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13.12.2024

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News dall’Italia e dal mondo
2 Maggio 2014

News dall’Italia e dal mondo

 

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TIMONE n. 133 – Maggio 2014

 

GOTTI TEDESCHI AVEVA RAGIONE

 

 Ettore Gotti Tedeschi non soltanto non ha nulla a che vedere con atti illeciti commessi dallo Ior, ma addirittura è stato boicottato nella sua azione tesa a rendere trasparente l’Istituto per le Opere Religiose in accordo con la normativa internazionale e secondo il mandato conferitogli da papa Benedetto XVI. È quanto si evince dal Decreto di archiviazione per la posizione dell’ex presidente dello Ior, pubblicato dal Tribunale di Roma alla fine di marzo.

La vicenda è quella del sequestro allo Ior di 23 milioni di euro nel 2010, ovvero di due bonifici ordinati dallo Ior senza l’indicazione del proprietario del conto, in violazione della normativa antiriciclaggio. La responsabilità di tale violazione va attribuita – dicono i giudici – agli ex direttore e vice-direttore dell’istituto, Paolo Cipriani e Massimo Tulli. Gotti Tedeschi non solo era estraneo, ma a lui va attribuito il merito, dicono sempre i giudici, di aver compiuto tutti gli sforzi per rendere trasparente l’Istituto secondo gli standard internazionali. Prova ne sono la promulgazione della legge 127/2010 – le norme antiriciclaggio – e l’istituzione dell’Agenzia per l’Informazione Finanziaria (Aif) «in grado di intrattenere proficui rapporti con gli omologhi organismi operanti in altri paesi (e in Italia con la nostra Unità di Informazione Finanziaria)». Al contrario, le successive e contestate modifiche alla normativa antiriciclaggio devono essere ascritte a chi voleva frenare il processo di trasparenza.

Dunque, la realtà che emerge con chiarezza è quella di uno Ior dove la volontà di riforma di papa Benedetto XVI, che aveva scelto per questo scopo Ettore Gotti Tedeschi, ha dovuto fare i conti con il sabotaggio da parte di forze non meglio specificate. Lo scontro è poi culminato, come ben si sa, con la cacciata di Gotti Tedeschi nel maggio 2012 dalla presidenza dello Ior con accuse infamanti da parte del Consiglio di Sovrintendenza, ovvero il board laico dell’Istituto. Non bastasse, la Segreteria di Stato accompagnò il documento del board con un comunicato durissimo nei confronti di Gotti Tedeschi che non ha precedenti nella storia della diplomazia vaticana. Dopo le conclusioni della magistratura italiana, si attende ora una riabilitazione ufficiale da parte della Santa Sede.

 

 

 

ASIA BIBI: PROCESSO RINVIATO

 

Si infittisce il giallo dei continui rinvii del processo di appello per Asia Bibi. Questa mattina l’amministrazione dell’Alta Corte di Lahore – Pakistan – ha comunicato che il caso – l’unico di un corpus di processi in lavorazione – è stato rinviato “a data da destinarsi”. La tattica dei continui rinvii (il quarto in due mesi) costituisce «una lesione delle prerogative di giustizia per una cittadina pakistana, come è Asia», nota l’avvocato di Asia, il cristiano Naeem Shakir. L’avvocato aveva spiegato a Fides che, dopo il trasferimento di uno dei giudici, il caso di Asia era passato a un altro collegio, poi a un terzo. Il fatto è che «l’intero corpus dei processi che era appannaggio del primo collegio ora è in mano a nuovi giudici, e le udienze sono fissate tutte, tranne quelle per il processo ad Asia Bibi». L’amministrazione della Corte ha riferito che, per il caso di Asia, si dovrà aspettare il rientro, nemmeno certo, del giudice che era nel primo collegio, e potrebbero passare molti mesi. «Siamo delusi e frustrati. È una procedura non corretta e poco trasparente. Non c’è alcuna ragione plausibile perché solo il processo di Asia Bibi non venga messo a calendario. È un rinvio ingiustificato. Chiederò un incontro con il presidente dell’Alta Corte, per avere chiarimenti. Se non saremo soddisfatti, scriveremo una lettera come Consiglio dell’ordine degli avvocati», riferisce Shakir. Per Asia, da oltre 4 anni e mezzo in carcere, si profilano ancora diversi mesi dietro le sbarre, nella prigione femminile di Multan. (PA) (Agenzia Fides 14/4/2014).

