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15.12.2024

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News dall’Italia e dal mondo
31 Gennaio 2014

News dall’Italia e dal mondo

IL TIMONE n. 123 – anno 2013 –


CRESCONO GLI OBIETTORI

Ogni giorno da oltre trent’anni decine, centinaia di bambini cadono vittime dell’odioso crimine dell’aborto di Stato, reso legale dalla sciagurata legge 194/1978. Un numero sempre maggiore di medici si dichiara obiettore di coscienza, tanto che sulla base dei dati forniti dal Ministero della Salute i non obiettori sono divenuti una specie in via d’estinzione, mentre i nostri sono passati dal 58,7% del 2005 al 70,7% del 2009, stabilizzandosi intorno a questa quota negli anni successivi con punte massime dell’80% nelle regioni meridionali. I dati relativi agli ospedali pubblici sono ancora più straordinari visto che nel Lazio, ad esempio, i ginecologi obiettori sono ormai oltre il 91%! Succede che d’ora in poi a Bari e provincia, stante la situazione attuale, non sarà più possibile praticare aborti visto che tutti i ginecologi e le ostetriche sono divenuti obiettori di coscienza. Per cui una donna che intende accedere alla cosiddetta interruzione volontaria di gravidanza nella zona del capoluogo pugliese sarà costretta a recarsi negli ospedali pubblici di Monopoli, Putignano e Corato oppure rivolgersi alle strutture convenzionate private, visto che il Policlinico non fa parte della Asl e che anche lì le procedure di Ivg vanno a rilento per difficoltà organizzative e scarsa presenza di non obiettori: solo 272 Ivg nel 2011 su un totale di 3676 in tutta la Asl (La Repubblica, 18/3/2013). Tuttavia, non bisogna illudersi: il diritto all’obiezione di coscienza verrà col passare del tempo sempre più limitato visto che ha raggiunto livelli tali da porsi in contrasto con un altro (pseudo) diritto, l’autodeterminazione femminile, stabilito dalla legge italiana e dalle normative europee. Ciò, malgrado il Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB) abbia emanato, qualche tempo fa, un documento che sancisce la fondatezza costituzionale dell’obiezione di coscienza, ma che nel contempo ribadisce la liceità di leggi omicide come la 194 e la necessità di garantire la fruizione pubblica di servizi sanitari considerati essenziali, come la cosiddetta interruzione volontaria di gravidanza. (Alfredo De Matteo, Corrispondenza Romana, 27/3/2013)

POVERI BAMBINI

Un drammatico articolo del periodico tedesco Kath.net descrive un aspetto finora coperto da tabù: la violenza rituale dei satanisti verso bambini e adolescenti. Un tema tenuto nascosto, come afferma la psicoterapeuta Michaela Huber. Nell’articolo si parla di sadismo estremo, stupri di gruppo e torture. Le vittime raramente hanno il coraggio di denunciare i loro carnefici. Sovente, infatti, si tratta di persone altolocate, come manager e procuratori. Data la loro piccola età e i traumi subiti, i testimoni soffrono di perdita di memoria e di difficoltà di espressione. E questo non aiuta le loro confessioni, specie presso i tribunali. Secondo un sondaggio riportato dalla Huber, il 13% degli psicoterapeuti ha in cura pazienti che hanno subito violenza collegata all’occultismo e al satanismo. In Germania i satanisti sono circa 40.000. La loro filosofia è: “Fa’ ciò che vuoi”. (www.nocristianofobia.org 9/4/2013)


MONGOLIA. LA CHIESA CRESCE

Con il battesimo di dozzine di catecumeni, che hanno fatto il loro ingresso nella Chiesa alla vigilia delle celebrazioni domenicali, la piccola comunità cattolica della Mongolia ha festeggiato la Pasqua. È una conferma della crescita continua della fede cattolica, in una nazione dominata per decenni dall’ateismo di Stato e dove solo negli ultimi 20 anni si è registrata una rinascita religiosa. In Mongolia la Pasqua non è festa nazionale. Le celebrazioni si sono svolte in modo discreto, ma partecipato e i luoghi di culto erano colmi di fedeli. Come nel 2012, quando una cinquantina di fedeli hanno fatto il loro ingresso fra i cattolici, anche quest’anno si sono celebrati dozzine di battesimi di persone adulte a testimonianza della bontà del lavoro svolto da sacerdoti e dal Prefetto apostolico della capitale, mons. Wenceslao Padilla. Secondo le ultime stime, i cristiani – di tutte le confessioni – presenti in Mongolia sono poco più del 2% della popolazione, a stragrande maggioranza di fede buddista mischiata con credenze sciamaniche della tradizione locale. I cattolici sono poche centinaia (835 nel 2012) ma hanno creato centri di accoglienza per orfani, diseredati e anziani, cliniche mediche – in un Paese in cui le infrastrutture sanitarie scarseggiano – e diverse scuole e istituti tecnici. Nel 1992, al momento dell’ingresso dei primi missionari stranieri (soprattutto filippini), non vi erano parrocchie. (AsiaNews, 6/4/2013) .


