Banner_Il Sabato del Timone_14 dic 24_1920x280

14.12.2024

/
News dall’Italia e dal mondo
31 Gennaio 2014

News dall’Italia e dal mondo

IL TIMONE n. 111 – anno 2012 –



BAMBINI CATTOLICI “RAPITI E ISLAMIZZATI”


Mille bambini cattolici di Timor Est, sottratti alle loro famiglie oltre dieci anni fa, sono trattenuti con la forza in Indonesia, convertiti all’islam, istruiti in collegi islamici e nazionalizzati. La maggior parte di loro si trova in scuole e strutture di accoglienza nell’area di Giava occidentale, in mano a “educatori” musulmani che si rifiutano di riconsegnarli alle loro famiglie. Fra i 250mila profughi che nel 1999, al tempo del conflitto per l’indipendenza di Timor Est dall’Indonesia, varcarono il confine verso Timor Ovest, per sfuggire alle violenze dei miliziani filo-indonesiani, vi erano oltre 4.000 bambini. Allora molti bambini vennero consegnati a membri dell’esercito o a organizzazioni umanitarie indonesiane dalle famiglie timoresi che non potevano provvedere al loro sostentamento. Oltre 1.000 di quei bambini non hanno fatto ritorno a Timor Est e sono prigionieri in collegi islamici a Giava occidentale. Alcune Ong e i rappresentanti dell’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati in Indonesia hanno provato a organizzare il loro rimpatrio, senza successo. Alcuni genitori timoresi hanno rintracciato i loro figli ma i responsabili dei collegi non li hanno liberati. P. Benny Susetyo, Segretario della Commissione episcopale per il Dialogo Interreligioso, dice a Fides: «È un caso molto triste, un patente abuso: come Commissione abbiamo sollevato la questione, insieme con altre organizzazioni della società civile. La poniamo al governo, alle Nazioni Unite, alle organizzazioni musulmane, come questione fondamentale che tocca i diritti umani, la tutela dei diritti dei bambini, la libertà religiosa». P. Susetyo prosegue: «Gruppi musulmani vogliono imporre regole ispirate alla sharia (la legge islamica)». (Agenzia Fides 7/2/2012)

PALMARO PRESIDENTE


Il Consiglio direttivo del “Comitato Verità e Vita”, riunitosi a Bologna lo scorso gennaio, ha riconfermato alla guida dell’Associazione Mario Palmaro e i due vicepresidenti uscenti Marisa Orecchia e Mario Paolo Rocchi. «Avrei preferito – ha detto Palmaro – che Verità e Vita trovasse, fra le ottime persone che vi lavorano, una faccia nuova che potesse portare insieme entusiasmo e ortodossia per la vita. Il Direttivo e l’assemblea hanno voluto diversamente. Vorrà dire che questi tre anni saranno anche un periodo più che sufficiente per prepararsi a una nuova presidenza ». E ha aggiunto: «So che essere presidente di questa associazione è un onore e insieme una grande fatica, perché stando con Verità e Vita si paga un prezzo salato. Ma, in mezzo a tante gabelle e balzelli, questa è l’unica “tassa” che si paga sempre molto, molto volentieri».

PALERMO PER LA VITA

Anche quest’anno a Palermo, il 4 febbraio, si è tenuta la Marcia per la vita, che ha coinvolto duemila persone in difesa del più importante valore non negoziabile, la vita. Il lungo corteo è partito alle 16:30 da Piazza Croci per raggiungere il suggestivo teatro Massimo, attraversando il cuore della città in una fascia oraria in cui molti erano in strada e, incuriositi, chiedevano i volantini dell’evento. I partecipanti appartenevano a 46 sigle associative, di cui 4, per la prima volta, rappresentanti le comunità cristiane evangeliche. C’era anche la parrocchia ortodossa del capoluogo siciliano. Sono intervenuti 7 sacerdoti e 3 pastori evangelici. Presenti un parlamentare, il Presidente del Consiglio Provinciale di Palermo e alcuni consiglieri comunali. Diversi i messaggi di solidarietà pervenuti. Hanno coperto l’evento 5 emittenti radiotelevisive e le due maggiori testate di carta stampata dell’isola. In testa alla Marcia neonati in passeggino e i loro genitori, seguiti da bambini che reggevano il primo striscione, avanguardia e bandiera della manifestazione! Poi lo striscione del Forum, gli studenti per la vita, gli scout, i gonfaloni di comune e provincia, le autorità ecclesiastiche e politiche, e infine il lungo serpentone delle associazioni precedute dai rispettivi striscioni e agitanti le proprie bandiere. Ad un primo succedersi di slogan e “riflessioni” sul tema, è poi seguito uno splendido disordine in cui ogni gruppo ha preso a pregare, cantare e danzare. Una ordinata e gioiosa babele che ha stupito un po’ tutti e che ha visto il suo apice all’arrivo in piazza Verdi, dove hanno parlato due “testimoni per la vita”. Fuori dal programma ufficiale, al termine è stata celebrata la Messa nella chiesa di Sant’Ignazio all’Olivella, ospitati dai figli di San Filippo Neri.

