15.12.2024

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News dall’Italia e dal mondo
1 Aprile 2014

News dall’Italia e dal mondo

 

Il Timone n. 132 – anno 2014 –

 

CRIMINALI CONTRO “NUOVI ORIZZONTI”. ARRESTATI

È stata smontata la campagna diffamatoria contro l’associazione Nuovi Orizzonti in Bosnia-Erzegovina e la sua fondatrice, Chiara Amirante, ingiustamente accusata di riciclaggio di denaro sporco. Contro tale organizzazione si sono mossi personaggi potenti e senza scrupoli, decisi a giungere con feroci pressioni alla confisca o all’estorsione nei confronti delle opere realizzate o in fase di realizzazione, in particolare la Cittadella Cielo Orizzonti di Pace, costruita per sostenere persone in condizioni di disagio. Ben 37 le ispezioni subite in un anno dall’organizzazione umanitaria, senza che sia stata trovata alcuna irregolarità; sistematico e pretestuoso l’ostruzionismo applicato contro ogni tipo di accoglienza residenziale, oltre ad avvertimenti mafiosi e minacce di attentati, ricevuti soprattutto da Chiara Amirante e dai suoi più stretti collaboratori; veicoli manomessi e permessi di soggiorno negati, nonostante due ricorsi vinti.
A favore di Nuovi Orizzonti si è schierato il tenore Andrea Bocelli con una lettera aperta che ha raccolto l’adesione di oltre 150 nomi illustri delle istituzioni, della cultura, del giornalismo, della magistratura, dello sport e dello spettacolo.
La missiva, inviata al Presidente della Bosnia- Erzegovina, Zivko Budimir, alle autorità, alle istituzioni e ai direttori delle principali testate, ha permesso di allertare la Procura e la Sipa di Sarajevo, la Polizia bosniaca contro la mafia e la criminalità organizzata. Sono state raccolte prove dell’azione ordita ai danni di Nuovi Orizzonti e dell’associazione Regina della Pace che hanno portato all’arresto di sei persone, tra cui due funzionari del Servizio per gli Affari degli Stranieri di Bosnia-Erzegovina.
L’auspicio è che ora vengano al più presto rilasciate le autorizzazioni per il progetto Cittadella Cielo Orizzonti di Pace, che si possa promuovere la formazione al volontariato internazionale, che non vi siano ulteriori ostacoli nel rilascio dei permessi di soggiorno agli operatori umanitari, che cessino nei loro confronti ispezioni e pressioni psicologiche. Il peggio pare comunque passato. (Mauro Faverzani, Corrispondenza romana, 5/3/2014). 


EGITTO. RAGAZZE CRISTIANE RAPITE

In Egitto, i rapimenti di giovani copte sono in aumento. «Prima della rivoluzione sparivano 4-5 ragazze al mese, oggi la media è di quindici», dichiara Ebram Louis, fondatore dell’Associazione per le vittime di rapimenti e sparizioni forzate (AVAED), che garantisce alle vittime e alle loro famiglie assistenza medica, psicologica e legale. «Dal 2011 si ritiene siano state almeno 550 le cristiane rapite», afferma, ma è quasi impossibile fornire stime esatte, poiché spesso i crimini e gli aggressori non vengono né riferiti né denunciati. Secondo l’AVAED, nel 40% dei casi le giovani – di età compresa tra i 14 e i 40 anni – vengono rapite, violentate e costrette a sposare il proprio carnefice dopo essersi convertite all’islam. L’elevato numero di ragazze scomparse e il ripetersi di un identico modus operandi hanno convinto avvocati, attivisti e sacerdoti che dietro ai sequestri vi sia una organizzazione capillare. Lo conferma l’avvocato cristiano Said Fayez: «In Egitto vi sono molte cellule islamiche dedite esclusivamente ai rapimenti di donne copte». Fayez riferisce inoltre di numerose cristiane che, una volta sfuggite ai sequestratori, chiedono di ritornare alla propria fede: almeno cinquemila negli ultimi diciotto mesi. «Chi di loro ha avuto dei figli dal matrimonio forzato deve però attendere – spiega l’avvocato –. Se lasciassero l’islam per riabbracciare il cristianesimo perderebbero i loro bambini, poiché la legge egiziana stabilisce che i figli piccoli debbano vivere con il genitore che pratica la “vera fede”. E ovviamente per “vera fede” s’intende l’islam». (Aiuto alla Chiesa che Soffre, 8/3/2014).

