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14.12.2024

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News dall’Italia e dal mondo
31 Gennaio 2014

News dall’Italia e dal mondo

IL TIMONE n. 107 – anno 2011 –



PAKISTAN/1
. TORTURE IN CARCERE PER ASIA BIBI

Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte in Pakistan con l’accusa di blasfemia, avrebbe subito «torture» nel carcere di Sheikhupura, dove è detenuta. Lo rivela l’edizione online di The Express Tribune, che cita fonti vicine al caso della donna. Asia Bibi, si legge, sarebbe stata «torturata» dopo il presunto ritrovamento nella sua cella di oggetti proibiti per i detenuti. Al giornale le fonti hanno spiegato che altri «membri del personale» del penitenziario hanno assistito «in silenzio » alle torture. «Nonostante sia a conoscenza dell’incidente – scrive il sito, citando le fonti – il vice sovrintendente del carcere di Sheikhupura, Ghafoor Anjum, non ha preso misure contro la persona responsabile dell’incidente (identificata come Khadeeja, ndr). Tuttavia, il sovrintendente Khalid Pervaiz ha successivamente sospeso Khadeeja ed è stata aperta un’inchiesta».
Asia Bibi, madre di cinque figli, lo scorso anno è stata condannata alla pena di morte con l’accusa di blasfemia. L’episodio che ha portato alla condanna risale al giugno del 2009, quando la donna è stata denunciata con l’accusa di aver offeso il profeta Maometto durante una discussione con alcune musulmane scaturita dal suo credo religioso. Pochi giorni dopo, la Bibi è stata arrestata. I legali della donna hanno presentato ricorso in appello alla sentenza di condanna a morte e chiesto la grazia al presidente Asif Ali Zardari, che ha chiesto la revisione del processo. (Vatican Insider, 12/10/2011)

PAKISTAN/2. BIMBA STUPRATA, CONVERTITA E COSTRETTA ALLE NOZZE

Una bambina cristiana di 12 anni del Pakistan è stata rapita e stuprata per otto mesi da una banda di militanti islamici, convertita e costretta al matrimonio islamico. Secondo l’agenzia vaticana Fides, la situazione della piccola vittima «è simile a quella di circa 700, fra bambine e ragazze cristiane, e almeno 250 indù che ogni anno subiscono terribili violenze e abusi in Pakistan». I musulmani le considerano oggetti, merce, le trattano come bestie. I rapitori e gli stupratori della bambina sono liberi perché appartengono al gruppo radicale islamico Lashkar-e-Tayyaba e la polizia si è perfino rifiutata di ordinare una visita medica. Il magistrato di zona ha registrato una denuncia a carico di alcuni uomini musulmani, ma non ha disposto misure restrittive nei loro confronti. La polizia ha invitato i genitori della bambina a consegnare la ragazza al “marito legale”, altrimenti potrebbero subire un procedimento penale. La piccola è stata rapita il 24 dicembre 2010. Picchiata e violentata, è stata costretta a firmare alcuni documenti che attestano la sua conversione e il matrimonio con uno dei suoi aguzzini, Muhammad Irfan. Il 5 gennaio 2011 suo padre ha presentato una denuncia contro ignoti. Otto mesi dopo la sua scomparsa, la bambina ha chiamato la sua famiglia da Tandianwalla, nel distretto di Faisalabad, a 190 chilometri da Lahore, dicendo di essere riuscita a fuggire. Tornata a casa, ha riferito al magistrato la sua storia, ma Muhammad Irfan ha presentato un certificato di matrimonio, grazie al quale anche l’accusa di stupro è decaduta. La bambina e i suoi genitori oggi si nascondono, e i militanti del Lashkar-e-Tayyaba stanno dando loro la caccia. (Zenit, 12/10/2011).

