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12.12.2024

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News dall’Italia e dal mondo
31 Gennaio 2014

News dall’Italia e dal mondo

 

 

 

“La Passione di Cristo” scuote i “ladroni”

Sono già tre le conversioni di criminali dopo la “Passione di Cristo”. L’ultimo è un ex neonazista norvegese che ha confessato alle autorità di Oslo di aver partecipato a due attentati dinamitardi contro la sede di un gruppo di sinistra nel 1994 e nel 1995. Il 41enne Johnny Olsen, che aveva già scontato dodici anni di carcere per omicidio, si è presentato alla polizia e ha detto che il film di Mel Gibson lo ha spinto ad ammettere la propria responsabilità. Arrestato immediatamente, Olsen ha rivelato anche di possedere un arsenale, ma rischia soltanto una condanna lieve in considerazione dell’autoaccusa. Prima di entrare nell’aula del tribunale dove si svolgeva un’udienza sul suo caso, ha dichiarato ai giornalisti presenti: «Gesù Cristo vive!», e allo stesso tempo ha preso pubblicamente le distanze dal suo passato e dal neonazismo. Prima di questo caso, la pellicola sulle ultime ore del Signore aveva suggerito di “vuotare il sacco” ad almeno altre due persone. Un ragazzo texano di 21 anni, dopo aver visto il film, ha confessato di aver assassinato la propria fidanzata. In seguito, un uomo in Arizona ha ammesso di aver compiuto diversi furti dopo aver accompagnato la madre al cinema ad assistere alla proiezione.

130 sacerdoti clandestini in Terrasanta
Sono tempi duri per 130 sacerdoti cattolici e numerose suore, a cui il ministero dell’Interno israeliano ha negato il rinnovo del permesso di residenza. Padre David Jaeger, portavoce della Custodia Francescana in Terrasanta, essendo un ebreo convertito e un cittadino israeliano, lo ha potuto dichiarare senza timore al quotidiano Haaretz, aggiungendo che molti religiosi sono stati incarcerati negli ultimi mesi dalla polizia di immigrazione. Si tratta della prima volta dal 1948, cioè dalla fondazione dello Stato di Israele, che membri del clero sono privati del permesso di residenza. P. Jaeger fa risalire l’origine dei guai all’ex ministro degli Interni Eli Ishai, del partito ultraortodosso Shas. Durante il suo incarico, due anni fa, erano iniziate le prime avvisaglie di difficoltà, dovute al timore che si stesse indebolendo il carattere ebraico dello Stato. Attualmente, il ministero dell’Interno è retto da Abraham Poraz, del partito liberale di centro Shinui, inviso agli ortodossi. Eppure nulla è cambiato, se non in peggio. Poraz ha negato che i religiosi siano detenuti per mancanza del permesso di residenza, ma ha assicurato il proprio interessamento presso la polizia perché siano liberati, senza peraltro anticipare una soluzione legale della vicenda.

La scuola dell’odio

Su un unico punto il governo israeliano e i terroristi islamici vanno d’accordo: il Vangelo va tenuto fuori dalle frontiere. Sui testi scolastici stampati e diffusi dall’Autorità Nazionale Palestinese si parla dei missionari cristiani come di un pericolo. Cultura islamica, volume distribuito agli studenti di prima liceo nel 2003, a pagina 252, recita: «I missionari sono una delle istituzioni occidentali utilizzate per l’invasione intellettuale del mondo islamico. Hanno cercato di far uscire i musulmani dall’Islam indebolendo la fede nei loro cuori e facendo loro accettare lo stile di vita occidentale. Invitano chiaramente ad adottare la fede in Gesù, ma in realtà cercano di facilitare l’invasione intellettuale dei Paesi islamici da parte dell’Occidente.
Le organizzazioni missionarie nel mondo islamico hanno cercato di indebolire la fede nei cuori dei musulmani, diffondendo idee secolarizzate con le quali rimpiazzare l’ideologia islamica e preparare il terreno per l’occupazione dei Paesi islamici e rafforzarvi l’imperialismo». Basta aggiungere che per scatenare il jihad il Corano pone, come prima condizione, l’invasione di un territorio islamico da parte degli “infedeli”. Da qui a “sgozzare” preti e suore, il passo è breve.