IL PATRIARCA AMICO DEL TIMONE

Il 30 gennaio, Benedetto XVI ha nominato il vescovo di La Spezia, Francesco Moraglia, nuovo Patriarca di Venezia. Sul sito BastaBugie (www.bastabugie.it), si trova l’omelia che Moraglia ha tenuto nella Messa celebrata durante la “Giornata del Timone” per la regione Toscana del 2011 (v. foto). Nell’occasione, il neo Patriarca, ha dedicato al nostro mensile diversi, significativi passaggi: «(…) è essenziale che la cultura cattolica non disarmi e non abdichi a se stessa, ma persegua il potenziamento di strumenti culturali idonei: uno di questi è offerto dalle riviste di approfondimento. Il Timone si muove secondo tale logica e aiuta a conoscere – fuori dai luoghi comuni – quanto riguarda la fede, confrontandosi con la ragione, senza della quale tutto si riduce a sterile fideismo o vuota credulità». E ha ribadito che in un mondo ampiamente secolarizzato «è decisivo che siano a disposizione questi strumenti che accompagnano, in maniera concreta, il credente verso una piena maturazione di fede», per concludere dicendo che oggi «è necessario che strumenti culturali come il Timone, espressioni di una fede amica della ragione, nel rispetto della totalità dell’uomo – grazia e natura –, sboccino numerosi per stimolare la fede del credente del nostro tempo ». Per Moraglia, «Il mensile il Timone, come progetto culturale, manifesta bene tale impegno che risulta, in modo evidente, nelle sue diverse proposte editoriali. È proprio il seme sparso dal divino seminatore che, unitamente alla “buona terra”, costituisce l’uomo nella sua totalità; un uomo che è in grado di dar ragione della propria speranza, evangelizzatore credibile, innanzitutto, perché credente». Grati al neo Patriarca per le sue parole, gli assicuriamo la nostra preghiera.

EGITTO: VIOLENZA ISLAMICA

I musulmani radicali stanno cercando di svuotare un villaggio della sua popolazione copta – 62 famiglie – vicino ad Alessandria, sulla base di accuse infondate contro un copto. I copti di Kobry-el-Sharbat sono stati attaccati il 27 gennaio scorso da circa tremila islamici salafiti che hanno dato fuoco a case e negozi dei copti. Tutto è nato dalle accuse di un barbiere musulmano, Toemah, che affermava che un sarto copto di 34 anni, Mourad Samy Guirgis, aveva sul suo cellulare foto “illecite” di una musulmana. Mourad ha negato le accuse e si è consegnato alla polizia temendo per la sua vita. I musulmani hanno dato fuoco alla sua casa e al suo negozio, e tutta la sua famiglia ha dovuto lasciare il villaggio. Da allora si sono svolti tre “incontri di riconciliazione” nel quartier generale della polizia a Kobry-el-Sharbat, con rappresentanti della Chiesa copta, dei salafiti e dei Fratelli musulmani. Secondo la polizia, la donna interessata ha negato l’intera storia, e sul cellulare di Mourad non sono state trovate foto compromettenti di nessun genere. Ma i radicali musulmani sostengono che “l’onore musulmano è stato danneggiato”, e nel primo incontro hanno rifiutato ogni tipo di risarcimento per i copti che sono rimasti vittime innocenti della violenza. Il 30 gennaio una folla di islamici ha attaccato il villaggio per la seconda volta, dando fuoco a tre case cristiane, sotto gli occhi delle forze di sicurezza. Poi i rappresentanti islamici hanno chiesto che un ricco mercante copto, Soliman, fosse cacciato dal villaggio, accusando lui e i suoi figli di aver sparato in aria mentre gli bruciavano la casa. La famiglia del mercante nega e nessuno è rimasto ferito. La polizia ha spiccato comunque un mandato di arresto per i figli di Soliman. Il 1mo febbraio in un “incontro di riconciliazione” è stato chiesto che molte famiglie copte fossero cacciate dal villaggio e la vendita coatta dei beni di Soliman, sotto la supervisione dello sceicco salafita Sherif el-Hawary. In caso contrario, Kobry el-Sharbat sarebbe stato attaccato di nuovo, e le case copte bruciate. Soliman ha firmato l’accordo, definito da padre Boktor, che ha presenziato all’atto, “una completa ingiustizia”. Soliman ha accettato solo per evitare altri danni ai copti. (AsiaNews, 09/02/2012).

