IL TIMONE n. 125 – anno 2013 –
IL TERZO SESSO DELL’AUSTRALIA
Il cosiddetto diritto all’autodeterminazione in materia sessuale raggiunge vette vertiginose di parossismo. L’ultima follia giunge dallo stato del New South Walles (Australia), la cui Corte Suprema ha pronunciato una sentenza d’appello riguardo la vicenda del cinquantaduenne Norrie May-Welby, che dopo essersi sottoposto, a ventotto anni, a un’operazione chirurgica di “cambiamento di sesso”, decide, nel 2010, di non sentirsi più donna e di optare per un sesso neutro. Né masculus né foemina. Norrie ritiene di avere diritto a un riconoscimento ufficiale della sua nuova sessualità e ricorre ai funzionari dell’anagrafe del New South Walles, i quali in un primo momento lo accontentano attestando nel certificato di nascita la sua neutralità. Quattro mesi dopo gli stessi funzionari si accorgono dell’assurdità di quel provvedimento, e procedono alla sua revoca. Norrie decide di impugnare la decisione dinanzi l’Administrative Appeals Tribunal, non riuscendo, però, a ottenere soddisfazione. Il ricorso, infatti, viene respinto, sull’assunto che se può variare l’orientamento sessuale, i sessi restano pur sempre due: femminile e maschile. Norrie ricorre alla Corte Suprema, la NWS Court of Appeal, trovando, questa volta, orecchie sensibili alle proprie istanze. I tre magistrati che compongono il supremo collegio, infatti, statuiscono all’unanimità che «sotto il profilo interpretativo, il termine sesso non può ridursi, nella sua accezione, a una dimensione binaria di “maschio” e “femmina”». Adesso l’Australia, con la citata sentenza, arriva a sostenere che i sessi non sono più due ma tre. E pensare che, da povero giurista, il sottoscritto ancora riteneva di doversi rifare a testi legislativi come lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale, adottato il 17 luglio 1998 ed entrato in vigore il 1 luglio 2002, il quale all’articolo 7, terzo comma, prevede testualmente che «con il termine “genere sessuale” si fa riferimento ai due sessi, maschile e femminile, nel contesto sociale », e che «tale termine non implica alcun altro significato di quello sopra menzionato». È proprio vero che la realtà corre sempre più veloce del diritto. Il problema è che il diritto rischia di non riuscire più a disciplinarla quando questa deraglia dai binari della logica e della razionalità. (Gianfranco Amato, www.lanuovabq.it 10/6/2013).
LA “PRIMA CHIESA”
È stata consacrata il 29 maggio scorso, nel primo anniversario della seconda grande scossa di terremoto nella bassa fra Modena, Mantova e Ferrara, la prima chiesa definitiva del post terremoto: la nuova parrocchiale di Medolla, progettata dallo studio Marazzi Architetti di Parma (il titolare, Davide Marazzi, è di Medolla). Il rito è stato officiato dal vescovo di Modena, Mons. Antonio Lanfranchi. La particolarità della struttura è data dalla sua versatilità: pur essendo un luogo di culto concepito per essere definitivo, esso potrà facilmente essere riconvertito qualora si dovesse pervenire in futuro al recupero della vecchia chiesa. Il parroco don Davide Sighinolfi si è lanciato nell’iniziativa immediatamente dopo le scosse con l’idea di dare una risposta tempestiva, sia funzionale che simbolica, alla comunità privata delle proprie chiese.
SRI LANKA: SALVE LE OSTIE
Cresce l’intolleranza religiosa in Sri Lanka: un gruppo di ignoti ha attaccato la chiesa cattolica di San Francesco Saverio ad Angulana, nell’arcidiocesi di Colombo. I vandali hanno distrutto un’antica statua della Vergine, per poi accanirsi sul tabernacolo: lo hanno staccato dall’altare tentando di dare fuoco all’eucarestia. Il fatto è avvenuto il 5 giugno scorso, ma al momento la polizia non ha ancora individuato i colpevoli. Da diversi mesi in Sri Lanka avvengono attacchi contro le minoranze religiose, in particolare cristiane e islamica. In genere si tratta di aggressioni architettate da gruppi di estremisti buddisti (il Bodu Bala Sena o il Sinhala Ravaya). Simili attacchi sono una novità per il Paese, dove di rado avvengono attacchi di matrice religiosa. Tra i fedeli dell’arcidiocesi c’è molto risentimento per quanto avvenuto. Secondo molti però, proprio durante l’attacco è avvenuto un piccolo miracolo, che ha rinfrancato il loro spirito e rinvigorito la loro fede. Sebbene il tabernacolo sia stato trovato del tutto imbevuto di cherosene – per gli agenti sono stati versati almeno 30 litri –, le ostie consacrate non hanno preso fuoco e sono rimaste intatte. «Questo – raccontano alcuni fedeli ad AsiaNews – è un miracolo forte, attraverso il quale Gesù dà un messaggio alla nostra società e a chi compie simili attacchi: nessuno può distruggere Cristo e il suo amore. Perché egli è morto, ha rinunciato alla sua vita per noi e poi è risorto. Nessuno può fargli nulla ». (AsiaNews, 10/6/2013).
