Proposte indecenti
Sventato l’ennesimo tentativo di legalizzare l’omosessualità a livello mondiale. Il Brasile, firmatario di una proposta di risoluzione dell’Onu che dichiara «l’orientamento o la preferenza sessuale» come un diritto umano da rispettare internazionalmente, alla fine di marzo ha deciso di fare marcia indietro dopo l’opposizione della Santa Sede, della Conferenza Islamica e degli Stati Uniti. Nello stesso Brasile, tuttavia, si erano levate voci contrarie. Il deputato Neucimar Ferriera Fraga, con una proposta di legge presentata al Parlamento, intende creare un servizio di assistenza al riorientamento sessuale per sostenere coloro che desiderano abbandonare l’omosessualità.
Nel progetto, entrano anche azioni più ampie di informazione sociale perché, come spiega lo stesso parlamentare nella relazione introduttiva, occorre che: «l’omosessualità non appaia come una scelta senza ritorno, ragione per cui all’autorità pubblica e alla società in generale spetta il compito di assistere la persona che alterando la propria scelta sessuale desideri ritornare all’eterosessualità». Intanto in Svizzera, ma ora anche in Italia, sembrano giungere i primi importanti segnali di arretramento della presunta “cultura gay”. Living Waters Svizzera, sezione Ticino, in collaborazione con il CESAD, Centro Studi Achille Dedè, di Milano, organizzano, tra i mesi di maggio e ottobre, un corso per aiutare persone che lottano con vari problemi e ferite a livello dell’identità emotiva, relazionale e sessuale e che desiderano trovare una nuova completezza e riconciliazione con Dio e con se stessi.
Il programma seguirà un manuale di 6 lezioni che tratteranno 8 temi. Durante le serate si avrà l’opportunità di approfondire il tema, aprirsi personalmente e rivolgersi a Dio per ottenere aiuto e guarigione. In particolare: per abbandonare lo stile di vita gay; per trovare le cause dell’attrazione omoerotica; per guarire dalle ferite del pas¬sato; per elaborare le relazioni famigliari e le relazioni con persone dello stesso sesso e del sesso opposto. Gli interessati possono rivolgersi a: Claudio Agosta,
claudioagosta@ticino.com; Stefaan Zemp,
doristef@freesurf.ch; Recapito postale: LW Ticino, C.P. 2, 6644 Orselina, Svizzera. A Milano: CESAD,
cesad.dede@tiscali.it.; Padre Ferdinando Colombo,
colombo.ag@libero.it; Dr. Chiara Atzori,
c.atzori@hsacco.it
Il Tabernacolo come bersaglio
Quando non riescono a conquistare il territorio con le armi della politica e della diplomazia, i militanti islamici passano alle armi da fuoco, come è accaduto il giorno di Pasqua in Indonesia. Un gruppo di fedeli cristiani del Sulawesi centrale, che stavano celebrando la Risurrezione del Signore nella chiesa del Tabernacolo nel villaggio di Kilo, sono stati attaccati con sventagliate di mitra da tre uomini mascherati che, prima di fuggire, hanno causato sette feriti. Secondo la polizia locale si tratta di “agitatori armati”. In realtà, tutti i sospetti puntano verso la Jemaah Islamiah, filiale di al Qa’ida che si sta ricompattando dopo le indagini giudiziarie e gli arresti che l’hanno colpita dopo la strage di Bali dell’ottobre 2002. Da qualche mese, l’attività terroristica è ripresa soprattutto nei confronti dei cristiani, che contano almeno dieci vittime dall’ottobre 2003. Secondo un rapporto di International Crisis Group, sarebbe nata anche un’altra formazione di ispirazione islamica, Mujahidin Kompak, con lo scopo di reclutare terroristi e provocare scontri armati.
L’aborto triplica il rischio di morte
Uno studio della rivista americana di ostetricia e ginecologia (AJOG) sui rapporti tra mortalità e gravidanza indica che il rischio di morire durante un aborto è maggiore di 2,95 volte che durante il parto. E non si tratta di aborti “clandestini”, ma di “interruzioni di gravidanza” avvenute in strutture sanitarie particolarmente all’avanguardia, come quelle della Finlandia dove, tra il 1987 e il 2000, è stata svolta un’indagine che ha riguardato donne di età compresa tra i 15 e i 49 anni, i cui dati sono stati incrociati con i registri anagrafici e di aborto. L’indice di mortalità annuale tra le donne che hanno abortito nell’anno precedente è di 83,1 su 100.000, superiore del 46% rispetto alle donne che non hanno avuto una gravidanza (57 morti su 100mila), mentre per le donne che hanno partorito il dato è significativamente inferiore: 28,2/100.000. Dunque la gravidanza è salutare, secondo l’autore dello studio, Mika Gissler, del Centro Nazionale di Investigazione e Sviluppo della Finlandia per il Benessere e la Salute.
