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13.12.2024

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Non tutti sanno che…
31 Gennaio 2014

Non tutti sanno che…

 

Il Timone n. 26 – anno 2003 –


 

Nazisti e cattolici.

Firmando un Concordato con la Germania (20 giugno 1933), la Santa Sede tentava di assicurare la libertà religiosa in una terra dove il Nazionalsocialismo proclamava apertamente i suoi nefasti programmi. La violazione degli accordi iniziò ben presto. Nell’estate del 1935 cominciò la campagna anticattolica, scatenata dalle “rivelazioni” di un aderente alla gioventù hitleriana, secondo il quale i religiosi di un convento si adoperavano per corrompere i giovani della scuola da essi tenuta. Seguirono subito altre “rivelazioni” sui conventi di Fulda, Padeborn, Munster. Il tutto, ovviamente, seguito da arresti, processi, chiusura di scuole cattoliche, soppressione di pubblicazioni religiose, scioglimento delle organizzazioni confessionali e confisca dei beni.
Con l’enciclica Mit brennender sorge (1937) Pio XI avvertì il mondo sulla vera natura del Nazionalsocialismo.
Il resto è noto.

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Risorto!

Il 30 aprile 1623, Girolamo Genin, un giovane di circa 14 anni, cadde nelle acque del fiume Fier, nella Savoia francese. Suo fratello Francesco, che era con lui, tentò disperatamente di salvarlo, ma invano.
Il corpo fu ripescato molte ore dopo e deposto in un fienile in attesa della sepoltura. La sera di quello stesso giorno, due sacerdoti celebrarono, dinanzi al cadavere, gonfio e deformato, la veglia funebre. Il giorno dopo, il 1° maggio, alla presenza dei sacerdoti e di numerosi altri testimoni (di cui si hanno le deposizioni), la salma venne afferrata per essere deposta nella bara.
Con immaginabile sorpresa, il cadavere si rianimò e Girolamo Genin raccontò che gli era apparso il celebre vescovo san Francesco di Sales, al quale il giovane si era raccomandato prima di attraversare il fiume. Il miracolo della risurrezione, dopo un accurato esame, fu ritenuto valido per la canonizzazione del vescovo ed è citato nella bolla (1665) di papa Alessandro VII. Alla celebrazione della canonizzazione prese parte anche il risorto Girolamo Genin.

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Massone convertito.

Peter van Rudder faceva il giardiniere a Jabbecke, nella regione belga delle Fiandre. Lavorava alle dipendenze del visconte Alberich du Bus, notabile della Gran Loggia massonica del Belgio, senatore del partito anticlericale. Il 6 febbraio 1867 il van Rudder ebbe la gamba sinistra spezzata sotto il ginocchio dalla caduta di un albero. I medici constatarono la frattura di tibia e perone e l’esistenza di uno Spazio di ben tre centimetri tra i due tronconi della gamba spezzata. ti van Rudder venne visitato da celebri professori, ma rifiutò sempre di farsi amputare l’arto, nonostante i dolori atroci. Era convinto che la Madonna di Lourdes avrebbe provveduto. Così avvenne, infatti, ma non a Lourdes. Il 7 aprile 1875, egli si fece portare a Oostaker, sempre nelle Fiandre, dove da poco era stata costruita una riproduzione della celebre grotta pirenaica dove Maria era apparsa a Bernadette. Guarì improvvisamente. La tibia e il perone fratturati si erano istantaneamente ricongiunti e i tre centimetri mancanti in ciascun osso erano improvvisamente ricomparsi. Il visconte massone Alberich du Bus, vedendo il suo giardiniere ritornare guarito dal pellegrinaggio, si convertì al cattolicesimo.

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Uno zingaro Beato.

Si chiama Ceferino (Zeffirino) Jimenéz Malia il primo Beato che ha visto i suoi natali tra il popolo degli zingari. È stato Papa Giovanni Paolo II ad elevarlo agli onori degli altari in una commovente cerimonia in piazza san Pietro, a Roma, il 4 maggio 1997. Forse non tutti sanno che Zeffirino, convertitosi al cattolicesimo, divenuto terziario francescano e benefattore di tanti poveri, si era stabilito a Barbastro, una cittadina ai piedi dei Pirenei, in Spagna. Qui venne catturato nel 1936, mentre infuriava la guerra civile e i comunisti scatenavano contro la Chiesa una durissima persecuzione. La sua colpa, per i “rossi”, era quella di avere difeso un giovane sacerdote.
Zeffirino, conosciuto da tutti con il nomignolo di “Pelè”, venne fucilato nella notte del 9 agosto, nel cimitero di Barbastro. Solo in questa località, i comunisti uccisero 115 sacerdoti e religiosi e diverse centinaia di laici cattolici.

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Don Bosco.

Nel dicembre del 1887, meno di due mesi prima della morte, il vecchio, malato, ma sempre indomito san Giovanni Bosco ricevette a Torino, nella sua stanzetta di Valdocco, alcuni visitatori sudamericani che avevano attraversato l’oceano apposta per vederlo. Del gruppo faceva parte un giornalista cileno, venuto a chiedere l’aiuto del Santo: pur essendo ancora giovane, un’artrite deformante lo aveva colpito nel braccio e nella mano destra, impedendogli di usare la penna e, quindi, di lavorare. Don Bosco prese nelle sue quella mano malata, s’immerse nella preghiera e disse poi al visitatore: “Lei è guarito, ma sentirà sempre qualche doloretto, perché non si dimentichi della grazia fattale dalla Madonna”. E così, infatti, avvenne.
Conosciamo questo episodio grazie al bel libro di Vittorio Messori, intitolato “Il Miracolo”, che parla dello straordinario miracolo accaduto a Calanda, in Spagna, nel 1640, quando il giovane Juan Miguel Pellicer, al quale era stata amputata una gamba due anni prima, vide riattaccata istantaneamente la stessa gamba amputata.

 

 

 


IL TIMONE N. 26 – ANNO V – Luglio/Agosto 2003 – pag. 21

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