NIGERIA. PACE IN VISTA?

Si discute in Nigeria sulla concessione del perdono ai membri della setta islamista Boko Haram, responsabile dell’uccisione di diverse centinaia di persone nel nord del Paese. Il 4 aprile il Presidente Goodluck Jonathan ha creato un gruppo di esperti per studiare la concessione dell’amnistia agli appartenenti alla setta, in risposta a una richiesta del Sultano di Sokoto, uno dei più importanti esponenti dell’islam nigeriano. La Chiesa cattolica non è contraria in linea di principio a un gesto di perdono, se chi ha commesso delitti esprime rimorso per il male commesso, ma invita le autorità ad un’attenta valutazione sulle modalità della concessione dell’amnistia. Il Cardinale John Olorunfemi Onaiyekan, Arcivescovo di Abuja, nel suo messaggio di Pasqua ha scritto: «Lo Stato deve saper usare con molta cura il proprio potere di perdonare i criminali, altrimenti l’intera struttura della legge e dell’ordine nella società verrà seriamente compromessa». «Ci possono essere considerazioni di carattere politico ma queste non possono travolgere gli imperativi morali» continua il messaggio. «Questo non significa che lo Stato non possa perdonare azioni moralmente malvagie. Ma mi sembra che ci devono essere almeno due condizioni: il pentimento vero e proprio e un sincero sforzo di riparazione del danno, per quanto possibile». Il Cardinale conclude «in questa atmosfera di sforzo comune, la richiesta di amnistia mi sembra molto opportuna e persino necessaria. In ogni conflitto arriva il tempo per il dialogo in vista della soluzione finale. Sembrerebbe che per Boko Haram, tale momento sia giunto». (L.M.) (Agenzia Fides 6/4/2013).



PALERMO PRO VITA


Il 9 febbraio scorso si è svolta a Palermo, con la partecipazione di diverse migliaia di persone, l’annuale Marcia per la Vita, organizzata da associazioni, movimenti religiosi e laici e liberi cittadini. Partito dalla centralissima Piazza Croci e conclusosi nella suggestiva cornice del Teatro Massimo, il corteo era aperto dalle carrozzine dei neonati e degli invalidi insieme; una era mestamente vuota e trasportava un cartello con la scritta «volevo esserci anch’io!». Nel volantino, distribuito anche durante la Marcia, erano riportate due frasi significative: la prima invitava a: «Generare la vita per vincere la crisi» (anche economica); mentre la seconda affermava la logica conseguenza che «Donare e generare la vita significa scegliere la via di un futuro sostenibile per un’Italia che si rinnova ». La Marcia per la Vita di Palermo si è tenuta in concomitanza con la Giornata Mondiale per la Vita voluta dalla CEI. Significativo il messaggio del Card. Paolo Romeo, Arcivescovo Metropolita di Palermo, che ha salutato i partecipanti e gli organizzatori e ha apprezzato l’iniziativa. Lo stesso apprezzamento è giunto dal Card. Leo Burke, prefetto del Supremo Tribunale della Signatura Apostolica. L’obiettivo è sempre quello di affermare con forza il “sì” alla cultura della vita, dal concepimento alla morte naturale, contro aborto ed eutanasia. La cultura di morte ha permesso l’eliminazione di 6 milioni di italiani da quando è entrata in vigore la legge 194 del 1978 che ha legalizzato l’aborto. La conclusione della marcia è toccata al dott. Antonio Oriente, Vice-presidente Nazionale dell’Associazione Italiana Ginecologi ed Ostetrici Cattolici ed esperto di problematiche femminili post-aborto. Egli ha voluto condividere il dolore del periodo in cui praticava aborti e la gioia della sua rinascita, anche spirituale, che è avvenuta quando anche lui si è schierato a favore della vita.