SLOVACCHIA. POLITICI MIGLIORI DEL POPOLO

Dopo la Croazia l’anno scorso, adesso tocca alla Slovacchia. Il Paese centroeuropeo si appresta a scrivere a chiare lettere nella propria Costituzione che l’unico matrimonio possibile è quello fra un uomo e una donna, e che tra l’altro è solo questo ambiente naturale che può consentire la crescita sana ed equilibrata dei figli. Alla fine di febbraio, infatti, alcuni parlamentari nazionali appartenenti a partiti cristiano-democratici e di centro-destra hanno depositato un progetto di emendamento costituzionale proprio per scongiurare ogni eventualità di legalizzazione delle “nozze” omosessuali. Ma la notizia nella notizia è che questa iniziativa politica di alto profilo ha ottenuto l’appoggio anche del primo ministro socialdemocratico del Paese, Robert Fico, il quale si è per di più trascinato dietro per intero il proprio partito, lo SMER. Insomma, anche la Sinistra slovacca sostiene apertamente il matrimonio naturale eterosessuale; del resto, si tratta solo di mettere apertamente nella Costituzione ciò che già la legge vigente del Paese sancisce. Ora, pare però che la popolazione slovacca sia favorevole alla legalizzazione dei matrimoni gay: un sondaggio del 2012 attestava a circa il 47% il numero dei favorevoli e al 38% quello dei contrari. Se le cose non si sono nel frattempo modificate, ciò significa di fatto che, per una volta tanto, lo scollamento fra cittadini e politica che attraversa ovunque la società contemporanea occidentale non è una cattiva cosa, con il ceto politico che, appunto per una volta tanto, si mostra migliore dei cittadini che lo hanno eletto. Senza contrapposizioni ideologiche. (www.iltimone.org 7/3/2014).


PAKISTAN. NON C’È PACE PER I CRISTIANI

I cristiani in Pakistan vedono violato il loro diritto ad avere luoghi di culto e persino un’abitazione. I cristiani del quartiere “Chak 3-4-L” a Okara, nel Punjab pakistano, hanno iniziato la costruzione di una chiesa sul terreno donato dal cristiano Akber Masih, residente nell’area. Hanno costruito le mura dell’edificio e posto una croce davanti al cancello principale del piccolo cantiere. Nei giorni scorsi, appena visto il simbolo cristiano, un folto gruppo di estremisti islamici è piombato nel cantiere con dei bulldozer, demolendo la costruzione avviata. I fedeli del luogo hanno presentato una denuncia alla polizia. Come riferito dall’Ong “Sharing Life Ministries Pakistan”, i colpevoli dell’abuso non sono stati arrestati, anche grazie agli appoggi politici di cui dispongono. I cristiani del quartiere che hanno chiesto protezione alle autorità civili hanno invece ricevuto minacce perché desistessero dal progetto di costruire una chiesa. Un altro allarme segnalato dalla comunità cristiana della capitale Islamabad riguarda le baraccopoli e i quartieri poveri (gli “slums”) della capitale, dove vivono in ghetti (chiamati “colonie”) le minoranze cristiane, povere ed emarginate. Sono quartieri che mancano delle più elementari condizioni e norme igieniche, come le condutture dell’acqua e le fogne. Nei giorni scorsi un giudice dell’Alta Corte di Islamabad ha ordinato all’Autorità per lo Sviluppo della Capitale di demolire tutti questi insediamenti, in quanto abusivi. Le colonie interessate dal provvedimento sono almeno dieci. Un funzionario del comune ha stimato che sarebbero circa 5.000 le famiglie cristiane, residenti in questi insediamenti, a ritrovarsi senza casa. I leader cristiani chiedono al comune di pensare a una sistemazione per i nuclei familiari, ormai da anni in città, per migliorare la condizione sociale ed economica delle persone delle minoranze nella comunità cittadina. (PA) (Agenzia Fides 11/3/2014).


