Il Timone n. 30 – anno 2004 –
Comunisti e preti ortodossi
In Russia, la “Commissione per la riabilitazione delle vittime della repressione del regime comunista”, presieduta da Aleksandr Jakovlev, anziano membro del Politburo, ha stilato un rapporto reso noto dalla rivista Russkaja Mysl nel numero del 18-24 gennaio 1997. Il documento copre l’epoca che va dal 1917 al 1980 e parla soprattutto dei cristiani ortodossi. Impressionanti i dati che vanno dagli anni 1937 al 1941. Nel 1937, anno del grande terrore, furono arrestati 136.900 preti ortodossi e di questi 83.500 furono fucilati. L’anno dopo ne vennero arrestati 23.800 e quasi tutti – esattamente 21.500 – furono fucilati. Nel 1939 furono arrestati 1.500 sacerdoti, considerando tutte le religioni, e 900 di essi vennero fucilati. Nel 1940 furono arrestati 5.100 preti e ne furono fucilati 1.100. Nel 1941 gli arrestati furono 4.000 e i fucilati 1.900. Il 27 novembre 1995, in una conferenza stampa, Jakovlev ha comunicato una cifra approssimativa delle vittime della repressione religiosa in Urss: 200.000 preti e milioni di credenti. Questi dati sono ricavati dal bel libro di Antoine Wenger, La persecuzione dei cattolici in Russia, San Paolo 1999, p.19).
Nazisti e preti cattolici
Bedrich Hoffmann, sacerdote ceco, prigioniero a Buchenwald e a Dachau dal 1940 al 1945 decide di raccogliere quante più testimonianze possibili per dimostrare l’esistenza di una dura persecuzione nazista nei confronti dei cattolici. A rischio della sua stessa vita, intervistò dei prigionieri, si inoltrò negli uffici dove erano archiviati i documenti ufficiali, prendendo appunti su quello che scopriva. I dati da lui raccolti, per ovvie ragioni incompleti, dimostrano che soltanto a Dachau erano imprigionati, a un certo punto, 2670 sacerdoti provenienti da Albania, Belgio, Croazia, Cecoslovacchia, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Inghilterra, Italia, Jugoslavia, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Polonia, Serbia, Slovenia, Spagna e Svizzera. Di questi, oltre 600 morirono nel campo, 325 morirono durante il cosiddetto “trasporto degli invalidi” ad altri campi, un eufemismo per “esecuzione segreta”. Le cifre riportate da Hoffman, pur essendo molto alte, sono certamente inferiori alla realtà. Ma sufficienti per vedere che il tributo pagato dai cattolici alla barbarie nazionalsocialista è stato pesantissimo. Si leggano notizie nel libro di Robert Royal, Martiri del ventesimo secolo, Ancora 2002, p. 162).
Mazzini e la reincarnazione
Giuseppe Mazzini, uno dei protagonisti del Risorgimento e fiero avversario della Chiesa cattolica, credeva nella reincarnazione, intesa come susseguirsi di vite di cui ciascuna segnava un momento di progresso rispetto alla precedente. Egli accettava perfino l’idea di vite precedenti degli uomini su altri pianeti e credeva che: «[…] il viaggio dall’una all’altra esistenza si fa come intorno ad una enorme piramide di guisa che, pervenuti ad una certa altezza, cominciamo a discernere il cammino percorso. Saliti al cacume, poi, lo si vede intero. Qui nella terra siamo in continuazione di viaggio provenienti da altri astri o pianeti». E’ proprio vero che quando ci si rifiuta di credere nel vero Dio non si smette di credere, ma si comincia a credere a tutto. La notizia è tratta dal bel libro di Francesco Pappalardo, Il mito di Garibaldi, Piemme 2002, p. 59).
Spagna: guerra civile
Nella guerra civile che insanguinò la Spagna nel trienno 1936-1939 e che vide contrapporsi le milizie anarchiche, comuniste, socialiste e repubblicane da una parte e le forze nazionaliste e cattoliche dall’altra, si registrarono episodi di efferata violenza dei quali furono vittime migliaia di sacerdoti cattolici. Uno di essi, Liberio Gonzales Novela, parroco di Torrijos, rivolgendosi alle milizie che lo tenevano prigioniero disse: “Voglio soffrire per Cristo”. Gli risposero che sarebbe morto come Cristo: lo spogliarono, lo frustarono senza pietà, gli legarono un tronco alla schiena, gli diedero da bere aceto e gli misero sul capo una corona di spine. Invitato a bestemmiare in cambio della cessazione di queste torture il sacerdote si rifiutò. Gli aguzzini discussero tra di loro su come eliminarlo. Alcuni volevano inchiodarlo a una croce, ma alla fine gli spararono. La sua ultima richiesta fu quella di morire rivolto verso i suoi aguzzini così da poterli benedire.
Agilità dei santi
Uno dei fenomeni mistici ben conosciuti e studiati è denominato “agilità”. Consiste nella traslazione corporale quasi istantanea da un luogo ad un altro, a volte lontanissimo dal primo. Si distingue dalla “bilocazione” perché non c’è simultaneità di presenza in entrambi i luoghi, ma unicamente traslazione da un posto all’altro. Tra i santi si sono verificati casi simili. S. Teresa racconta che una volta le apparve S. Pietro d’Alcantara, ancora vivente, nonostante si trovasse a varie leghe di distanza. S. Filippo Neri apparve molte volte mentre era ancora in vita. S. Antonio da Padova fece in una sola notte il viaggio da Padova a Lisbona e ritornò nella stessa maniera la notte successiva. Ed eravamo nel XIII secolo!
IL TIMONE – N. 30 – ANNO VI – Febbraio 2004 – pag. 25