La pillola che uccide anche la madre

Il Consiglio Nazionale svedese della Salute e del Benessere ha pubblicato un rapporto in cui certifica la morte di una ragazza a Uddevalla per essersi sottoposta a un aborto chimico con il farmaco RU-486. Secondo la ricostruzione delle autorità, una settimana dopo la prima visita dal ginecologo, la donna – gravida di sette settimane –, ritorna all’ospedale per ricevere tre pillole da 200 mg. di Mifegyne, che vengono seguite a distanza di 48 ore da altre due pillole da 0,2 mg. di Cytotec (Misoprostol). «Ha ricevuto i farmaci alle 8 e 25 del mattino. In seguito si è sentita molto stanca, indisposta e si è addormentata. Il sanguinamento è iniziato nel pomeriggio e alle 15 la paziente ha ricevuto medicamenti contro il dolore. Alle 16.30 ha potuto far ritorno a casa dopo che era uscita una gran quantità di sangue». «Doveva tornare in ospedale un mese dopo per un controllo», si legge sul rapporto.
Due giorni più tardi un’infermiera prova a comunicare con la ragazza per telefono ma non ottiene risposta. Passano altri sei giorni e la donna viene trovata morta in casa. Il rapporto conclude che il decesso è dovuto al dissanguamento provocato dall’aborto chimico: «Una giovane donna è morta come conseguenza diretta del trattamento».
Il farmaco RU-486 ha causato diverse morti negli Stati Uniti dopo la sua legalizzazione avvenuta nel 2000, particolarmente tra ragazze diciottenni. Inoltre la Danco Laboratories – l’azienda di New York che produce e distribuisce la pillola – ha riportato oltre 400 casi di complicazioni a partire dall’approvazione ufficiale.

Chiesa Cattolica: l’Annuario Pontificio 2004


L’Annuario Pontificio 2004, presentato al Santo Padre il 3 febbraio scorso dal Cardinale Segretario di Stato Angelo Sodano, riporta le principali informazioni statistiche relative all’attività pastorale della Chiesa Cattolica nei diversi paesi del mondo. Durante il 2003 il Papa ha creato 30 nuovi Cardinali, sono state create 19 nuove Sedi Vescovili, 1 Esarcato Apostolico, 1 Ordinariato Militare, 1 Prefettura Apostolica; sono state elevate 4 Sedi Metropolitane, 2 Sedi Vescovili, e nominati 175 nuovi Vescovi. Su una popolazione mondiale di 6.212 milioni, i cattolici battezzati sono 1.071 milioni pari al 17,2%, così distribuiti per continente: 50% in America, 26,1% in Europa, 12,8% in Africa, 10,3% in Asia e 0,8% in Oceania. Rispetto alla popolazione presente, l’incidenza percentuale dei cattolici è: 62,4 in America, 40,5 in Europa, 26,8 in Oceania, 16,5 in Africa e 3,0 in Asia. Le persone impegnate nell’attività pastorale della Chiesa Cattolica in tutto il mondo sono 4.217.572, così distribuite: 4.695 Vescovi, 405.058 sacerdoti (dei quali 267.334 diocesani), 30.097 diaconi permanenti, 54.828 religiosi professi non sacerdoti, 782.932 religiose professe (delle quali 51.371 sono monache professe di vita contemplativa), 28.766 membri di istituti secolari, 143.745 missionari laici e 2.767.451 catechisti. Rispetto alla situazione del 2001, il numero dei sacerdoti nel complesso è rimasto fondamentalmente stabile (405.067 nel 2001). Tuttavia quando si analizzino partitamene i dati dei sacerdoti diocesani e dei sacerdoti religiosi ci si avvede che a fronte di un aumento dei primi (da 266.448 nel 2001 a 267.334 nel 2002), i religiosi subiscono un declino numerico (da 138.619 a 137.724). Risultano in aumento, nel periodo considerato, i diaconi permanenti (3,1%) e i missionari laici (3,4%). Il numero dei seminaristi maggiori è di 112.982, contro i 112.244 nel 2001 con un aumento dello 0,7%. Il quadro dei flussi dei candidati al sacerdozio appare particolarmente soddisfacente nella Chiesa africana (con un aumento del 5,8%) e americana (+ 1,4%), mentre in Europa ed in Asia la situazione complessiva appare in leggero declino.
(Corrispondenza Romana 847/06 del 06/03/04).

In Spagna pericolo aborto
Profam, la piattaforma di associazioni più importante di Madrid e che rappresenta 300mila famiglie, ha denunciato gli attentati contro la vita e la famiglia presenti negli annunci fatti dal Partito Socialista spagnolo dopo aver vinto le elezioni legislative di marzo.
Il Psoe intende infatti approvare una legge che consenta l’aborto fino al terzo mese di gravidanza. Il segretario del partito e primo ministro José Luis Rodríguez Zapatero ritiene che sia giunta l’ora di una «visione laica» secondo la quale «nessuno impone le proprie convinzioni». Parlando al Comitato centrale del Psoe, Zapatero ha affermato che occorre «rispetto radicale delle opzioni sessuali di ogni individuo». Tra gli obiettivi del governo socialista resi noti da vari esponenti del partito subito dopo la vittoria elettorale, vi sono la non obbligatorietà dell’insegnamento religioso nelle scuole, il matrimonio tra omosessuali, l’ampliamento della legge sull’aborto e la riforma del divieto di clonazione a fini terapeutici. Con riferimento alla strage compiuta da al-Qaida a Madrid l’11 marzo, Profam ricorda che una società che converte un delitto in un diritto e assassina i figli nel ventre delle madri è condannata alla decadenza.
Se non ci ammazzano i terroristi islamici, ci pensano i socialisti.

 

 

IL TIMONE – N. 33 – ANNO VI – Maggio 2004 – pag. 6 – 7
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