 

 

 

INGHITLERRA. PER COMBUSTIBILE BIMBI ABORTITI

 

A quanto pare era una pratica diffusa. Secondo un’inchiesta di Channel 4 sono stati usati come combustibile oltre 15mila bambini abortiti per scaldare 27 ospedali inglesi. I feti venivano presi e, contrariamente ad ogni norma, erano gettati insieme ad altri rifiuti invece di essere seppelliti o cremati.

Dieci strutture sanitarie hanno ammesso di aver “smaltito” i bimbi insieme ad altri rifiuti “negli impianti usati per riscaldare le strutture”. Due aziende sanitarie hanno aggiunto che i feti sono “finiti separatamente – senza altri materiali di scarto – in speciali forni il cui calore veniva poi utilizzato per fornire calore ai reparti ospedalieri”.

Una deriva incredibile che non solo non riconosce alcun diritto all’innocente, ma che lo tratta alla stregua di spazzatura, di materiale riciclabile per gli scopi più diversi.

Certo il ministro della Sanità, Dan Poulter, è intervenuto subito e ha vietato “immediatamente” la procedura, definendola “del tutto inaccettabile”. E di certo la pratica è avvenuta nella perfezione burocratica e politicamente corretta del XXI secolo, con il consenso ignaro e scritto delle famiglie. Esattamente come è successo nell’Addenbrooke’s Hospital di Cambridge: lì, 797 feti sono stati distrutti nell’impianto di termovalorizzazione, ma le madri pensavano che fossero stati cremati. Eppure, già nel 2006 l’ospedale aveva ammesso di aver bruciato i resti insieme a siringhe e ad altri oggetti da buttare.

Giustamente Giulio Meotti de “Il Foglio” chiude il pezzo con: «Non è che hanno ragione i pro-life a paragonare l’aborto di massa a un Olocausto silenzioso?». (www.nocristianofobia.org  31/3/2014).

 

 

 

SRI LANKA: DAL BUDDISMO A CRISTO

 

«Vedere messa in scena la vita di Gesù ha cambiato la mia vita»: inizia così il racconto ad AsiaNews di Chandrarathna, 30enne buddista dello Sri Lanka, che dopo aver assistito a una rappresentazione della Passione di Cristo ha deciso di farsi cristiano. Una scelta radicale, per migliorare se stesso e «condurre finalmente una vita in pace».

Il giovane è nato nel villaggio di Beliaththa, nell’estremo sud del Paese, e da quando ha 22 anni vive nell’area di Wennappuwa, nel nord. Lavora per un imprenditore immobiliare e la maggior parte dei suoi conoscenti è cattolica. Tuttavia «non conducevo una bella vita. Bevevo e fumavo molto, e mi accompagnavo a una ragazza diversa solo per divertimento». Poi, nel marzo dello scorso anno, si ritrova a vedere una rappresentazione della Passione nella chiesa di Nostra Signora dei dolori, a Ninamadama.

«Andai a vederla con alcuni amici – ricorda – e notai che era molto vivace. Era qualcosa di diverso da quelle che avevo visto in passato. Era piena di significato e l’orchestra suonava in modo meraviglioso. Il giorno dopo sono tornato a vederla, e il mio entusiasmo cresceva nel conoscere la vera vita di Gesù. Compresi che la vita di Cristo è stata rivoluzionaria, e pensai: “Perché non posso essere fedele a Gesù?”».

Da quel momento, Chandrarathna inizia a leggere giornali cattolici, la Bibbia e il Vangelo: «Ho iniziato ad andare a messa e ho compiuto un pellegrinaggio al santuario di Madhu. Quando ho del tempo libero vado in chiesa, mi siedo e guardo Gesù sulla croce. Gli domando di perdonarmi per tutte le mie cattive abitudini». Nel corso di quest’anno, il giovane conosce un sacerdote, al quale confida la sua intenzione di diventare cristiano. «Dopo questa Pasqua – racconta – inizierò il mio cammino di catecumenato. Ora sono felice, perché so che un giorno diventerò un buon cristiano, la mia vita sarà benedetta e renderò felici i miei anziani genitori». (AsiaNews, 11/4/2014)  

 

 

 

 

FIVET. ERRORE DIETRO L’ANGOLO

 

