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15.12.2024

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Non tutti sanno che…
31 Gennaio 2014

Non tutti sanno che…

Il timone n. 21 – anno 2002 –

 

Paradiso cubano.

Durante l’estate del 1994, scoppiarono violenti scontri nelle strade della capitale cubana, L’Avana.
Il dittatore comunista Fidel Castro fu costretto ad autorizzare l’esodo di 25.000 cubani che chiedevano di espatriare, stanchi di sopportare un regime che, oltre a privare delle libertà fondamentali, affama la popolazione con politiche sconsiderate. Da allora l’esodo non si è più fermato.
Castro tentò di arrestare queste fughe di massa, controproducenti per l’immagine di un regime che si presenta agli occhi dell’opinione pubblica occidentale come difensore dei poveri, facendo bombardare con sacchi di sabbia dagli elicotteri le zattere utilizzate dai fuggiaschi. Nell’estate di quell’anno, almeno 7.000 persone morirono in mare, scappando dal “paradiso” castrista. Ne dà notizia l’insospettabile Libro nero del comunismo, scritto da storici di sinistra (p. 620). Negli ultimi trent’anni, si legge, sarebbero almeno 100.000 i cubani che hanno tentato la fuga e si calcola che un terzo abbia perso la vita durante la traversata.
Inno di Mameli.
Non fu solo il Fascismo ad attingere ai miti della Roma pre-cristiana. Anche il Risorgimento si mosse in questa direzione.
Ne è prova l’inno nazionale della Repubblica italiana, quel Fratelli d’Italia che i nostri calciatori si ostinano a non imparare, nonostante i reiterati inviti del Presidente Ciampi. Scritto nel 1847 da Goffredo Mameli, un giovane poeta genovese vicino ad ambienti mazziniani, il testo è di chiara ispirazione massonica. I “fratelli” cui si rivolge perché insorgano sono quelli delle logge. La nazione è quasi deificata. L’Italia non deve aver padroni, ma essere solo “schiava di Roma”: la Roma di Scipio, il generale, il conquistatore, non la Roma degli Apostoli e dei Martiri.
Si comprende bene come a Goffredo Mameli siano dedicate, ancora oggi, molte logge massoniche.

Meglio celibi.

La richiesta di concedere ai sacerdoti cattolici la facoltà di sposarsi, se accolta, non solo contrasterebbe con l’insegnamento del vangelo e la prassi bimillenaria della Chiesa, ma esporrebbe quest’ultima a gravi pericoli in caso di persecuzione.
L’apologeta Rino Cammilleri, nel suo “Elogio del Sillabo” (Mondadori, Milano 1994, p. 158) ricorda che dopo la caduta del Muro di Berlino lo storico luterano Gerhard Bieser, in un voluminoso dossier, ha rivelato che ben 3.000 dei 4.000 pastori protestanti dell’ex Germania comunista erano diventati informatori della Stasi, la famigerata polizia segreta.
Stando a Bieser “i pastori sono sposati, hanno famiglia e, dunque, sono assai più facilmente ricattabili del clero cattolico, celibe”. Anche nella Chiesa ortodossa russa, durante la persecuzione cui fu sottoposta dai comunisti, si verificarono molti casi simili. I “pope” ortodossi venivano ricattati minacciando moglie e figli: difficile resistere in queste condizioni. La storia non lesina verdetti bene fa la Chiesa cattolica a tenere duro sul celibato sacerdotale.
Meteorologia.

In questi tempi si fa sempre più forte la consapevolezza che qualcosa sia cambiato nel clima.
Specialmente nel periodo estivo, le notizia meteorologiche risultano essere tra le più seguite da quanti organizzano le loro vacanze ai mari e ai monti, o si fermano in città. Bene: non tutti sanno che si deve a un sacerdote cattolico, il barnabita padre Francesco Denza (1834-1894) la nascita, primo in Italia, del Bullettino Meteorologico, una pubblicazione che rac-coglieva le osservazioni eseguite per servire da base a elaborazioni future. Il Denza fondò, inoltre, l’Osservatorio del Real Collegio Carlo Alberto di Moncalieri, di cui fu direttore fino al 1891 e organizzò una rete di Osservatori Meteorologici che giunse a collegare ben 250 Istituti in Italia e all’estero.
Fu chiamato a Roma da Papa Leone XIII per riorganizzare la celebre Specola Vaticana e, ammirato dal mondo scientifico internazionale, entrò in contatto con ben 800 istituzioni scientifiche. Come si vede, a uomini di Chiesa si devono anche notevoli progressi nel campo delle diverse scienze particolari. E qualcuno sostiene che scienza e fede non andrebbero d’accordo…

Sindone.

Ad ulteriore, ennesima conferma dell’autenticità della Sindone, il sacro lino che avvolse il corpo di Gesù, dopo la deposizione dalla croce, nel 1996 fu scoperta l’impronta di una monetina romana sulla palpebra superiore sinistra del volto sindonico. Si tratta di una piccola moneta coniata da Ponzio Pilato, sulla quale è scritto TIBERIOU KAICAROS, che vuoi dire” di Tiberio Cesare”. La monetina è stata datata: fu coniata alla fine del 29 e all’inizio del 30 d.C., con concordanza totale sia rispetto all’impronta della prima monetina trovata sulla Sindone (datata tra il 29 e il 31 d.c.) sia rispetto alla data della crocifissione di Gesù, che risale al 7 aprile dell’anno 30.
Poiché solo dal secolo XIX si è certi dell’identificazione delle monete di Ponzio Pilato, è assolutamente inverosimile che un falsario medievale le conoscesse e possedesse.

 

 

 

IL TIMONE N. 21 – ANNO IV – Settembre/Ottobre 2002 – pag. 21

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