A DE MATTEI PREMIO PRESTIGIOSO

Roberto de Mattei ha vinto la sezione più prestigiosa del premio Acqui Storia, quella storicoscientifica, riservata al miglior libro di storia apparso in Italia nell’anno 2010-2011, con il libro Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta, Lindau. Secondo la giuria, «il volume costituisce un’originale e completa ricostruzione del Concilio Vaticano II, in una prospettiva storiografica attenta anche al contesto generale dell’epoca e non solo alle vicende ecclesiali e teologiche, queste ultime peraltro trattate con grande competenza». Il presidente della Giuria, Guido Pescosolido, pur avendo sottoscritto a giugno questa motivazione, quando il libro era entrato nella cinquina dei finalisti, a settembre, quando ha visto delinearsi la vittoria finale di de Mattei, si è dimesso per l’incompatibilità tra le sue posizioni laiciste e quelle cattoliche dell’autore del volume. Il Premio Acqui Storia, nato nel 1969 per onorare il ricordo della “Divisione Acqui” e i caduti di Cefalonia nel settembre 1943, è divenuto in questi ultimi anni, con l’avvento dell’Assessore alla Cultura di Acqui Carlo Sburlati, uno dei più importanti riconoscimenti europei nell’ambito della storiografia, ottenendo una grande visibilità internazionale. «Il premio negli ultimi quattro anni – ha dichiarato Sburlati – è passato dalla media di 30 volumi in concorso nei primi quarant’anni ai 96 del 2008, ai 124 del 2009, ai 137 del 2010 e ai 186 di quest’anno, record assoluto dell’evento.
E la giuria, riequilibrata nella composizione da esponenti di culture cattoliche e di destra presenti nella società italiana, ha sempre scelto i vincitori liberamente, in omaggio all’amore per il pluralismo che dovrebbe essere la bussola della autentica cultura libera». (Corrispondenza Romana, 8/10/2011)

EUTANASIA: LA MORTE PER POSTA

È solo l’ultima aberrazione della cultura della morte ed è giunta per posta nel nostro Paese: un corredo per accertarsi che la sostanza scelta per togliersi la vita sia quella giusta. Il kit Exit drug test, intercettato a Torino, proviene dalla “Exit International”, fondazione australiana di «assistenza al suicidio e all’eutanasia volontaria» – così recita il loro sito – fondata dal dottor Philip Nitschke e il cui slogan è «Una morte serena è un diritto di tutti».
La attrezzatura, consistente in una siringa, una soluzione e un portapillole, servirebbe per verificare se un preparato sia o meno Pentobarbital (barbiturico ad azione rapida. n.d.r). Il kit, destinato a un privato cittadino, è stato bloccato prima della consegna. La Procura di Torino ha aperto un’inchiesta e il pubblico ministero, Raffaele Guariniello, ha disposto le analisi sul composto per capire di cosa si tratti e ha segnalato la vicenda al ministero della Salute (Adnkronos, 19/09/2011).

USA: L’ABORTO PRIMA CAUSA DI MORTE

I Centers for Disease Control and Prevention (Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie – CDC) sono un importante organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti. I CDC pubblicano report relativi ai dati sulla mortalità, sulla natalità e sul numero di aborti negli Stati Uniti. Normalmente, i dati definitivi relativi ad un determinato periodo sono resi disponibili a distanza di alcuni anni in quanto questi dati vengono elaborati con severi criteri statistici. Al momento sono disponibili i dati definitivi delle principali 10 cause di mortalità negli USA per l’anno 2007 (non stiamo parlando dunque di secoli fa ma dell’altro ieri). Ebbene, nel 2007 negli USA sono morte 2.423.712 persone. Tra le principali 10 cause di morte (che insieme rappresentano circa il 76% di tutti i morti del 2007), la più frequente è stata la patologia cardiaca (616.067 morti), seguita da cancro (562.875 morti), deficit neurologici cerebrovascolari (135.952 morti), malattie croniche delle basse vie aeree (127.924 morti), incidenti (123.706 morti), Alzheimer (74.632 morti), diabete (71.382 morti), influenza e polmonite (52.717 morti), nefrite, sindrome nefrotica e nefrosi (46.448 morti), setticemia (34.828 morti). Mi sono poi documentato, sempre attingendo a dati ufficiali, su quanti siano stati gli aborti negli Stati Uniti nel 2007 ed ho scoperto che purtroppo in quell’anno sono state interrotte un totale di 827.609 gravidanze, un numero agghiacciante. Ho fatto due calcoli e ho scoperto che, benché non riportato tra le prime 10 cause di morte negli Stati Uniti, in realtà l’aborto è la prima causa di morte, prima delle malattie cardiache, visto che l’aborto uccide circa 200.000 vite più che le malattie cardiache.
Che fine ha fatto allora l’aborto nel report relativo alle prime 10 cause di morte? È triste ma, evidentemente, queste vite (perché si tratta di vite umane, anche se non ancora nate) non contano nemmeno per le statistiche sulla morte. (Stefano Bruni, www.uccroline. it 10/10/2011).

