IL TIMONE n. 109 – anno 2012 –
EGITTO: ATTENTI AI FRATELLI MUSULMANI
«I Fratelli musulmani non sono credibili, vogliamo fatti e non parole». È quanto afferma p. Rafiq Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana, sulle dichiarazioni in difesa dei cristiani espresse da Mohames Badie, principale leader del movimento islamico. Il comunicato dei Fratelli musulmani ha suscitato forti dubbi fra i leader cattolici. «I Fratelli musulmani fanno sempre più dichiarazioni – spiega p. Greiche –, all’inizio le loro affermazioni sono sempre molto dure nei confronti dei non islamici. Se qualche leader democratico o cristiano protesta, sono pronti a cambiare versione, per non essere bollati come estremisti». Esempi di questo atteggiamento si sono susseguiti durante tutta la rivoluzione dei Gelsomini, prima ostacolata dalle guide spirituali della Fratellanza e in seguito cavalcata dai leader politici per ottenere voti alle elezioni. «Nei giorni scorsi – continua p. Greiche – una delle più importanti guide spirituali (Mourshed) dei Fratelli musulmani ha affermato che chi è contro i principi della sharia deve essere espulso dal Paese, con un evidente riferimento ai cristiani. Mohames Badie ha invece assicurato l’uguaglianza per tutti i cittadini». Il 10 ottobre, all’indomani del massacro dei copti in protesta davanti alla sede della Tv di Stato, i Fratelli Musulmani hanno diffuso un comunicato in cui di fatto giustificavano la reazione dell’esercito, sottolineando «che ora non è il momento per i cristiani di fare delle rivendicazioni ». Il 12 ottobre, Badie ha invece ritrattato quanto affermato dai portavoce del movimento, dichiarando che «le violenze accadute a Maspero sono state provocate dai resti del Partito nazionale democratico di Mubarak». (AsiaNews, 13/12/2011).
ACS È FONDAZIONE DI DIRITTO PONTIFICIO
L’opera cattolica internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) è stata elevata a “fondazione di diritto pontificio” da papa Benedetto XVI. La sede della neonata fondazione sarà quindi nella Città del Vaticano, mentre l’ufficio internazionale si trova a Königstein, in Germania. Presidente della Fondazione è stato nominato il Cardinale Mauro Piacenza, Prefetto della Congregazione per il Clero. Nella lettera istitutiva della fondazione, il Santo Padre ha ricordato i meriti pluridecennali di ACS che, da 65 anni, sostiene la Chiesa in molti Paesi del mondo, in special modo dove manca la libertà religiosa o i mezzi economici. Aiuto alla Chiesa che Soffre nacque nel 1947 per iniziativa di padre Werenfried van Straaten, che, ispirato da un appello di Pio XII, esortò i cittadini belgi ad accogliere i 16 milioni di profughi tedeschi espulsi dall’Est. Nel 1984 l’opera fu riconosciuta dalla Santa Sede come “Associazione pubblica universale di diritto pontificio”, incaricata di intervenire ovunque la Chiesa sia perseguitata o priva dei mezzi per evangelizzare. Nel 2010 l’opera ha ricevuto donazioni per oltre 86,9 milioni di euro da parte dei suoi oltre 600mila benefattori in tutto il mondo. I fondi hanno permesso di sostenere 10.645 seminaristi negli studi, celebrare 1.245.352 intenzioni di messe, avviare 417 progetti di costruzione o manutenzione di chiese e cappelle e finanziare 753 progetti a beneficio di istituti di suore e congregazioni femminili. (Zenit, 13/12/2011).
INDIA. DISASTRO ABORTO SELETTIVI
I dati dell’ultimo censimento in India (Census 2011) rivelano che il rapporto tra numero di nascite femminili e maschili (“sex ratio”) è di 940 donne ogni 1.000 uomini. Secondo Pascoal Carvalho, della Pontificia Accademia per la Vita, «aborti selettivi e infanticidi femminili hanno provocato un’alterazione della sex ratio che desta grande preoccupazione. Anche perché, a dispetto di quanto si possa pensare, il divario più alto lo si registra nelle grandi città e nelle comunità più ricche, non nelle zone rurali più remote e analfabete. Studi recenti prevedono che di questo passo, nei prossimi 20 anni l’India avrà il 20% in più di uomini rispetto alle donne». Feticidio e infanticidio femminile sono il tragico risultato di una mentalità e una cultura arcaiche. «La tradizionale e radicata preferenza verso il figlio maschio – spiega Carvalho – e il sistema della dote sono parametri importanti che riflettono lo stato e il ruolo della donna nella società. Per alcuni, la “paura” per quello che potrebbe accadere alla propria bambina può “giustificare” l’infanticidio». Per questo, spiega il medico, «anche se la legge è uno strumento potente per fermare queste pratiche, non basta a estirpare questo problema sociale. C’è bisogno di un impegno coordinato tra Chiesa, società, agenzie governative e educatori, per cambiare la mentalità della gente». «Il materialismo e il secolarismo crescenti – dichiara l’arcivescovo di Mumbai ad AsiaNews – emarginano Dio dalla vita e dalla società». (E questi sono i frutti, ndr). (Nirmala Carvalho, AsiaNews 14/12/2011).
LA MADONNA È ALLO STADIO
In curva “c’è la Madonna”. E non si tocca. Nessuna squadra al mondo può vantare un “ultrà” di questo livello. E i dirigenti e i tifosi del Vasco da Gama non hanno nessuna intenzione di privarsene. La società bianconera di Rio de Janeiro, che si definisce con orgoglio “il club calcistico più cattolico del Brasile”, conserva gelosamente all’interno dello stadio São Januario una cappella dedicata con beneaugurante orgoglio a Nostra Signora delle Vittorie. Una vera chiesetta collocata proprio dietro una porta. Un progetto edilizio vorrebbe ora demolirla per consentire un ampliamento dei posti della curva e quindi nuovi introiti. Non se ne parla neppure: il consiglio direttivo della società ha respinto all’unanimità la proposta. La storia non si cancella. La cappella innalzata alle spalle di una porta fu consacrata nel 1955 facendo a tutti gli effetti del São Januario il santuario calcistico del club. (Antonio Giuliano, La Bussola Quotidiana, 12/12/2011).
