IL TIMONE n. 106 – anno 2011 –
BUONE NOTIZIE/1
«Molte cose stanno cambiando e viviamo una primavera della fede», ha affermato l’Arcivescovo dell’Avana, il Cardinale Jaime Ortega, nel villaggio di Madruga, a 65 chilometri dalla capitale cubana, dove, il 4 settembre, ha presieduto la cerimonia di accoglienza della Virgen de la Caridad del Cobre, patrona di Cuba, che sta peregrinando in tutta l’isola in preparazione al 400° anniversario del suo ritrovamento. Tra le acclamazioni e i canti di migliaia di fedeli, la Vergine, in un’urna di cristallo, è entrata in questo villaggio di contadini sul tetto di un camion, scortata da motociclette della polizia che suonavano il clacson. Molti fedeli agitavano fiori, striscioni e bandierine. Il viaggio della piccola statua della Vergine nelle città cubane è un evento storico. L’unico altro pellegrinaggio che si sia realizzato ha avuto luogo nel 1952 (sette anni prima dell’arrivo al potere di Fidel Castro), in occasione del cinquantenario della Repubblica. «In questo momento della nostra storia nazionale, abbiamo bisogno di molti cambiamenti e molte cose già stanno cambiando», ha detto il Cardinale, constatando come «il popolo cubano si avvicina sempre di più alla Chiesa cattolica». Il grande pellegrinaggio nazionale della Vergine ha percorso 25.000 chilometri fin dal suo inizio, l’8 agosto 2010 a Santiago de Cuba, e si concluderà il 30 dicembre a L’Avana. In seguito la Vergine tornerà nel suo santuario nel villaggio di El Cobre. In alcune dichiarazioni alla stampa, il Cardinal Ortega non ha escluso una visita di Papa Benedetto XVI a Cuba, rivelando che la Chiesa lo ha invitato ed egli «non ha detto di no». (Zenit, 5/9/2011)
BUONE NOTIZIE/2
«Abbiamo dovuto creare tutto dal nulla e c’è ancora bisogno di tutto: chiese, parrocchie, centri pastorali, scuole». Monsignor Cyprian Monis, Vescovo di Asansol nel Bengala occidentale (India), in visita alla sede centrale di Aiuto alla Chiesa che Soffre, ha raccontato all’Opera la missione della sua diocesi, istituita nel 1997. Una diocesi giovane, ma operosa che dalla sua fondazione ha visto raddoppiare il numero dei fedeli, oggi 29mila, e triplicare quello dei sacerdoti, 44, e dei religiosi, 230. Asansol è una cittadina industriale a 225 chilometri da Calcutta, con una popolazione di circa mezzo milione di abitanti. Nel Bengala occidentale tre quarti degli abitanti sono di fede indù, poco meno di un quarto i musulmani. I cristiani costituiscono quindi una minoranza piuttosto esigua, ma ciò non ha scoraggiato monsignor Monis e gli altri sacerdoti. «Siamo una Chiesa in crescita – ha detto il presule ad ACS – e ogni anno circa mille persone si avvicinano alla fede». La diocesi gestisce sette scuole primarie e otto secondarie, oltre a numerosi programmi di educazione e formazione professionale per la popolazione rurale. Sono inoltre organizzati incontri formativi di prevenzione e promozione sanitaria e di insegnamento di tecniche di produzione agricola più efficienti. Molti dei fedeli sono semplici contadini e non possono aiutare economicamente la Chiesa. La partecipazione è però un contributo essenziale che monsignor Cyprian auspica possa sempre crescere. (Zenit, 6/9/2011).
BUONE NOTIZIE/3
L’Ordine dei frati Minori Conventuali, i Grey Friars inglesi, ha accolto la domanda di due frati francescani anglicani che cercavano la comunione con la Chiesa di Roma. I due religiosi della Society of Saint Francis in Inghilterra, lo scorso maggio, dopo la loro formale accettazione nella Chiesa, hanno intrapreso subito l’anno di noviziato. Fra’ Paschal Worton e fra’ Maximilian Martin (nella foto) sono stati anche “raccomandati” in modo speciale dall’Arcivescovo di Canterbury, l’anglicano Rowan Williams, che – una volta capito il loro desiderio di “varcare il Tevere”, ha cercato di aiutarli a continuare nella loro genuina esperienza francescana. Ambedue erano professi nella congregazione anglicana da 25 anni. Non dunque dei ragazzotti che danno un colpo di testa. I nostri frati inglesi, con molto tatto, ma con molta letizia e accoglienza, li hanno benevolmente accolti, istituendo solo per loro un particolare noviziato, che li aiuti a diventare bravi frati e cattolici (www.cantualeantonianum.com)
BUONE NOTIZIE/4
Apre i battenti nel bel mezzo della primavera araba. E non è una semplice coincidenza. Da qualche settimana a Madaba – città giordana a 35 chilometri da Amman – sono aperte le iscrizioni per una nuova Università cattolica del Medio Oriente fortemente voluta dal Patriarcato latino di Gerusalemme, sotto la cui giurisdizione ricadono anche i cattolici della Giordania. Era stato lo stesso Benedetto XVI, durante il suo pellegrinaggio in Terra Santa, nel maggio 2009, a porre la prima pietra di questa nuova università. Che in questi due anni ha preso il nome di American University of Madaba, in nome di un gemellaggio con l’Università del New Hampshire, impegnatasi fortemente a sostenere l’iniziativa. Ma che resta comunque un ateneo riconosciuto a tutti gli effetti dalla Giordania, il cui Alto Consiglio per l’educazione già nel 2005 aveva assegnato al Patriarcato latino di Gerusalemme la licenza per aprire una propria università. Progetto che ora diventa realtà: da ottobre, infatti, prenderanno il via i corsi del primo anno accademico nell’ala già completata di un grande campus che, una volta ultimato, potrà ospitare fino a 8 mila studenti. «Tutti oggi vorrebbero aprire università in Giordania – spiega il patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal –, e il fatto che il governo questa licenza l’abbia data a noi e non ad altri è un riconoscimento del lavoro svolto dalle nostre scuole, che operano qui fin dal 1849. Abbiamo più di un centinaio di istituti con 70 mila alunni; e sono sempre scuole aperte a tutti: cristiani e musulmani. L’American Univeristy of Madaba avrà sette facoltà: ingegneria, scienze della salute, informatica, scienze, economia e finanza, arte e design, lingue e comunicazioni. Per l’anno accademico 2011/2012 si partirà con diciotto corsi di laurea. Accanto alle aule di studio, una volta ultimato l’intero progetto, gli studenti avranno a disposizione un moderno campus dotato di laboratori, strutture sportive, luoghi di ritrovo, accesso a internet gratuito con rete wireless. (Giorgio Bernardelli, www.vaticaninsider.it, 30/08/2011).
