Il Timone n. 18 – anno 2002 –
Protestanti olandesi.
A fine novembre 2001, il Sinodo delle chiese protestanti unite in Olanda ha deciso, con 113 voti a favore su 158, di riconoscere validità al matrimonio di coppie omosessuali. Il Sinodo rappresenta le due confessioni riformate più importanti del Paese e comprende anche i luterani, per un totale di circa 2.700.000 fedeli.
Nella decisione si afferma che potranno essere riconosciute solo le coppie sposate civilmente; almeno per ora, aggiungiamo noi. Che dire? Bisogna intensificare la preghiera per questi cristiani che, ostinandosi nella separazione dalla vera Chiesa di Cristo, la Cattolica, vivono una deriva dottrinale e morale inarrestabile.
Fascisti ebrei.
Secondo certi schemi culturali, durante il ventennio fascista si contrapposero un blocco clerico-fascista (perché la Chiesa, si dice, stava tutta dalla parte del Duce) e una minoranza ebraica, perseguitata ma compatta. Si tratta di una lettura superficiale ed errata. In realtà, come ricorda il coraggioso Vittorio Messori (Uomini, storia, fede, BUR, Milano 2001, pp. 132 ss), gli storici ben conoscono la notevole presenza ebraica in appoggio a Mussolini, dalla militanza nelle “camicie nere” sino ai finanziamenti che giunsero al movimento fascista da industriali, banchieri e proprietari terrieri.
Un esempio, tra i tanti, di questo consenso: nel giugno 1934, a regime fascista consolidato, i contribuenti della comunità israelitica di Torino, con votazione a scrutinio segreto per eleggere i Consigli della comunità, portavano alla vittoria con voto unanime (733 su 741) la lista proposta da combattenti e fascisti. Giubilo, per tale risultato, anche degli ebrei toscani, che inviavano un telegramma: “Bravi! Significativa vittoria Comunità subalpina segna prima fulgida tappa nostro programma rinnovamento. Alalà. Camerati fiorentini”.
Donne.
Vista la situazione di inferiorità in cui vivono le donne afgane, le si paragona a quelle del medioevo cristiano.
Paragone fuorviante. La donna dei cosiddetti “secoli bui” non era inferiore all’uomo come lo era, invece, nelle società romana, ebraica e islamica.
Ella poteva ricoprire ruoli di primo piano, senza contare regine o badesse, che pur furono numerose e cariche di grande responsabilità. Tra le professioni esercitate dalle donne nel Medioevo, prima loro precluse, vi era quella di medico. Luigi IX, il santo re di Francia, nella spedizione in Terra Santa portò con sé come medico una donna, di nome Hersent. Solo a partire dalla fine del XIII secolo, agli albori del “luminoso” Umanesimo, fu vietato alle donne di esercitare tale professione e all’università di Parigi la facoltà di medicina fu riservata ai soli uomini.
Si aspetterà il 1875 perché una donna, la francese Madeleine Brés, riesca a laurearsi in medicina (Federica Tacchi).
Leone I Magno.
Quanto deve l’Italia, e Roma specialmente, alla grandezza dei Sommi Pontefici?
Due fatti, uno noto l’altro meno: a metà del V secolo, gli Unni, guidati dal loro re Attila, invasero il Nord Italia, distruggendo Aquileia e Padova, saccheggiando Milano e Pavia, risparmiando Verona, Vicenza, Brescia e Bergamo che avevano aperto le porte al re barbaro, il quale avanzava verso il Sud seminando distruzione, terrore e morte. Una vera Apocalisse! Secondo una tradizione consolidata, Papa Leone I Magno (440-461) incontrò Attila e lo convinse a ritirarsi, risparmiando altri lutti e rovine alla popolazione civile. In altra occasione, Leone I Magno si adoperò per salvare i romani dalla furia di Genserico, re dei Vandali, che nel 455 saccheggiarono Roma. Il Papa riuscì a strappargli la promessa che nessun romano sarebbe stato ucciso.
Era il massimo che potesse ottenere. Dopo 14 giorni di saccheggio, Leone I Magno rimise a nuovo la Basilica di s. Pietro, restaurò la Basilica di s. Paolo, costruì una nuova Basilica in onore del Beato Cornelio vescovo e si adoperò per alleviare la miseria dei romani. Che gli devono esser grati!
Karl Marx.
Non amava Dio, Karl Marx, fondatore del comunismo scientifico, ma forse il demonio sì.
Almeno stando agli studi del pastore protestante Richard Wumbrand, rumeno, anch’egli ateo e marxista poi convertito, prigioniero prima dei nazisti e poi, per molti anni, dei comunisti. In un saggio pubblicato anni fa (Mio caro diavolo. Ipotesi demonologiche su Marx e sul marxismo, Paoline, Roma 1979), Wumbrand raccoglie diversi indizi che porterebbero a ritenere Marx un adoratore del demonio.
Un esempio: ancor giovane, nel poemetto “Invocazione di un disperato”, Marx scrisse: “Voglio vendicarmi di Colui che regna al di sopra di noi”.
Come si vede, non negava Dio: lo odiava! Nel suo poema Il menestrello, si legge: “I vapori infernali mi salgono al cervello. E lo riempiono finché io divento pazzo. E il mio cuore è completamente mutato.
Guarda questa spada: il Principe delle tenebre me l’ha venduta…”.
Solo indizi, si badi, ma sommati agli altri, numerosi e documentati, raccolti nel libro, suscitano un dubbio: che Marx fosse satanista?
IL TIMONE N. 18 – ANNO IV – Marzo/Aprile 2002 – pag. 21