EGITTO: VIOLENZE CONTRO I CRISTIANI COPTI

«Gli scontri fra manifestanti copti e militari sono il risultato di 30 anni di politiche basate solo sulla repressione e sulla sicurezza. Senza leggi in favore della società, senza educazione le tensioni continueranno ad aumentare». È quanto afferma p. Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana.
Secondo il sacerdote, l’esercito non sta facendo nulla per risolvere il conflitto. Gli scontri sono costati 36 morti e 220 feriti. Per il sacerdote, senza un’educazione della popolazione alla convivenza e al bene comune la primavera araba è inutile. «In questi anni – afferma – nessuno si è impegnato nella formazione dei giovani, nel mettere in pratica politiche sociali». Alle tensioni sociali fra cristiani e musulmani, si aggiunge la paura di una deriva fondamentalista del Paese in caso di vittoria dei Fratelli musulmani alle elezioni di novembre.
Il sacerdote fa appello alla comunità internazionale, che non sta facendo nulla di concreto per i Paesi arabi, se non riconfermare i contratti economici firmati con i vecchi regimi. «L’Europa e gli altri Paesi occidentali hanno paura ad intervenire e rispettano le volontà dei governi. Ma questa è una idiozia. Il mondo è diventato ormai un piccolo villaggio. L’instabilità del Medio Oriente e l’odio verso i cristiani possono diffondersi in tutta Europa con grande facilità. Nessun Paese è immune da questo rischio». (S.C., AsiaNews 10/10/2011).

FOCUS
Bene comune (S.E. Mons. Luigi Negri)

In uno splendido editoriale apparso su La Bussola Quotidiana del 14/10/2011 (www.labussolaquotidiana. it), il vescovo di San Marino-Montefeltro, Mons. Luigi Negri, ricordava che: «L’abolizione dei cosiddetti valori non negoziabili, così come formulati dal Papa, sarà di fatto il fil rouge dei programmi di tutte le formazioni socio-politiche, soprattutto quelle che si collocano o si collocheranno a sinistra. E non ci si illuda di perseguire così il bene comune. Il bene comune – che è una realtà ampia e variegata che si attua in certe precise condizioni di carattere sociale – è l’espressione di un cuore più profondo. E Il cuore più profondo sono i valori non negoziabili». Giudizio lapidario, deciso e condivisibile. Senza promozione e difesa della vita, della famiglia e della libertà di educazione nessun bene comune è possibile!

La rivoluzione (Massimo Introvigne)

Su La Bussola Quotidiana del 14/10/2011, Massimo Introvigne sintetizza il processo rivoluzionario che devasta da secoli la civiltà cristiana, definendolo: «un processo di progressiva distruzione dei legami sociali che avevano fatto dell’Occidente cristiano quello che era. Prima i legami religiosi, con la rottura con Roma del protestantesimo; poi i legami politici organici fondati sulla ricchezza dei corpi intermedi, sostituiti da un freddo rapporto fra il cittadino e lo Stato moderno, con la Rivoluzione francese; infine i legami economici con il comunismo e l’assorbimento di tutta la vita economica nello Stato». La fase odierna è una «Quarta Rivoluzione, che aveva il suo momento emblematico nel 1968 e non attaccava più legami macrosociali, ma microsociali – la famiglia, il legame fra madre e figlio con l’aborto – e perfino i legami dell’uomo con se stesso con la droga, l’ideologia di genere, l’eutanasia».

IL TIMONE N. 107 – ANNO XIII – Novembre 2011 – pag. 10 – 11

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