INCONTRO MARIANO
Dal 12 al 15 agosto scorso si è svolto a S. Martino di Schio (VI) il 20° meeting internazionale organizzato dai giovani del Movimento mariano “Regina dell’Amore” dal titolo: «Tutti tuoi o Maria… saldi nella fede». Ospiti d’onore per dibattere sul tema – ispirato al messaggio di Benedetto XVI ai giovani per la GMG di Madrid – Suor Maria Gloria Riva e Gianpaolo Barra, direttore de “Il Timone”. Barra, richiamandosi all’enciclica di Giovanni Paolo II “Evangelium Vitae”, ha evidenziato che stiamo attraversando la più grande battaglia tra la cultura della vita e cultura della morte e ha esortato i presenti a reagire cristianamente e pubblicamente, saldi nella fede di sempre, rivelata da Cristo e insegnata dal Magistero perenne della Chiesa unita al Papa. Il Movimento mariano “Regina dell’Amore”, nato a seguito delle presunte (perché non ancora riconosciute dalla Chiesa) apparizioni della Vergine a Renato Baron tra il 1985 e il 2004, è oggi accolto dalla Chiesa di Vicenza come movimento ecclesiale; le sue finalità, come suggerito da Maria sono: la diffusione della devozione mariana attraverso la pratica della consacrazione alla Madonna, la difesa della vita dal concepimento alla morte naturale e le opere di carità fraterna dirette soprattutto verso gli anziani soli e abbandonati. (Mirco Agerde)
CANCELLARE CRISTO DALLA STORIA
L’Australia del (vacillante) Primo Ministro laburista Julia Gillard vuole aggiungere un nuovo capitolo alla crescente allergia, intolleranza o fobia nei confronti dei cristiani e della loro fede. Come rivelato dal Daily Telegraph di Sydney (2 settembre), l’organismo responsabile della stesura dei programmi scolastici – l’Australian Curriculum, Assessment and Reporting Authority (ACARA) – ha deciso di cancellare nei libri di testo le tradizionali diciture “BC” (“Before Christ”, cioè “avanti Cristo”) e “AD” (“Anno Domini” o “Nell’anno del Signore”, vale a dire “dopo Cristo”), sostituendole con termini più neutrali. Secondo il piano delle autorità australiane, che sarebbe dovuto entrare in vigore già dal prossimo anno scolastico ma è slittato in seguito al coro di proteste, nei manuali scolastici si utilizzeranno solo le sigle “BCE” (“Before Common Era” o “Prima dell’era comune”) e “CE” (“Common Era” o “Era comune”). Le due diciture, che non modificano il sistema di datazione sulla nascita di Gesù Cristo come spartiacque della storia ma tolgono ogni riferimento esplicito al suo nome, non sono nuove. Risalgono infatti già al VI secolo, quando il monaco Dionigi il Piccolo introdusse “l’era cristiana” o “volgare”, ma sono diventate popolari solo verso la fine del XX secolo. A completare il cambiamento “epocale” sarà l’espressione “BP” (“Before Present”, cioè “Prima del [tempo] presente”), una scala cronologica usata nel campo delle discipline archeologiche (la datazione tramite il carbonio-14 o radiocarbonio) e scientifiche (ad esempio nella geologia) e che per convenzione ha come punto fisso o “presente” l’anno 1950 d.C. (Paul De Maeyer, Zenit, 8/9/2011)
Su La Bussola Quotidiana del 7/9/2011 (www.labussolaquotidiana.it), il sociologo Massimo Introvigne riflette sulla crisi economica del nostro tempo, che potrebbe rivelarsi «la campana che suona per mettere in dubbio il primato dell’economia ». E aggiunge: «Ci affanniamo a cercare soluzioni economiche della crisi economica, e certamente questo è in una certa misura necessario. Ma la voce di Benedetto XVI sembra l’unica ragionevole, quando afferma che non usciremo dalla crisi se non rimetteremo in discussione il primato dell’economia. Se non torneremo ad affermare che spetta all’etica – secondo la ragione e secondo la fede, in dialogo fra loro – indicare i fini della società. E spetta alla politica, quella vera, indicare i mezzi per realizzare tali fini. La politica funziona se accetta di avere un limite nell’etica». Qualche politico ascolterà?
Etica (Giacomo Samek Lodovici)
IL TIMONE N. 106 – ANNO XIII – Settembre/Ottobre 2011 – pag. 10 – 11
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