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14.12.2024

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News dall’Italia e dal mondo
31 Gennaio 2014

News dall’Italia e dal mondo

 

 

 

 

Dopo la persecuzione, la consacrazione

Per Timoteos Aytaç, l’ingresso nella Chiesa cattolica non è stato affatto una formalità burocratica. Quando da musulmano ha abbracciato la fede cristiana, le autorità del suo Paese, la Turchia, non hanno gradito. «Poco prima del mio battesimo», racconta al quotidiano spagnolo La Razon, «la polizia si è presentata in chiesa chiedendo di me. La suora che li ha accolti ha spiegato loro che non c’era il vescovo e perciò non ci sarebbe stato alcun battesimo fino alla settimana seguente». Avvertiti dalla suora, i sacerdoti e il catecumeno non perdono tempo e quando la polizia ritorna sette giorni dopo, ormai è troppo tardi: «Ero già battezzato…», spiega Timoteos, che non per questo ha avuto vita facile, tanto che si è trasferito in Spagna, dove è entrato in seminario. Ora vuole tornare in Turchia per servire la Chiesa come sacerdote. Ma stava quasi per servirla da martire: «Una volta, in una chiesa, mi hanno dato un colpo con una mazza da baseball per essermi convertito al cristianesimo», ricorda, «fortunatamente non mi hanno centrato la testa, perché avrebbe potuto essermi fatale». Dunque, nemmeno in chiesa un “apostatà’ dell’islam è completamente al sicuro. Per non parlare della famiglia: «I miei genitori non hanno accettato la mia conversione, specialmente mio padre. Mi hanno cacciato di casa. Ma ora sembra che comprendano di più e va un po’ meglio con loro». Ma il timore di perdere gli affetti e perfino la vita per la fede non ha prevalso. A vincerlo è stata la consapevolezza che «appartengo a Cristo, non importa se sono vivo o morto».

Cuba: nei lager decine di prigionieri

Sei dei 75 prigionieri politici incarcerati dal regime comunista cubano sono stati liberati, dopo un anno di detenzione, nel mese di aprile, per motivi di salute. Altri quattro sono stati rilasciati successivamente. Ma è troppo poco, perché tra quelli rimasti nelle prigioni alcuni scontano una condanna a 28 anni per aver svolto attività di opposizione. Lo dice persino l’Unione europea, in una dichiarazione ufficiale emessa a luglio che parla di un «gesto positivo da parte delle autorità» ma ancora insufficiente. L’obiettivo, secondo un comunicato della Commissione di Bruxelles diffuso a L’Avana, «è la liberazione immediata di tutti i prigionieri politici». Queste le condizioni per «riprendere un dialogo che permetta di favorire il conseguimento di risultati concreti negli ambiti politico, economico, dei diritti umani e della cooperazione». Hanno aderito alla dichiarazione anche Paesi extracomunitari come la Norvegia e il Liechtenstein, così come gli aspiranti membri dell’Ue, Bulgaria, Romania, Croazia, Albania, la Repubblica ex Jugoslava di Macedonia, Serbia e Montenegro.

Armiam la mano col rosario

Tra i vari modi che gli americani hanno escogitato per sostenere le proprie truppe in missione all’estero, il migliore è stato pensato da un gruppo di cattolici: confezionare rosari con le corde verdi dei paracadute e i grani di plastica neri o blu, che si possono mimetizzare. Poi li consegnano ai soldati tramite i loro cappellani militari. Tutto inizia nel 1981 nelle famiglie di Frank “Bo” Ristaino, della parrocchia di Santa Maria ad Annapolis, presso Washington, e di un sergente della Guardia Nazionale del Maryland. L’iniziativa detta dei “Ranger Rosaries” si è via via estesa a tutti gli Stati Uniti, fino a coinvolgere i militari fedeli di altre confessioni cristiane, che chiedono spontaneamente di partecipare. Un esempio di ecumenismo più solido non c’è, perché fondato sulla devozione alla Santa Vergine. Non è vietato seguire l’esempio dei nostri fratelli statunitensi. Sul sito Internet www.rangerrosary.com si trovano tutte le istruzioni per dare vita a un gruppo di preghiera e di lavoro. I nostri soldati sono anch’essi ai quattro angoli del mondo e hanno bisogno delle preghiere e dell’appoggio di tutti.

“The Passion” in DVD

Martedì 31 agosto è stato il primo giorno in cui il film “la Passione di Cristo” è stato distribuito in formato DVD. Ebbene, a metà giornata erano già 2,4 milioni le copie di DVD vendute. Sebbene del DVD siano state prodotte 15 milioni di copie, molte grandi catene di vendita hanno già fatto nuove ordinazioni. Innumerevoli gli acquisti superiori alle 50 copie da parte di Congregazioni religiose e gruppi di fedeli. Secondo quanto riportato da “Avvenire” (2 settembre 2004), la casa di distribuzione Fox ha dichiarato che “Se il successo del film è stato senza precedenti allo stesso modo lo diventerà quello del DVD”. Il record di vendite in DVD appartiene al cartone animato “Alla ricerca di Nemo” con 22 milioni di copie (ZENIT, 2/9/04).


