Le opinioni personali del card. Martini
La Chiesa non cambierà linea in materia di preservativo e di prevenzione dell’Aids, anzi «non arretrerà di un millimetro» su quanto ha già affermato sul tema.
La replica inequivocabile al cardinale arcivescovo emerito di Milano Carlo Maria Martini, che aveva ipotizzato una prudente apertura della Chiesa su questioni come l’uso del preservativo in caso di rischio di contagio derivato dall’ Aids, arriva dal cardinale Alfonso Lopez Trujillo, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, in un’intervista alla radio colombiana Radio Cadena Nacional: la Chiesa, ha spiegato il porporato, «mantiene senza alcuna modifica la dottrina relativa al preservativo» mentre le parole del cardinale Martini «sono solo opinioni personali che non riflettono la dottrina». L’unica raccomandazione della Chiesa cattolica di fronte all’Aids è la fedeltà e la castità, come unici mezzi non solo moralmente accettabili, ma anche efficaci dal punto di vista medico. Nel suo intervento sull’ Espresso (n. 16/2006) il cardinale Martini aveva spiegato che «certamente l’uso del profilattico può costituire in certe situazioni un male minore. C’è poi la situazione particolare di sposi uno dei quali è affetto da Aids. Costui è obbligato a proteggere l’altro partner e questi pure deve potersi proteggere». In merito a quanto possa affermare la Chiesa in materia Martini osservava: «La questione è piuttosto se convenga che siano le autorità religiose a propagandare un tale mezzo di difesa, quasi ritenendo che gli altri mezzi moralmente sostenibili, compresa l’astinenza, vengano messi in secondo piano, mentre si rischia di promuovere un atteggiamento irresponsabile. Altro è dunque il principio del male minore, applicabile in tutti i casi previsti dalla dottrina etica, altro è il soggetto cui tocca esprimere tali cose pubblicamente». Poi aveva concluso: «Credo che la prudenza e la considerazione delle diverse situazioni locali permetterà a ciascuno di contribuire efficacemente alla lotta contro l’Aids senza con questo favorire i comportamenti non responsabili».
La Spagna cattolica sta per scomparire
Un effetto antropologico, lo zapaterismo lo ha ottenuto.
L’uomo si avvicina alla bestia. Per la prima volta nella storia, la maggioranza dei giovani spagnoli si sono dichiarati non cattolici, secondo un sondaggio diffuso dalla Fundacion Santa Maria all’inizio del mese di aprile.
Molti di loro, riporta il quotidiano madrileno El Pais, hanno espresso sfiducia nei confronti della Chiesa e una crescente mancanza di fede in Dio. Ciò significa, secondo i curatori dell’indagine demoscopica, che nello spazio di una generazione la Spagna non sarà più una nazione cattolica, perché i figli della generazione attuale non saranno cresciuti come credenti. Il campione preso in esame considerava i cittadini spagnoli tra i 15 e i 24 anni che, nel 2005, si sono detti cattolici – praticanti e non – soltanto per il 49%.
Nel 1996, invece, la percentuale di coloro che si erano detti cattolici toccava il 77%. Dieci anni dopo, l’istituzione Chiesa ottiene minor fiducia rispetto alle imprese multinazionali e alla stessa Alleanza Atlantica, la Nato. Per i sociologi che hanno condotto la ricerca, il risultato si dovrebbe in parte al mancato adattamento della Chiesa ai tempi moderni, tanto che uno degli autori del rapporto, Juan Gonzalez Anleo, cita l’atteggiamento “impopolare” su argomenti come la legalizzazione dei matrimoni gay o dell’aborto come motivi che avrebbero alienato le simpatie dei giovani. Un ottavo degli intervistati ritiene che le istituzioni ecclesiastiche siano eccessivamente ricche, ma il43 per cento continua a desiderare un matrimonio religioso con rito cattolico, praticamente il doppio di quanti preferiscono una cerimonia soltanto civile.
“Sentendo il polso” del proprio elettorato, il governo socialista ha così deciso di garantire per legge alle scimmie come scimpanzè, orangutan, gorilla e bonobo, i loro “diritti fondamentali”.