NIGERIA. CRISTIANI NEL MIRINO

Oltre 500 cattolici uccisi e 20 chiese e case parrocchiali distrutte. È questo il bilancio delle vittime e dei danni inferti alla comunità cattolica nel nord-est della Nigeria dalla setta islamista Boko Haram, dal 2009 a oggi. Il rendiconto è stato delineato in un articolo del Catholic News Service of Nigeria, l’agenzia di notizie promossa dalla Conferenza Episcopale della Nigeria, firmato da Mons. Oliver Dashe Doeme, Vescovo di Maiduguri, capitale dello Stato di Borno, il luogo dove la setta è nata nel 2009. Mons. Doeme afferma che alla radice delle azioni di Boko Haram, che pure uccide in base a motivazioni religiose, c’è la corruzione: «La corruzione è il problema numero uno della nazione, l’insorgere di Boko Haram è un prodotto della corruzione. Il Governo Federale deve combatterla con forza». «È triste vedere come poche persone siedono su miliardi di naira» (la valuta locale), ha aggiunto Mons. Doeme. «I giovani coinvolti nelle attività di Boko Haram possono distanziarsi da esse se si dà loro l’opportunità di farlo». In un’intervista del 2011, Mons. Doeme aveva denunciato le connivenze di alcuni politici locali con Boko Haram: «Il coinvolgimento di alcuni politici nella setta è rilevante fin dalla sua fondazione. All’inizio si trattava di un gruppo creato per difendere gli interessi di certi politici, poi si è trasformato in una setta violenta, ma le connessioni politiche sono rimaste». Il fatto che Boko Haram colpisca anche la comunità musulmana locale è un indizio che la setta persegue obiettivi politici, al di là dell’etichetta religiosa attribuita alle sue azioni. Negli ultimi anni da Boko Haram si è staccata una fazione, Ansaru, che sembra seguire un’agenda internazionale avendo allacciato legami con altre formazioni jihadiste africane, come AQMI (Al Qaida nel Maghreb Islamico). (L.M.) (Agenzia Fides 11/3/2014).


FOCUS

Ecco il rimedio  (Papa Francesco)

Nell’udienza generale del 5 marzo 2014, Papa Francesco ha esortato tutti a evitare il pericolo di assuefarsi lentamente alla violenza, all’ingiustizia, al male. Che trionfano quando Dio viene dimenticato: «ci abituiamo a vivere in una società che pretende di fare a meno di Dio, nella quale i genitori non insegnano più ai figli a pregare né a farsi il segno della croce». In pratica: o si torna a Dio oppure non vi è rimedio e il mondo è destinato alla rovina. Per il Papa: «la Quaresima giunge come tempo provvidenziale per cambiare rotta, per recuperare la capacità di reagire di fronte alla realtà del male che sempre ci sfida. La Quaresima va vissuta come tempo di conversione». Ecco il rimedio: convertirsi!


La dottrina resta
  (Card. Gerard Muller)

C’è uno scollamento spaventoso tra l’insegnamento della Chiesa sull’indissolubilità del matrimonio e ciò che pensano nel merito i cattolici. È un fatto! Qualcuno però – anche tra i pastori – propone per questo di mutare la dottrina. Gli risponde il Card. Gerhard Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede: «Non possiamo ridurre la Rivelazione e la parola di Gesù Cristo perché tanti cattolici non conoscono la realtà». E aggiunge: «Ci sono tanti che non partecipano alla messa domenicale perché non sanno che valore ha per la loro vita. Non possiamo dire, come conseguenza, che la messa è meno importante! Sarebbe paradossale se la Chiesa dicesse: poiché non tutti conoscono la verità, la verità non è obbligatoria per il futuro». Si concorda su tutta la linea!

Equivoco  (Riccardo Cascioli)

Non ho «mai compreso l’espressione valori non negoziabili. I valori sono valori e basta». La risposta di papa Francesco a una domanda di Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera, ha suscitato un equivoco. Riccardo Cascioli, su La Nuova Bussola quotidiana (6-3-2014), rileva che «tanti sacerdoti, giornalisti, intellettuali che fino a pochi giorni prima amavano teorizzare la disobbedienza, sono diventati improvvisamente papisti al grido di “Basta con i valori non negoziabili”», sperando che dalla vita all’indissolubilità del matrimonio ora tutto diventi negoziabile. Per Cascioli, la risposta del Papa «va nella direzione opposta a quella auspicata da costoro». Il Papa fa capire «l’esatto contrario, ovvero che nessun valore in quanto tale è negoziabile».

IL TIMONE – Aprile  2014 (pag. 10-11) 

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