L’indecenza non paga più?

Dopo che una ragazzina statunitense aveva protestato con una catena di grandi magazzini per l’impossibilità di scegliere vestiti decenti, anche Ambercrombie & Fitch sembra incamminata verso una pubblicità meno scandalosa. Sembrerebbe così a guardare il nuovo catalogo della casa di abbigliamento americana, nota ai più per modelle e modelli sempre poco vestiti e in pose provocatorie. «Abbiamo intrapreso una nuova strada – ha detto al quotidiano Metro New York il portavoce dell’azienda di abbigliamento, Tom Lennox – in fondo ci rivolgiamo ai giovani e credia-mo pertanto che questa nuova campagna meglio rappresenti il nostro marchio». I passati cataloghi promozionali avevano infatti sollevato obiezioni da più parti: partendo dai gruppi religiosi che avevano gridato allo scandalo, sino ad arrivare alle femministe che si erano dichiarate offese.
Young, nome col quale è stata ribattezzata la pubblicazione, include fotografie in bianco e nero: tutte con modelle rigorosamente molto coperte, se si pensa che indossano abiti estivi. Il nome della casa produttrice Ambercrombie & Fitch compare solo sul retro della copertina insieme al riferimento al loro sito web. Come i cataloghi precedenti è in vendita – solo ai maggiorenni – nelle edicole americane, nei punti vendita monomarca e su Internet.

Islam alla prova della democrazia

A sentire i gruppi di musulmani organizzati negli Stati Uniti, la comunità islamica è tutta pronta a votare per il candidato democratico alla Casa Bianca John Kerry. Secondo i calcoli del Council on American- Islamic Relations (Cair) il 54 per cento degli elettori sceglierebbe Kerry, mentre il 26 per cento è a favore dell’ outsider Ralph Nader. Infine un 14 per cento circa alla fine di giugno non aveva ancora deciso che fare. Il 55 per cento del campione di 1.161 partecipanti, nel 2000, aveva optato per l’attuale Presidente George W. Bush contro Al Gore. Ma i metodi del Cair sono piut-tosto sospetti. Le domande poste durante le indagini telefoniche compiute dall’ associazione sono spesso orientate. L’ultima “petizione” svolta dopo la decapitazione di Nick Berg in maggio era intesa a condannare gli atti di violenza e di terrorismo compiuti nel nome dell’islam. Tranne quelli rivolti contro israeliani, russi e indiani. Avrebbero firmato 650mila persone, ma il numero è tutto da provare. Come i risultati dei loro sondaggi. E infatti secondo l’indagine di un gruppo di università statunitensi patrocinata dalla Religious Research Association, a novembre la maggioranza (62%) dei musulmani americani che frequenta le moschee tradizionali – tranne i “musulmani neri” – voterà per Bush. Tutto diverso in Arabia Saudita, dove solo l’anno scorso il responsabile dei programmi scolastici Saleh al Fawazan, difendendo la schiavitù, affermava che le elezioni sono «antiislamiche».

Francia: autorizzato l’uso della pillola abortiva


Cedendo alle pressioni delle organizzazioni abortiste, il ministro francese della Sanità, Philippe Douste-Blazy, il 23 luglio 2004 ha autorizzato l’uso privato del farmaco abortivo in pillole RU 486 con l’unica condizione che la gravidanza non abbia superato le 5 settimane. Questa pillola abortiva, oggi acquistabile in farmacia dietro semplice presentazione di un certificato medico e di una ricetta, permette alla donna di abortire in casa propria, senza ricorrere alle strutture ospedaliere. Essa permette anche di aggirare i limiti alla pratica abortiva, a suo tempo ipocritamente stabiliti dalla legge con la scusa di arginarne la piaga e regolamentarne le modalità. L’autorizzazione ministeriale apre la strada alla pratica dell’aborto “autogestito” a domicilio, senza far sapere nulla e senza renderne conto a nessuno. 119 luglio, il ministro della Salute Gerolamo Sirchia ha emanato una circolare che, in via sperimentale, autorizza un ospedale – il Sant’Anna di Torino – a distribuire la citata pillola abortiva RU 486 alle madri entro la settima settimana di gravidanza. L’ospedale torinese aveva richiesto questa autorizzazione fin dal novembre 2000, per legalizzare l’iniziativa del ginecologo Silvio Viale, che già la diffondeva fra le sue pazienti. La RU 486 ha sollevato molte polemiche, sia perché facilita la banalizzazione e la sdrammatizzazione dell’aborto, sia perché è stata accusata di provocare danni alla donna per la presenza di sostanze tossiche.
(Corrispondenza Romana, del 10/07/04) .

 

 

 

 

 

IL TIMONE – N. 36 – ANNO VI – Settembre/Ottobre 2004 – pag. 6 – 7

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