La Cina comunista ruba anche in chiesa
Roma (AsiaNews) – In Cina, contro la religione non c’è solo la persecuzione ideologica dell’ateismo.
Ve n’è anche una economica: molte proprietà della Chiesa cattolica subiscono confische, vendite e abusi da parte dell’Ufficio affari religiosi e dell’Associazione Patriottica. Sotto il manto del controllo comunista, i dirigenti locali intascano i proventi per affari che coinvolgono beni del valore di 130 miliardi di yuan (circa 13 miliardi di euro).
La Chiesa riceve solo qualche briciola, ma vorrebbe rientrare in possesso dei suoi beni, da utilizzare per la sua missione a favore dei poveri della Cina.
Il governo ha già varato leggi per il ritorno delle proprietà confiscate, ma i dirigenti locali fanno orecchio da mercante e utilizzano metodi mafiosi e violenti per colpire chi osa chiedere giustizia.
Tutti ricordano le 16 suore francescane di Xian, bastonate a sangue da 40 “teppisti”, per difendere una scuola di loro proprietà che il governo locale aveva venduto a un imprenditore edilizio. Stesso destino è accaduto a sacerdoti e laici di Taiyuan che difendevano una proprietà della loro Chiesa a Tianjin, sequestrata dall’Ufficio per gli affari religiosi. Anche i protestanti subiscono gli stessi soprusi e violenze: alcune settimane fa mille poliziotti hanno distrutto una chiesa nel Zhejiang perché l’area era destinata a “sviluppi edilizi e commerciali”.
Cartellino rosso al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo
Le autorità scozzesi hanno punito il calciatore polacco Artur Boruc perché, facendosi il segno della croce in campo durante una partita, avrebbe «infranto la pace». Il Crown Office e il Servizio del Procuratore, incaricati delle inchieste e della lotta contro il crimine, hanno ritenuto che i tre gesti compiuti dal giocatore del cattolico Celtic abbiano istigato la tifoseria del gruppo rivale, i protestanti dei Rangers. Prima, Boruc avrebbe rivolto verso la curva avversaria le dita a “V” per indicare la vittoria, poi un gesto osceno e infine, all’inizio del secondo tempo del match, il segno della croce. Fra i tre gesti, il Procuratore non ha visto alcuna differenza e la Chiesa cattolica, secondo il giornale Sunday Herald, attende che le autorità chiariscano: «se considerano che farsi il segno della croce sia un’azione offensiva equivalente a un qualsiasi gesto della mano».
Missione possibile a Bologna
Alcuni ragazzi membri del gruppo Sentinelle del Mattino hanno intrapreso “Missione Possibile”, un’iniziativa missionaria nelle stazioni di servizio sulle strade della Diocesi di Bologna, invitando i viaggiatori a partecipare alla Messa o a un’adorazione al Santissimo Sacramento. Secondo l’agenzia Korazym, i giovani hanno trascorso tutta la giornata di domenica 27 agosto all’Autogrill sull’A1 tra Bologna e Milano, dove c’è una cappellina per il culto. Alle due celebrazioni eucaristiche che si sono svolte, hanno partecipato numerosi vacanzieri che si erano fermati soltanto per una sosta. Poche le reazioni negative, soprattutto di indifferenza, di persone che dicevano: «Non credo in queste cose».
Molti altri automobilisti, invece, hanno lasciato per iscritto le loro intenzioni di preghiera, mentre alcuni ne hanno approfittato per confessarsi, richiamati anche dalla pubblicità radiofonica all’iniziativa, alla quale ha fatto da assistente don Andrea Brugnoli. L’obiettivo, secondo il sacerdote, «è dare testimonianza ai viaggiatori.
Le giovani Sentinelle realizzano la loro missione anche nei bar, nei pub, nelle discoteche, tra tossicomani e prostitute, come faceva Gesù, che non poteva contare nemmeno su un tempio».
Quell’acqua non s’ha da bere
L’Acqua Sant’Anna ha deciso di andarci di traverso come Il Codice da Vinci.
Dopo aver sospeso la promozione legata al romanzo di Dan Brown, in seguito alle proteste dei consumatori che minacciavano un boicottaggio (v. Timone n.55), l’azienda ha deciso, tornando sui propri passi, di fare come se nulla fosse accaduto.
Non ha comunicato nulla, ufficialmente, circa le proprie contraddittorie decisioni, pur avendo assicurato alla stampa e ai consumatori, il 19 maggio, che l’iniziativa non sarebbe proseguita. Poi, durante l’estate, ha pubblicato intere pagine di pubblicità sul concorso a premi, ignorando gli impegni presi con il pubblico. Chi desidera inviare la propria protesta per il comportamento dell’azienda, o chiedere chiarimenti, può scrivere a Fonti di Vinadio S.p.A. – Ufficio Commerciale, Via Manara 6, 10133 TORINO, o telefonare allo 0171.959.433.