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COME MARIA GORETTI
Pressioni politiche e falsi testimoni intendono insabbiare il caso della “Maria Goretti del Pakistan”, come la definisce la comunità cristiana locale: si tratta di Mariah Manisha, ragazza cattolica uccisa il 27 novembre 2011 nel villaggio di Samundari (diocesi di Faisalabad) dal 28enne musulmano Mohammad Arif Gujjar, perchè si era opposta a uno stupro, a un matrimonio forzato e alla conversione all’islam. P. Khalid Rashid Asi, Vicario generale della diocesi di Faisalabad, dichiara all’Agenzia Fides: «Alte personalità politiche si stanno muovendo per far rilasciare l’omicida di Mariah. Temiamo che le indagini possano finire con un nulla di fatto. Per questo, come Chiesa locale, stiamo seguendo il caso e lo abbiamo portato all’attenzione della Commissione “Giustizia e Pace” della Conferenza Episcopale. Chiederemo ufficialmente che le indagini sul caso vengano affidate a un team di inquirenti federale, per evitare problemi di corruzione e contaminazioni locali». Secondo informazioni fornite a Fides dalla Commissione “Giustizia e Pace” di Faisalabad, «le indagini sul caso continuano, ma nel villaggio di Samundari, dove ci sono pochissimi cristiani, alcuni testimoni musulmani sono pronti a dichiarare che la ragazza si è suicidata, per scagionare il vero colpevole». La Commissione Giustizia e Pace ha svolto sue indagini e ha scoperto che Arif Gujjar, invaghitosi di Mariah, da tempo la perseguitava e la minacciava, visto il rifiuto alle sue avances. La Chiesa locale, dice p. Asi, «attende la conclusione ufficiale di questa vicenda per poi valutare il caso da un punto di vista strettamente spirituale e per esaminare la possibilità di segnalarlo come caso di martirio ». Negli ultimi anni la comunità cattolica in Pakistan, conclude, «ha diversi casi come questo, in cui i credenti, gente povera e umile, hanno preferito morire piuttosto che abbandonare la propria fede sotto minaccia». (Agenzia Fides 13/12/2011).
PROCESSIONE PER L’IMMACOLATA
Partecipatissima anche quest’anno la processione che nel pomeriggio dell’8 dicembre si è tenuta a Roma in onore dell’Immacolata. Organizzata dall’Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote, la fiaccolata ha avuto inizio davanti alla chiesa di Gesù e Maria in via del Corso e si è conclusa nella basilica di Santa Maria sopra Minerva. Alcune centinaia di persone hanno percorso le vie centrali della Città eterna recitando il Rosario e cantando alcuni canti tradizionali, oggi quasi dimenticati, dedicati alla Madonna. L’evento è ormai un appuntamento irrinunciabile per i fedeli di Roma che nel giorno dell’Immacolata Concezione vogliono rendere omaggio alla Vergine Maria. E come negli anni passati, anche questa volta ad essere portata in processione è stata la copia della miracolosa statua della Madonna di Fatima di New Orleans (che pianse nel 1972), conservata nella sede romana dell’Associazione Luci sull’Est. Alla testa del corteo c’era mons. Juan Miguel Ferrer (collaboratore del Timone, ndr), sottosegretario della Congregazione del Culto Divino, accompagnato dai sacerdoti e seminaristi dell’Istituto Cristo Re e da tanti altri sacerdoti romani. Al termine della processione, come sempre animata dalla Fanfara dei Carabinieri che ha accompagnato con la musica tutto l’intero percorso, il cardinale Darío Castrillón Hoyos ha guidato una breve ma intensa adorazione eucaristica, che si è conclusa con la solenne benedizione impartita dal porporato. Nella basilica dove è sepolta la Patrona d’Italia santa Caterina da Siena, in ginocchio davanti al Santissimo Sacramento solennemente esposto e alla presenza della statua di Maria, si è pregato per il Pontefice regnante Benedetto XVI, rendendo così ben presenti i tre pilastri che san Giovanni Bosco affermava essere le fondamenta del Cattolicesimo: l’Eucaristia, la Madonna e il Papa. (Federico Catani, Corrispondenza Romana, 13/12/2011).
La crisi economica che colpisce anche il nostro Paese ha dato modo ai “soliti noti” (radicali, sinistra e compagnia triste) di sferrare un ulteriore attacco alla Chiesa, chiedendo l’abolizione della esenzione dell’Ici di cui gode per i locali ove si svolgono attività assistenziali ed educative. Niente di nuovo sotto il sole, come si suol dire. Ma «pochi si rendono conto – scrive Riccardo Cascioli su La Bussola Quotidiana del 15/12/2011 – che ad essere colpiti non sono i presunti privilegi della Chiesa, ma la possibilità della Chiesa stessa di rispondere ai bisogni dei più poveri, compresi i nuovi provocati dalla manovra in atto». Opportunamente, Cascioli ricorda ciò che scriveva G. K. Chesterton: «Uomini che cominciano a combattere la Chiesa per amore della libertà e dell’umanità, finiscono per combattere anche la libertà e l’umanità pur di combattere la Chiesa». E la storia conferma!
IL TIMONE N. 109 – ANNO XIV – Gennaio 2012 – pag. 10 – 11
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