Il timone n. 12 – anno 2001 –
Umorismo
Papa Pio IX possedeva una qualità comune a molti santi: l’umorismo. Troviamo diversi esempi nel bel libro di Don Giuseppe Cionchi, intitolato Il Pio IX nascosto (editrice Shalom). Eccone alcuni. A un cardinale che voleva rincuorarlo ricordandogli che la barca di Pietro, secondo la promessa di Gesù, non sarebbe stata preda della tempesta, Pio IX rispose: “È vero, ma il Signore non ha parlato dell’equipaggio”. Ad una ricca signora francese, che inginocchiatasi minacciava di restare in quella posizione fino a quando il Papa non le avesse detto ciò di cui aveva bisogno, Pio IX rispose: “Alzatevi, perché altrimenti rischiate di restare inginocchiata fino al giudizio universale. Quello che vorrei non me lo potete dare: ho bisogno infatti di due gambe nuove”. E ancora: un gendarme di Villa Borghese avvicinò Pio IX per chiedergli un favore: “Santo Padre, ho 25 anni di servizio e non mi vogliono dare la pensione”. E il Papa: “A me succede il contrario: non ho ancora 25 anni di servizio e fanno di tutto per mandarmi in pensione”.
Beati
Domenica 11 ‘marzo, Papa Giovanni Paolo II ha beatificato 233 martiri spagnoli, uccisi dalle milizie comuniste in odio alla fede negli anni della guerra civile spagnola (1936-1939). Si tratta di sacerdoti, suore e laici, che diedero la vita per testimoniare la loro fedeltà a Cristo e alla Chiesa cattolica. La gran parte di essi proveniva dalle regioni di Valencia e della Catalogna. Con questa nuova beatificazione, sale a 1229 il numero dei cattolici beatificati da Papa Giovanni Paolo II, in 124 cerimonie. Lo scrittore Vittorio Messori, presente alla cerimonia, ha ricordato in una intervista come nel corso della persecuzione spagnola furono oltre 7.000 i sacerdoti, i religiosi e le religiose uccise dai comunisti.
Diavolo
Nell’inverno 1983, a Torino, sponsorizzato dal Comune, fu organizzato un “carnevale esoterico” che il promotore, in una intervista, spiegava essere il tentativo di attirare gli spiriti oscuri e malefici sulla città, tranne in Piazza Statuto, considerata luogo centrale della magia nera. Cinque giorni dopo l’uscita dell’intervista, al cinema Statuto, nelle vicinanze dell’omonima piazza, si scatena un incendio che provoca la morte di 64 persone, 32 uomini e altrettante donne, tutti giovani, intatti, con la faccia annerita dal fumo. Si proiettava il film La Capra, che, come spiega Messori nel suo Pensare la storia (p. 62) in argot significa “la iella”, “la disgrazia”. Il “carnevale esoterico” fu sospeso. Ma se invece di scherzare col demonio, certi amministratori fossero stati più avveduti…
Aborto
Un giorno fu chiesto al professore statunitense Bernard Nathanson, noto in tutto il mondo per essere stato uno dei fondatori, nel 1969, della “Lega nazionale per il diritto all’aborto”, il permesso di filmare un aborto. Il professore, che ancor giovane aveva già praticato oltre diecimila aborti, accettò, coadiuvato da una nota femminista americana che filmò le immagini ad ultrasuoni in tempo reale. Terminate le riprese, a Nathanson fu chiesto di partecipare al montaggio del film. Confessa Nathanson: “Sono rimasto cosi orripilato dal vedere ciò che avevo fatto che, uscito per un momento dalla stanza, sono tornato per terminare il montaggio ma non ho mai più fatto aborti in vita mia”. Anche la femminista, sconvolta per quello che aveva visto, cioè per l’omicidio in diretta di un piccolo essere umano innocente, non trattò più il tema dell’aborto. Ricordiamo che nella nostra cosiddetta civile e democratica Italia vengono praticati oltre 130.000 aborti ogni anno.
Italiani
Nel suo bel libro “Doveroso elogio degli italiani” (BUR, Milano 2001), Rino Cammilleri riporta l’opinione di Leo Moulin, sociologo belga recentemente scomparso, agnostico poi convertito al cattolicesimo poco prima di morire, ex-massone ed ex-socialista, autore, tra altre opere importanti, di L’Europa a tavola. Stando a Moulin, la cucina cattolica è migliore di quella protestante e i motivi vanno ricercati nelle rispettive etiche religiose. Il protestantesimo ha compresso la gioia di vivere e l’uomo, solo davanti a Dio, assume tutto il peso delle sue azioni e delle sue colpe. Il rischio di “schiantarsi” o di fingere virtù che non si possiede è assai grande. Noi cattolici, al contrario, siamo più liberi perché alleviati dall’aiuto della Chiesa, specialmente nella Confessione dove possiamo ottenere con certezza il perdono sacramentale delle nostre colpe. Tutto questo si riflette anche a tavola: noi, più sollevati e gioiosi, amiamo la buona cucina; gli anglosassoni preferiscono il saloon. E si sa: spesso si beve per dimenticare.
Martire
Teodor Romza era un giovane vescovo ucraino, ucciso a 36 anni dai comunisti per odio a Dio e alla Chiesa. Il suo martirio sembra “riciclato sulla falsariga di un film del terrore”, scrive L’Osservatore Romano del 13 gennaio. Ecco i fatti. Il 27 ottobre 1947, Romza tornava da Lavki dove aveva consacrato una chiesa, in compagnia di due sacerdoti e due chierici. La carrozzella sulla quale viaggiavano fu investita da un autocarro carico di soldati. Si voleva far passare la morte del prelato per un incidente. La carrozzella venne distrutta, ma Romza e i suoi compagni ne uscirono illesi. A quel punto, i soldati, muniti di spranghe, li massacrarono di botte, lasciandoli esanimi e credendoli morti. Alcuni passanti soccorsero Romza e lo portarono all’ospedale di Mukacheve. Sacerdoti e chierici vennero dimessi; Romza, invece, le cui ferite erano più gravi, dovette rimanere ricoverato. Le sue condizioni migliorarono ma ecco che le suore basiliane che lo assistevano vennero improvvisamente allontanate e sostituite da un’infermiera “di fiducia” del regime comunista. Il 1° novembre 1947 l’infermiera lo avvelenò con il gas. Morì dicendo: “O Gesù…”. Che dire? Sono molti a pretendere scuse dalla Chiesa, ma per questo martire della fede, come per milioni di altri, ancora nessuno ha chiesto scusa alla Chiesa.
IL TIMONE N. 12 – ANNO III – Marzo/Aprile 2001 – pag. 19
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