particolare la commissione nominate il 10 aprile 2001 dall’oncologo professor Umberto Veronesi, allora Ministro della Sanità, ha stabilito che “I dati esaminati non dimostrano una relazione tra emissioni radio del Centro di Radio Vaticana di S.Maria di Galeria e incidenza e mor talità per leucemie infantili.
La mortalità e l’incidenza di malattie infantil della zona circondante per 10 chilometri la radio non sono diverse da quelle del Comune di Roma”.
Un sospiro di sollievo, si spera, per tutti.
IL TIMONE N. 19 – ANNO IV – Maggio/Giugno 2002 – pag. 8 – 9