L’iniziativa accoglie le istanze del Progetto internazionale Grande Scimmia, definita dal suo presidente spagnolo, Joaquin Araujo, «un’idea radicale ma semplice: includere gli antropoidi non umani in una comunità di eguali, concedendo loro la protezione morale e legale di cui godono attualmente solo gli esseri umani». La Chiesa ha invitato a non scadere nel ridicolo e a non dare ai primati – animali – ciò che viene negato agli embrioni e ai bambini con il preteso “diritto” all’aborto.
L’Algeria blocca le conversioni…
Il 21 marzo il Senato algerino ha adottato una legge contro il proselitismo religioso che prevede la prigione da due a cinque anni e multe fino a 10mila euro per chiunque tenti di convertire un musulmano a un’altra religione. Il testo proibisce l’esercizio di un culto che non sia musulmano «al di fuori degli edifici previsti a tale scopo, il cui uso deve essere autorizzato». Un portavoce del ministero degli affari religiosi ha comunque tranquillizzato i destinatari della legge: «Tutti quelli che vogliono praticare la loro religione in Algeria sono i benvenuti purché lo facciano in un quadro legale e organizzato». Stranamente però non sono previste pene per chi abbandona una religione diversa dall’islam per farsi musulmano.
…e l’Egitto finge tolleranza
Per impedire l’apostasia basta la legge coranica, che prevede la pena di morte per chi abbandona l’islam. E, anche davanti alle leggi civili, prevale sempre la norma religiosa, come in Egitto, dove le conversioni al cristianesimo rimangono clandestine nonostante un recente accordo che permette l’attività missionaria di «tutte le religioni monoteiste», scrive l’agenzia spagnola Efe.
Quando il padre della ventenne Mary Tanagho ha osato distribuire un volantino rivolto ai fedeli musulmani, la polizia ha fatto irruzione nella clinica dove l’uomo lavorava e lo ha condotto in carcere. La ragazza, che vive negli Stati Uniti, ha denunciato le pressioni esercitate contro suo padre affinché abbandonasse ogni attività religiosa e le minacce di morte che lo hanno costretto a lasciare l’Egitto. Commentando l’accaduto, il portavoce della Chiesa cattolica in Egitto, Rafiq Gresh, ha dichiarato alla Efe che se un musulmano si converte al cristianesimo e non vuole
renderlo pubblico, alla sua morte sarà sepolto in un cimitero musulmano, perché i documenti di identità indicano l’appartenenza religiosa dei cittadini.
Giovanni Paolo II cura il morbo di Parkinson
Padre Slawomir Oder, postulatore della causa di beatificazione del Servo di Dio Giovanni Paolo II, ha rivelato i dettagli di un miracolo compiuto dal Pontefice scomparso a favore di una religiosa francescana. La suora, ha spiegato il sacerdote parlando con l’agenzia Associated Press, soffriva di morbo di Parkinson prematuro che le impediva di svolgere il proprio lavoro perché le mani le tremavano in modo eccessivo. Esattamente due mesi dopo la morte del Papa, il 2 giugno 2005, la superiora e la altre consorelle della religiosa avevano iniziato a pregare chiedendo l’intercessione del Pontefice e «da un momento all’altro, la suora non ha più mostrato sintomi di infermità (le mani hanno smesso di tremarle). Secondo i criteri della scienza umana, il medico non ha potuto fornire una spiegazione di quel che era accaduto», racconta p. Oder, che ha visitato la religiosa che abita in Francia e l’ha trovata «in perfetto stato di salute, senza alcun segno della malattia di cui aveva sofferto». Oltre al caso francese, ci sono indagini in corso anche per due altri casi, uno in America del Sud e uno in Europa: «Non sappiamo se questo processo avrà un esito, e dobbiamo procedere anche con altri casi. Ci sono altri segni», conclude il postulatore.
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IL TIMONE – N. 54 – ANNO VIII – Giugno 2006 – pag. 10 – 11