PREMIO “FEDE & CULTURA” 2013 A PALMARO
È stato un successo il secondo Festival Nazionale di Fede & Cultura, promosso assieme al mensile “Radici Cristiane”: oltre 250 persone domenica 26 maggio hanno affollato l’ampio salone dell’Istituto Salesiano San Zeno di Verona, dove si è svolto l’evento. Applauditissima la relazione dell’ex-Presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, cui l’europarlamentare Lorenzo Fontana ha consegnato il premio “S.Giovanna d’Arco”, assegnatogli dall’editore di “Fede & Cultura” Giovanni Zenone per la coerenza con cui, pur tra le traversie, ha saputo sempre svolgere il proprio mandato al vertice della banca vaticana. Ha fatto seguito la relazione del direttore di Radici Cristiane, Roberto de Mattei, che ha evidenziato come «per risolvere la crisi economico-politica serva una riforma della mentalità e dei costumi». Alessandro Gnocchi ha poi presentato una nuova collana di Fede&Cultura, i Libri del ritorno all’Ordine, collana che ha lo scopo di «recuperare quanto è andato perduto», i valori smarriti. Altri autori – tra cui Guido Vignelli ed Emilio Biagini – sono intervenuti nel pomeriggio per presentare le loro opere. Un momento d’intensa commozione si è vissuto con l’assegnazione a Mario Palmaro, circondato da moglie e figli (v. foto), del premio Fede&Cultura, consegnatogli dalle mani del prof. de Mattei, «per quello che ha scritto e confermato ampiamente con la sua vita di marito e padre», nonché attraverso la malattia e la sofferenza, come ha spiegato Giovanni Zenone. È un esempio per tutti, poiché mostra «con gli occhi della fede cosa significhi essere cristiani» ovvero apostoli della Chiesa militante. (Mauro Faverzani, Corrispondenza Romana, 29/5/2013)
NORD COREA: IL ROSARIO CON I FAGIOLI
In una conversazione con Aiuto alla Chiesa che Soffre, il sacerdote sudcoreano P. Lee Eun-hyung, segretario generale della Commissione per la Riconciliazione del Popolo Coreano, organismo nato nel 1999 in seno alla conferenza episcopale coreana, ha descritto le tragiche condizioni della popolazione in Corea del Nord e raccontato dei suoi tre viaggi, l’ultimo nel 2011, nella capitale nordcoreana. «Ogni volta che sono stato a Pyongyang ho celebrato messa nella Chiesa cattolica di Jangchung, l’unica riconosciuta dal regime. Vi erano sempre molte persone sedute nei banchi, ma non posso dire se fossero davvero cattolici, perché mi era severamente proibito avvicinarli e parlare con loro». Padre Lee ha spiegato che quella di Jangchung è una chiesa alquanto singolare: la comunità è guidata da un laico che tutte le domeniche celebra la liturgia della parola. «Non potrebbe essere altrimenti perché non mi risulta che vi sia alcun sacerdote in Corea del Nord».
Il numero di cattolici rimasti nel Paese asiatico è pressoché impossibile da determinare. «Le autorità parlano di tremila fedeli, ma non sappiamo se il dato è attendibile né in che modo sia stato calcolato». Gli ultimi dati certi risalgono al 1945, anno della divisione delle due Coree, quando i cattolici nel Nord erano oltre 50mila e Pyongyang era nota come la Gerusalemme dell’Est. Oggi la Corea del Nord è tra i Paesi in cui la libertà religiosa è maggiormente negata, ma nonostante i lunghi anni di persecuzioni religiose padre Lee ritiene che almeno diecimila persone continuino in segreto a coltivare la propria fede cattolica. Una tesi che sembra trovare conferma in molte delle testimonianze dei rifugiati nordcoreani, che raccontano di donne anziane sedute in cerchio intente a contare i fagioli mormorando come se stessero recitando il rosario. Il sacerdote esclude invece la possibilità che esista una Chiesa clandestina nordcoreana, sebbene alcuni ritengano che ve ne sia una al confine con la Cina. (www.acs-italia.org, 7/6/2013).