BAMBINE SPOSE A LONDRA

Bambine di nove anni costrette a sposarsi in moschea. Non siamo nel profondo Yemen o in una desolata area rurale dell’Afganistan. Siamo ad Islington, uno dei quartieri centrali della civilissima Londra. Un’organizzazione femminile, The Iranian and Kurdish Women’s Rights Organisation (IKWRO), ha denunciato che nel quartiere londinese si sono svolti, nel 2010, una trentina di matrimoni forzati, che hanno riguardato almeno tre bambine undicenni e due di nove anni. E nel 2011, il Ministero della Giustizia ha emesso una trentina di provvedimenti giudiziari (i “Forced Marriage Protection Order”) a tutela dei minori costretti a contrarre matrimonio, alcuni dei quali riguardavano bambine tra i nove e gli undici anni. Il fenomeno in Gran Bretagna sta crescendo in maniera esponenziale, assumendo una dimensione preoccupante. Lo si può riscontrare leggendo uno dei volantini fatti diffondere in tutta Londra dall’Ufficio dal HMCS (Her Majesty’s Courts Service), l’Ufficio dei servizi giudiziari di Sua Maestà, in cui si spiega cosa sia un Forced Marriage Protection Order, come lo si possa richiedere, a cosa serve, e cosa accade una volta che lo si richiede. Dianna Nammi, direttrice dell’IKWRO, non usa mezzi termini per esporre il problema: «Queste bambine frequentano ancora le scuole elementari di Islington, svolgono i loro compiti a casa, e nello stesso tempo vengono praticamente abusate da uomini di mezza età; sono mogli ma con l’uniforme scolastica». «Il motivo per cui non si ribellano», continua la Nammi, «è perché sono letteralmente terrorizzate per parlarne, e sono sottoposte ad un controllo ferreo da parte delle famiglie ». (Gianfranco Amato, Corrispondenza Romana, 8/02/2012).

FOCUS
Ecumenismo (Papa Benedetto XVI)

Parlando alla Plenaria della Congregazione per la Dottrina della Fede (27/01/2012), Benedetto XVI ha detto che nel dialogo ecumenico «non possiamo ignorare le grandi questioni morali circa la vita umana, la famiglia, la sessualità, la bioetica, la libertà, la giustizia e la pace». Per i cattolici, ha aggiunto il Papa, è «importante parlare su questi temi con una sola voce, attingendo al fondamento nella Scrittura e nella viva tradizione della Chiesa. Questa tradizione ci aiuta a decifrare il linguaggio del Creatore nella sua creazione» e non può essere messa tra parentesi per malinteso buonismo ecumenico. È rimanendo fermi sui principi morali non negoziabili che si combatte la dittatura del relativismo, e si evita che il dialogo ecumenico ne diventi l’ennesima vittima.

Calabria consacrata (S.E. Mons. Vittorio Mondello)

Evento straordinario quello della Consacrazione della Calabria al Sacro Cuore di Gesù, con un rito celebrato il 6 febbraio dall’arcivescovo della Diocesi di Reggio Calabria-Bova, monsignor Vittorio Mondello, nella frazione reggina di Ortì, in un Monastero della Visitazione strapieno di fedeli, presenti le massime autorità territoriali. In contemporanea, nelle chiese calabresi si tenevano momenti di preghiera, celebrazioni eucaristiche e veniva letto l’atto di consacrazione. Nell’omelia, il vescovo Mondello ha ringraziato le Suore Visitandine per aver ispirato questa iniziativa, dalla quale – ha detto il prelato – ci aspettiamo almeno tre cose: l’irrobustirsi della nostra fede; una crescita della carità e l’incremento della comunione delle nostra Chiese.

Farsi male (Riccardo Cascioli)

In un editoriale apparso su La Bussola Quotidiana (www.labussolaquotidiana.it ) del 17/02/2012, il direttore Riccardo Cascioli, trattando degli attacchi sulla pedofilia e sull’ICI sferrati da molti organi di informazione contro la Chiesa, ha ricordato tuttavia che di questi attacchi «l’aspetto più preoccupante è l’attacco dall’interno». E ha aggiunto: «Che i nemici della Chiesa scatenino la loro violenza in fondo è quasi scontato, che siano anche i princìpi della Chiesa a farlo lascia sconcertati. Così come è fonte di disorientamento il fatto che ci siano in diverse parti d’Europa larghe porzioni di sacerdoti e vescovi che si ribellano apertamente al Papa». Parole sagge!

IL TIMONE N. 111 – ANNO XIV – Marzo 2012 – pag. 10 – 11

I COPERTINA_dicembre2024(845X1150)

Per leggere l’articolo integrale, acquista il Timone

Acquista una copia de il Timone in formato cartaceo.
Acquista una copia de il Timone in formato digitale.

Acquista il Timone

Acquista la versione cartacea

Riceverai direttamente a casa tua il Timone

I COPERTINA_dicembre2024(845X1150)

Acquista la versione digitale

Se desideri leggere Il Timone dal tuo PC, da tablet o da smartphone

Resta sempre aggiornato, scarica la nostra App:

Abbonati alla rivista