SIRIA. VIOLENTARE NON È PECCATO

La conquista del quartiere di Cheikh Maksoud da parte delle milizie anti-Assad avvenuta nei giorni scorsi potrebbe segnare il destino di Aleppo, la metropoli martoriata da mesi di cruenta guerra civile. «Quel quartiere – conferma all’Agenzia Fides padre David Fernandez, missionario dell’Istituto del Verbo Incarnato – si trova su una collina che domina Aleppo e rappresenta un settore strategico per chi vuole puntare a conquistare la zona centrale della città, dove ci sono anche i palazzi del governo». A Cheikh Maksoud i cristiani un tempo rappresentavano la maggioranza. Negli ultimi anni era diventata prevalente la popolazione curda, ma le famiglie cristiane erano ancora numerose, raccolte intorno alla chiesa armeno-cattolica e a quella greco-ortodossa. Padre David conferma a Fides che negli ultimi giorni più di trecento famiglie cristiane sono fuggite dal quartiere conquistato dai ribelli. «Almeno 120 cristiani – riferisce il sacerdote – hanno trovato rifugio nella casa dei fratelli maristi». Tra i fuggitivi circolano notizie su omicidi e stupri di donne perpetrati ai danni di famiglie che erano collegate all’esercito governativo. «Anche io ho sentito dire di questo – racconta padre David – ma le informazioni che arrivano sono tante e a volte contraddittorie, e per il momento non c’è modo di verificarle». Ieri è stata diffusa anche attraverso il social network Youtube la fatwa emessa da Yasir al-Ajlawni – uno sceicco salafita di origine giordana residente a Damasco – che dichiara lecito per gli oppositori del regime di Bashar al-Assad lo stupro perpetrato ai danni di «qualunque donna siriana non sunnita». Secondo l’inquietante sceicco, catturare e violentare donne alawite o cristiane non sarebbe contrario ai precetti dell’Islam. (GV) (Agenzia Fides 5/4/2013).

FOCUS

Donne… a voi (Papa Francesco)

All’Udienza generale di mercoledì 3 aprile, papa Francesco ha parlato delle donne. E ha ricordato la loro altissima missione di «dare testimonianza ai figli, ai nipotini, che Gesù è vivo, è il vivente, è risorto». Da sempre – ha ricordato Francesco – e fino ai nostri giorni, nella Chiesa le donne hanno avuto «un ruolo particolare nell’aprire le porte al Signore, nel seguirlo e nel comunicare il suo Volto». Come si può vedere, siamo ben lontani da quel genere di rivendicazioni che ci hanno propinato movimenti femministi, dottrine e partiti politici anticristiani negli ultimi decenni. Le donne sono state – ha ricordato Francesco – le prime testimoni della Risurrezione. «E questo è bello», ha detto. Sì, è davvero bello!


Criteri mondani?
(S.E. Mons. Luigi Negri)

Molti i giudizi positivi su papa Francesco. Ma con il pericolo di giudicare la Chiesa secondo criteri mondani. Lo scrive l’arcivescovo di Ferrara- Comacchio Luigi Negri, su La Nuova Bussola quotidiana (www.lanuovabq.it) del 10 aprile: «la riduzione del fatto del Papa a gradimenti o non gradimenti massmediatici, a comprensioni o incomprensioni di linguaggio, a corrispondenze con le attese o non corrispondenze con le attese della società, sono un segno di questa riduzione dell’avvenimento della Chiesa a dimensioni puramente umane». Come lo si evita? Ancora Mons. Negri: «una obbedienza profonda alla volontà di Cristo che si manifesta nella presenza di questo Papa», come sempre è stato con i suoi predecessori.


Schizofrenia
(Riccardo Cascioli)

È uscito il Rapporto di Amnesty International sulla pena di morte per il 2012. Su La Nuova Bussola quotidiana dell’11/4, il direttore Riccardo Cascioli si rallegra il calo delle esecuzioni nel mondo, ma rileva la palese schizofrenia di certe agenzie umanitarie, inclusa Amnesty. Che fa moltissimo contro la pena di morte, ma poi – scrive Cascioli – non solo «non dice nulla sugli aborti, ma addirittura da anni fa campagna all’Onu – e in singoli paesi – per far riconoscere l’aborto come diritto. Ma come: ci si addolora tanto per la messa a morte di un adulto – che magari avviene dopo un regolare processo per un grave reato – e poi si è addirittura in favore dell’eliminazione del più vulnerabile, del più innocente, del più indifeso tra gli esseri umani?». È così: oggi, solo la Chiesa difende integralmente l’uomo, ogni uomo.

IL TIMONE N. 123 – ANNO XV – Maggio 2013 – pag. 10 – 11

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