Hamas strizza l’occhio ai cristiani
Nel consiglio comunale di Betlemme siedono otto cristiani, cinque membri di Hamas (in arabo significa “fervore”, ma la sigla sta per Movimento di Resistenza Islamico), quattro di Fatah (il partito fondato da Yasser Arafat), tre del Fronte di Liberazione della Palestina (filosocialista), due consiglieri indipendenti e uno del Jihad Islamico. La coalizione che governa la città, formata da musulmani fondamentalisti, ha espresso però un sindaco, Victor Batarseh, 70 anni, che il 23 maggio, dopo aver assunto l’incarico ha subito dichiarato: «Sono cattolico. Vado in chiesa» e, riferendosi ai suoi colleghi di maggioranza, ha aggiunto: «Loro pregano in moschea tutti i venerdì. Ma questo non ha nulla a che fare con Betlemme. Sono sicuro che serviremo questa città, come musulmani e cristiani». Gli uffici del primo cittadino del luogo dove nacque Gesù sono proprio in Piazza della Mangiatoia, davanti alla Basilica della Natività, in passato al centro di furiose polemiche per l’intenzione dei musulmani di costruirvi una moschea. Batarseh, invece, ha altri programmi. Vuole dare impulso al turismo religioso con alcuni progetti urbanistici e costruire una biblioteca pubblica. Dopo un boom durante il Giubileo del 2000, gli ultimi anni hanno visto diminuire drasticamente i pellegrini in Terrasanta a causa del clima di insicurezza creato dal terrorismo islamico e si è assistito a un massiccio esodo di cristiani che vivevano essenzialmente di turismo religioso. Nel novembre 2004, i rappresentanti di tutte le confessioni cristiane avevano lanciato un appello alla “gente di fede” affinché riprendessero i viaggi verso la Palestina.
Il cordone salvavita
La Chiesa non è contraria alla ricerca scientifica. Per dimostrarlo, l’arcivescovo di Baltimora, il cardinale William Keeler, sponsorizza il nuovo disegno di legge del repubblicano Chris Smith, del New Jersey, che consente la sperimentazione con cellule staminali adulte.
La proposta, presentata il 24 maggio, mira a creare una banca del cordone ombelicale sul territorio degli Stati Uniti, stanziando inoltre fondi per dare impulso all’utilizzazione terapeutica delle staminali. In alcuni casi, citati dal New England Journal of Medicine, nelle edizioni del 6 maggio 2004 e del 19 maggio 2005, sono stati registrati già alcuni incoraggianti risultati nella cura della sindrome di Hurler e del morbo infantile di Krabbe. Perciò, visto che «si focalizza su un’area di sperimentazione e di trattamento delle cellule staminali moralmente ineccepibile e sommamente promettente in termini di benefici clinici», mons. Keeler invita i deputati a sostenere l’iniziativa legislativa. Finanziando la sperimentazione lecita, ovviamente, si sottrarrebbe denaro pubblico ai progetti di distruzione degli embrioni, salvando vite umane.
L’evoluzione si arresta in Olanda
Si incrina il “dogma” progressista dell’evoluzione umana. Il primo giugno, in un’intervista al quotidiano De Volkskrant, il ministro dell’Educazione olandese Maria van de Hoeven si è espressa a favore della riapertura del dibattito, nelle scuole e nelle università, sull’origine del mondo: «Preferiamo che i giovani conoscano i diversi punti di vista. Questo è chiaro nei nostri standard educativi. Apprendere quanto le diverse correnti propongono è parte dello sviluppo verso l’età adulta», ha dichiarato il ministro, prendendo in considerazione anche l’ipotesi di un «disegno intelligente nella creazione dell’universo», visto che la teoria dell’evoluzione «sta abbassando la testa» e, come membro del governo, la signora van der Hoeven ritiene di «non poter chiudere gli occhi di fronte a questo fatto».
Anche Westminster rifiuta il Codice da Vinci
Troppi errori storici e teologici nel Codice da Vinci. Perciò l’abbazia di Westminster, centro mondiale della confessione anglicana, non sarà il set del film tratto dal romanzo di Dan Brown. I responsabili della sede dell’episcopato protestante inglese hanno diffuso un comunicato in cui indicano tutte le imprecisioni e i falsi contenuti nell’opera letteraria e negano l’utilizzo delle strutture architettoniche per la sua versione cinematografica allo scopo di porre fine alle menzogne. Inoltre, all’interno della chiesa, sarà distribuito un opuscolo informativo per consentire alle guide turistiche di correggere le false informazioni fornite dal romanzo. Per esempio, all’interno dell’abbazia non ci sono i metal detector di cui parla Dan Brown, né sono mai avvenuti gli avvenimenti narrati, come la presunta orazione funebre di Alexander Pope alle esequie di Isaac Newton, né tanto meno si possono ricavare le immagini delle persone sepolte all’interno della chiesa sfregando le loro tombe. Tutte frottole a cui però molti visitatori provenienti soprattutto dagli Stati Uniti sembrano credere e che si aggiungono a «una visione del cristianesimo e del Nuovo Testamento» che induce l’abbazia a dichiarare che «nonostante la sua popolarità, Il Codice da Vinci è teologicamente scorretto». In alternativa, con la somma di centomila sterline, tuttavia, la produzione del film – che sarà interpretato da Tom Hanks – sembra essersi assicurata il permesso di “girare” alla cattedrale Lincoln di Londra.
I protestanti obbediscono a Fidel Castro
«Attualmente non si può parlare di libertà religiosa a Cuba. La libertà che esiste di professare alcuni culti religiosi dista molto da un’autentica libertà religiosa», spiega Jorge Ramón Castillo in un articolo su Cubanet. Anche se si può credere il contrario a causa della «manipolazione esercitata dal regime con la sua sofisticata, a volte sottile, macchina propagandistica per confonderla con la libertà di culto». In realtà, prosegue l’esperto di storia cubana, «la mancanza di libertà religiosa è iniziata dal principio della rivoluzione nel 1959. La Chiesa cattolica fu l’istituzione religiosa più colpita dall’orda rivoluzionaria legata al potere». Come non ricordare che «un numero considerevole di sacerdoti e religiosi furono detenuti e poi espulsi dal Paese» e «tutti i centri di beneficenza e le scuole cattoliche chiusi», mentre «affiorava il carattere anticlericale del nuovo governo rivoluzionario che, in un certo
modo, si assimilava all’atteggiamento delle altre rivoluzioni verso la Chiesa cattolica e la religione»? Il danno prodotto, secondo Castillo, non potrà essere riparato, anche se «a partire dagli anni 1990, dopo il collasso comunista in Europa dell’Est, il regime ha dovuto applicare alcuni rimedi sociali, politici ed economici che diversamente non avrebbe mai concesso». Quanto alla Chiesa cattolica, «ha dovuto attendere la visita di Papa Giovanni Paolo II per ottenere certi spazi che non potranno mai essere paragonati con quelli perduti prima della rivoluzione». Nel frattempo, «le denominazioni separate dal cattolicesimo hanno iniziato a ottenere spazio da quando le loro élite si sono allineate al regime. Oggi, pastori protestanti occupano seggi nell’Assemblea Nazionale.
Il loro appoggio incondizionato al sistema socialista è venuto alla luce quando presero posizione nella vicenda del bambino Elián González».
TIMONE – N. 45 – ANNO VII – Luglio-Agosto 2005 – pag. 6-7