L’identità dell’Europa incomprensibile senza il Cristianesimo
Il primo maggio 10 nuovi Paesi sono entrati nell’Unione Europea. Il due di maggio il Santo Padre ha ribadito che l’Unione non può essere solo economica, e nel sottolineare che la storia dell’Europa è essenzialmente cristiana, ha lanciato un appello ai credenti di Oriente e Occidente per rafforzare l’unità e l’identità cristiana di questa Europa. Parlando ai fedeli che gremivano piazza San Pietro, il Pontefice, prima di recitare il Regina Caeli, ha affermato che «l’anima dell’Europa resta unita, perché fa riferimento a comuni valori umani e cristiani». «La storia della formazione delle Nazioni europee – ha continuato il Papa – cammina di pari passo con l’evangelizzazione. Pertanto, nonostante le crisi spirituali che hanno segnato la vita del Continente sino ai nostri giorni, la sua identità sarebbe incomprensibile senza il Cristianesimo». Il Santo Padre ha precisato che: «Solo un’Europa che non rimuova, ma riscopra le proprie radici cristiane potrà essere all’altezza delle grandi sfide del terzo millennio: la pace, il dialogo tra le culture e le religioni, la salvaguardia del creato». A questo proposito il Vescovo di Roma ha lanciato un appello affinché «tutti i credenti in Cristo dell’Occidente e dell’Oriente europeo» si impegnino in «questa importante impresa».
Giovanni Paolo Il ha concluso affidando il presente e il futuro del Continente «alla Madonna, Madre della speranza, e ai Santi e alle Sante che veneriamo come Patroni d’Europa» (Zenit 104050207 del 02/05/04).
Se S. Giacomo non ci aiuta, le chiese diventano moschee
Sotto tiro da parte del terrorismo di matrice islamica, la Spagna filosocialista decide di fare a meno dell’intercessione di Santiago Matamoros, che assistette per sette secoli la “reconquista” del Paese da parte dei cristiani. Così la statua di san Giacomo (un santo guerriero raffigurato a cavallo mentre ondeggia la spada, sovrastando saraceni in turbante e perciò chiamato “Matamoros”) all’interno della cattedrale di Santiago di Compostela, scolpita da José Gambino nel XVIII secolo, sarà spostata nel Museo della Cattedrale e sostituita dall’immagine di san Giacomo Pellegrino. Secondo il portavoce del Capitolo, José Fernandez Lago, la decisione è stata presa «alcuni mesi fa» e «non è legata agli attentati dell’Il marzo». L’intenzione dichiarata è di accogliere i pellegrini di qualsiasi etnia, senza offendere nessuno. Nel frattempo, senza troppe preoccupazioni, Mansur Escudero, segretario generale del Consiglio islamico spagnolo, ha annunciato di aver presentato al Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso la richiesta di definire la cattedrale cattolica di Cordoba come la prima chiesa al mondo dove cristiani e musulmani possono pregare insieme. L’edificio è una ex moschea dell’VIII secolo, consacrata come chiesa cattolica dopo la conquista della città da parte di san Ferdinando III, nel 1236. Ma le autorità comunali di Cordoba – in mano ai socialisti e alla Izquierda Unita – sostengono l’iniziativa e hanno preparato una mozione di sostegno alla richiesta fatta dai musulmani al vescovo della città, Juan Jose Asenjo Pelegrino. A rispondere ufficialmente, è stato il presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso mons. Michael Fitzgerald che, intervistato da Asia News, consiglia ai musulmani di Cordoba di «accettare la storia» senza volersi «prendere delle rivincite», allo stesso modo in cui i cattolici non rivendicano edifici passati sotto l’islam. Parlando con la stessa agenzia, il gesuita Samir Khalil Samir, sostiene che «l’idea di reconquista è presente in molti musulmani spagnoli», riaffermata anche «alcuni mesi fa dall’imam di Granada, alla posa della prima pietra della nuova moschea della città e in presenza del re di Spagna!»).
Fallita la campagna inglese sul “sesso sicuro”
La campagna sul “sesso sicuro”, organizzata negli anni passati dal governo britannico per assicurare ai ragazzi una sessualità libera ma diminuendo il rischio della trasmissione di malattie veneree, si è rivelata un sostanziai e fallimento.
Secondo uno studio svolto dall’Universitàdi Nottingham, la campagna di “educazione sessuale” nelle scuole e nei luoghi di aggregazione giovanile, basata sulla informazione sui modi per evitare i rischi e sulla concreta diffusione gratuita dei contraccettivi e della “pillola del giorno dopo”, non ha spinto i ragazzi a prendere le dovute precauzioni, ma anzi li ha solo incoraggiati ad avere rapporti sessuali più facili e più precoci; per cui la trasmissione delle malattie veneree si è aggravata. La strategia del Governo è quindi stata giudicata non solo inefficace ma, anzi, controproducente (Corrispondenza romana 854/06 del 01/05/04).
IL TIMONE – N. 34 – ANNO VI – Giugno 2004 – pag. 6 – 7