Pinocchio alla guerra santa
Il burattino di legno più famoso del mondo, che vedeva allungare il suo naso ogni volta che diceva una bugia, si è convertito all’islam. Nella nuova versione del libro di Carlo Collodi, Pinocchio, pubblicata in Turchia, il pezzo di legno che vuole tramutarsi a tutti costi in un bambino in carne ed ossa si rivolge al padre chiedendogli «in nome di Allah, dammi del pane». Il rifacimento in chiave islamica dei dialoghi del burattino è solo un esempio dei tanti libri simbolo della tradizione occidentale che, per essere sulla lista dei testi raccomandati dal ministero dell’Educazione turco, hanno dovuto trasformare i loro personaggi in adepti di Allah. Anche nelle avventure di Tom Sawyer di Mark Twain e in Pollyanna di Eleanor H. Porter, nelle edizioni turche, compaiono infatti parole ispirate dal Corano, per non parlare poi di altri personaggi della letteratura occidentale, da Heidi ai Tre moschettieri che, nei testi rimaneggiati, si tramutano in fervidi credenti dell’apocalisse descritta nel libro sacro ai musulmani.
I pastori e il lupo cubano
«Il 4 agosto, mentre cresceva nei cattolici cubani, nell’isola e in esilio, la speranza che soffiassero venti di libertà per la loro Patria dopo l’abbandono del potere del sanguinario dittatore Fidel Castro, dopo quasi mezzo secolo di persecuzione, crimini e distruzione praticamente totale della società e l’applicazione della sua diabolica strategia contro i cattolici, enunciata all’Università dell’Avana, di “fare apostati, ma non martiri”, una secchiata d’acqua fredda cercava di diluire questa speranza». Lo scrive l’ex prigioniero politico Armando Valladares a proposito di un comunicato della Conferenza episcopale cubana, nel quale si chiedono preghiere a tutte le comunità cattoliche dell’isola affinché «Dio accompagni il presidente nella sua malattia», «illumini coloro che hanno ricevuto provvisoriamente le responsabilità di governo» e «non sia perturbato da alcuna situazione esterna o interna» il «desiderio di pace e di fraterna convivenza tra tutti i cubani». Sono gli stessi vescovi, afferma Valladares, che «non hanno mai osato chiedere pubblicamente preghiere per il gregge decimato, per le migliaia di prigionieri politici agonizzanti nelle carceri, per i condannati a morte e per i fucilati», proprio quando, «parafrasando Andersen, il grido “Il Lupo è nudo!” potrebbe scatenare episodi simili a quelli della caduta del Muro di Berlino o alla fine della dittatura del sanguinario Ceausescu, in Romania».
«Sono, ancora una volta i Pastori che, invece di uscire a difendere il gregge, si offrono come scudi per proteggere il Lupo».
E-mail:
armandovalladares2005@yahoo.es
Bush si arrende alla “pillola del giorno dopo”
Il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, ha autorizzato il 24 agosto la vendita senza ricetta della “pillola del giorno dopo” alle donne maggiorenni. Durante una conferenza stampa, il Capo della Casa Bianca ha manifestato il proprio sostegno alle decisioni adottate dal nuovo responsabile della Food and Drug Administration, Andrew von Eschenbach, che ha stretto un accordo con una casa farmaceutica per rendere disponibile il farmaco abortivo con meno limitazioni.
A parere di padre Thomas J. Euteneuer, presidente di Human Life International, «l’appoggio del presidente Bush è incoerente con il veto alla ricerca sulle cellule staminali embrionali», in quanto «il presidente sembra non vedere che la “pillola del giorno dopo” uccide gli stessi non nati innocenti che muoiono con la ricerca sugli embrioni». Quindi, ha aggiunto, tutti «gli esseri umani nella fase embrionale meritano la stessa protezione legale e la posizione del Presidente non lo permette ». Negativo anche il commento del responsabile del National Pro-Life Action Center, Stephen Peroutka, secondo il quale «se questo farmaco pericoloso viene reso accessibile senza ricetta medica, si darà agli uomini adulti predatori un’altra arma per il loro arsenale contro le giovani donne». Infine, la presidente dell’associazione Donne Impegnate per l’America, Wendy Wright, giudica deplorevole che il capo della Fda «collochi le proprie ambizioni personali e gli interessi di un’azienda davanti alla salute delle donne».
IL TIMONE – N. 56 – ANNO VIII – Settembre/Ottobre 2006 – pag. 8 – 9