Ha fatto clamore il caso dei genitori che dopo un intervento di fecondazione assistita al Pertini di Roma hanno scoperto che i gemelli che stanno aspettando non sono i loro. Il ginecologo Filippo Maria Ubaldi, del comitato direttivo Sifes (Società italiana di Fertilità e Sterilità), spiega: «Se si eseguono in modo corretto le procedure, la possibilità di sbagliare è minima: inferiore a un caso su mille». Inferiore a un caso su mille. Mettiamo pure che sia un caso su millecinquecento: bene, quante coppie si sottoporrebbero a fecondazione assistita se fosse detto loro «tranquilli, sappiate che è piuttosto raro, un caso su millecinquecento, ma resta la possibilità che il figlio che avrete non sarà vostro o non di tutti e due…». E questo, si badi bene, come dice Filippo Maria Ubaldi, «se si eseguono in modo corretto le procedure ». Figuriamoci quando non sono corrette… In realtà, la percentuale di errori nella fecondazione assistita – scambio di gameti o di embrioni – è uno dei segreti meglio custoditi del business della provetta, che se vedesse intaccata la fiducia delle coppie rischierebbe di essere drasticamente ridimensionato. Ma basta fare una ricerca su Google per imbattersi in un numero sterminato di casi. Lo scorso ottobre due americani, che avevano avuto due gemelle con fecondazione assistita presso la Ochsner Clinic Foundation, in Louisiana, hanno denunciato i medici dopo essere venuti a conoscenza che in uno scambio di embrioni all’interno della struttura erano stati coinvolti anche i loro. Carolyn and Sean Savage, pure loro statunitensi e protagonisti di un incubo simile, hanno raccontato la loro storia in un libro pubblicato nel 2011, dal titolo Inconceivable, inconcepibile. E sempre nel 2011 il quotidiano britannico Daily Mail (dagli Usa al Regno Unito, due Paesi all’avanguardia nel settore) dava conto di un’impennata di errori o errori sfiorati nei centri di fecondazione assistita inglesi: nel 2010 c’erano state ben 564 segnalazioni, circa 10 alla settimana… (www.iltimone.org 15/4/2014).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FOCUS

 

 

La vita è lotta  (Papa Francesco)

 

Verità scomoda e purtroppo dimenticata: la vita di ogni cristiano su questa terra è lotta! Così è stato per Gesù, così deve essere per ogni cristiano, nessuno escluso. Papa Francesco non teme di ricordarla spesso e l’11 aprile scorso, nell’omelia della Messa celebrata a Santa Marta, ha detto: «La vita di Gesù è stata una lotta. Lui è venuto a vincere il male, a vincere il Principe di questo mondo, a vincere il Demonio». Naturalmente, il Nemico non sta con le mani in mano e contro i cristiani il Diavolo organizza le tentazioni e «anche le persecuzioni». Noi cristiani «dobbiamo conoscere bene questa verità», ha detto il Papa. Il Timone, come ben sanno i lettori, fa la sua parte.

 

 

 

Il diavolo c’è  (Papa Francesco)

 

Il Diavolo c’è, è vivo e vegeto anche nel nostro tempo. E vuole allontanarci da Gesù Cristo. Lo ha detto papa Francesco nell’omelia della Messa celebrata a Santa Marta l’11 aprile scorso: «Tutti siamo tentati, perché la legge della vita spirituale, la nostra vita cristiana, è una lotta: una lotta. Perché il Principe di questo mondo – il Diavolo – non vuole la nostra santità, non vuole che noi seguiamo Cristo. Qualcuno di voi, forse, non so, può dire: “Ma, Padre, che antico è lei: parlare del Diavolo nel secolo XXI!”. Ma, guardate che il Diavolo c’è! Il Diavolo c’è. Anche nel secolo XXI! E non dobbiamo essere ingenui, eh? Dobbiamo imparare dal Vangelo come si fa la lotta contro di lui». E pensare a quanti “professoroni” in casa cattolica al diavolo non ci credono più!

 

 

 

Come pomodori…  (Tommaso Scandroglio)

 

Commentando su La Nuova Bussola quotidiana lo scambio di embrioni avvenuto all’Ospedale Sandro Pertini di Roma, Tommaso Scandroglio (www.lanuovabq. it 14/4/2014) si chiede: «Se l’uomo è ora individuato in una provetta con un codice a barre o un numero seriale – così come quando al supermercato dovete pesare i pomodori e pigiare sulla bilancia il numero corrispondente a “pomodori” – è naturale che le sviste siano all’ordine del giorno. Sì, all’ordine del giorno perché questa vicenda è ora sotto i riflettori dal momento che l’errore si è scoperto, ma chissà quante altre sostituzioni simili ci sono state, però non sono state rilevate. E dunque chissà quanti pargoletti ora girano per case di genitori che non sono i loro». Si concorda in toto.

 

 

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