PAKISTAN: I CRISTIANI “TRATTATI COME BESTIE”
I cristiani sono «trattati come bestie», viene negata loro la dignità di esseri umani: è la denuncia che giunge all’Agenzia Fides dal distretto di Kasur, nella provincia del Punjab. L’organizzazione non governativa “Lead” (Legal Evangelical Association Development), ha segnalato un altro episodio in cui i cristiani di Kasur subiscono abusi e maltrattamenti da parte dei musulmani. Nei giorni scorsi alcuni musulmani locali hanno abusato, deriso, percosso e umiliato pubblicamente uomini e donne cristiane, lavoratori agricoli o pastori. A scatenare la violenza fisica e psicologica, un banale sconfinamento di alcune greggi del cristiano Shoukat Masih, nelle terre di alcuni musulmani. Gli animali sono stati sequestrati e quando i fedeli sono andati a reclamarli sono iniziate le percosse. Il 2 giugno alcuni musulmani sono penetrati nella casa di una famiglia cristiana, percuotendo le tre donne Arshad Bibi, Sajida e Saruyia, spogliandole e poi costringendole a girare nude per le strade, mentre venivano derise e molestate, sotto gli occhi di tutti gli abitanti del villaggio, che non sono intervenuti. Lo stesso umiliante trattamento è stato riservato a due anziani cristiani, genitori di Shoukat Masih. Espressa la volontà di denunciareil fatto, «alcuni funzionari di polizia hanno fatto irruzione a casa nostra insieme a proprietari musulmani e ci hano minacciato di coinvolgerci in una causa penale» racconta Shoukat Masih. I fedeli si sono rivolti al rev. Saleem Gill e all’Ong “Lead”, guidata dall’avvocato Mushtaq Gill per chiedere assistenza legale. È stato così possibile registrare una denuncia ufficiale (“First Information Report”) sull’accaduto. Altre famiglie cristiane del luogo hanno raccontato di aver subito abusi e maltrattamenti dai proprietari terrieri musulmani, che sono loro datori di lavoro. (PA) (Fides 10/6/2013).
FOCUS
Identità cristiana (Papa Francesco)
Celebrando la Messa con i cardinali residenti a Roma il 23 aprile scorso, papa Francesco ha ricordato loro che «l’identità cristiana è un’appartenenza alla Chiesa» e ha affermato con decisione che «trovare Gesù fuori della Chiesa non è possibile». È, questa, una elementare, seppur “scomoda” verità della fede cattolica, forse indigesta ai fautori di un certo mal compreso irenismo religioso. Ma papa Francesco l’ha addirittura consolidata richiamando, nella stessa occasione, l’insegnamento di papa Paolo VI, per il quale «è una dicotomia assurda voler vivere con Gesù senza la Chiesa, seguire Gesù fuori della Chiesa, amare Gesù senza la Chiesa». I fratelli del “credo in Dio ma non nella Chiesa” e del “sono cattolico ma non pratico” dovrebbero meditare.
Ma quale coraggio? (Benedetto XVI)
Contestare la Chiesa stando “dentro” la Chiesa, come è di moda tra i cosiddetti “cattolici adulti”, è per molti un segno di libertà di coscienza e di pensiero. E anche di coraggio, ovviamente. Non la pensava così papa Benedetto XVI, che il 28 giugno 2009, in un’omelia a San Paolo fuori le Mura, tracciando un ritratto di questa categoria “cattolico adulto”, aveva detto: «Lo si presenta come “coraggio” di esprimersi contro il magistero della Chiesa. In realtà non ci vuole per questo del coraggio, perché si può sempre essere sicuri del pubblico applauso». E aveva aggiunto. «Coraggio ci vuole piuttosto per aderire alla fede della Chiesa, anche se questa contraddice lo “schema” del mondo contemporaneo ». Anche qui c’è da meditare.
Svegliarsi! (P. Gabriele Amorth)
Invitato dalla Fondazione Lepanto di Roma a tenere una affollatissima conferenza, il noto esorcista P. Gabriele Amorth ha ricordato le “tre regole” del demonio (in pratica la “professione di fede” dei suoi adepti): «fai quello che vuoi», «nessuno ti deve comandare» e «sei Dio di te stesso». Su questa strada, Satana – ha continuato P. Amorth – cerca di mettere l’uomo contro Dio, spingendolo a rinnegare le sue verità e a ribellarsi alla sua legge. Purtroppo, ci sono pastori che non si adoperano per contrastare adeguatamente l’opera di scristianizzazione della società perpetrata dal demonio, compresi certi Vescovi restii a nominare nuovi esorcisti, arrecando per questo gravi danni alle anime. Suggerimento: non sarebbe ora di svegliarsi?
IL TIMONE N. 125 – ANNO XV – Luglio/Agosto 2013 – pag. 10 – 11
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