Il Timone n. 31 – anno 2004 –
Persecuzione nazista
Ovunque la svastica esportò il suo malefico potere, i cattolici furono perseguitati. Dopo la rottura dell’alleanza tra nazionalsocialisti tedeschi e comunisti sovietici (patto Molotov-Ribbentrop), verso la metà del 1942 i tedeschi entrarono a Nowogrodek, allora in territorio polacco, oggi in Bielorussia, massacrando una cinquantina di ebrei. Il 31 luglio 1943, undici suore della Sacra Famiglia di Nazareth furono convocate al comando nazista, caricate su un camion, trasferite in una chiesa in collina e rinchiuse nella cantina dell’edificio sacro. Lo spazio era così angusto che dovevano fare i turni per sedersi. Il mattino successivo furono trasportate in una pineta e uccise con un colpo di pistola. Giovanni Paolo II le ha beatificate il 5 marzo 2000.
Persecuzione comunista
Ricordando le torture inflitte nei campi di prigionia albanesi, il gesuita J. Sardin, sopravvissuto, annotava nel suo diario (novembre 1950): «Nelle parti più muscolose delle gambe e delle anche venivano procurati dei tagli e, dopo che sotto la carne era stato messo del sale, le ferite venivano ricucite. Ad altri venivano messi i piedi nell’acqua bollente, finché non si staccava la pelle e poi venivano strofinati col sale. Il tendine d’Achille veniva trapassato con ferri incandescenti. Alcuni venivano appesi alle braccia per tre giorni, senza mangiare; dei fili elettrici venivano infilati nelle orecchie, nel naso, in bocca, nei genitali e nell’ano; aghi di pino accesi conficcati sotto le unghie delle dita; altri erano costretti a mangiare un chilo di sale, trattenendo così i liquidi per ventiquattro ore; si facevano estrazioni di denti senza alcun anestetico; venivano mandati al confino senza cibo e senza acqua fino quasi a morire di stenti o costretti a bere le proprie urine e a mangiare i propri escrementi; gettati nei pozzi degli escrementi, immersi fino al collo; stesi su letti di chiodi e coperti con materiale pesante; messi in cesti chiodati che poi venivano fatti girare rapidamente; a una suora furono infilati un gatto e un topo sotto l’abito; altre suore furono costrette a spogliarsi e a girare nude per le strade».
Filosofo discriminato
Il pensiero del filosofo Baruch Spinoza, nato ad Amsterdam nel 1632 da una famiglia benestante di Ebrei spagnoli, costretta a convertirsi, ma segretamente rimasta fedele all’antica fede, fuggita in Olanda per evitare l’Inquisizione, non si conciliava con il credo della religione ebraica. Nel 1656, Spinosa venne “scomunicato” e bandito dalla Sinagoga. Gli amici ebrei e i parenti lo abbandonarono.
La sorella gli contestò l’eredità paterna. La scomunica della Sinagoga, che comportava conseguenze sociali e giuridiche notevoli, lo isolò completamente dagli Ebrei. Morì nel 1677 di tubercolosi: aveva solo 44 anni.
Il curato d’Ars
Uno dei fenomeni mistici straordinari è il “discernimento degli spiriti”, cioè la conoscenza soprannaturale dei segreti del cuore comunicata da Dio ad anime elette. Nella vita di S. Giovanni Vianney (curato di Ars) leggiamo che “un giovane di Lione si era appena confessato quando il santo gli disse: «Amico, non hai detto tutto». «Aiutatemi voi, Padre: non posso ricordare tutte le mie mancanze ». «E quelle candele che hai rubato nella sagrestia di S. Vincenzo?». Era vero, ma lo aveva dimenticato. Un giorno il santo Curato chiese a un peccatore indurito: «Da quanto tempo non si confessa?». «Quarant’anni». «Quarantaquattro» replicò il santo. L’uomo tirò fuori la matita e fece una sottrazione sulla parete. «È vero» confessò. Una mattina, durante la Messa, una signora si presentò alla balaustra. Il santo le passò davanti due volte senza darle la comunione. Alla terza volta: «Padre mio – gli disse – non mi avete dato la comunione». «No, figlia mia, questa mattina avete mangiato qualcosa». La signora si ricordò che appena alzata aveva preso un po’ di pane. I fatti nel bel libro di Antonio Royo Marin, Teologia della perfezione cristiana, pp. 1078-79.
Il rabbino capo convertito
Roma, ottobre 1944, giorno di Yom Kippour. Il Rabbino capo Israel Zolli presiede il servizio religioso. È l’unico giorno dell’anno in cui il sommo sacerdote entra nel Santo dei Santi. Durante l’ultimo servizio, affiancato da due assistenti, accade un evento straordinario che il Rabbino ricorda così: «D’improvviso, con gli occhi dello spirito, vidi una grande prateria e, in piedi, in mezzo all’erba verde, c’era Gesù Cristo rivestito di un manto bianco. E allora, in fondo al cuore, sentii queste parole: Sei qui per l’ultima volta. D’ora in poi seguirai me!». Tornato a casa, dubitando in cuor suo, la moglie Emma gli confida: «Oggi, mentre eri davanti all’Arca e alla Torah, mi è sembrato di aver visto Gesù Cristo accanto a te. Era vestito di bianco e ti teneva una mano sul capo come se ti benedicesse».
Dubbio fugato. Il 13 febbraio dell’anno dopo, Israel Zolli e sua moglie si facevano battezzare nella Chiesa cattolica. Si legga il bel libro di Judith Cabaud, Il Rabbino che si arrese a Cristo, San Paolo, 2002, pp. 87-88).
IL TIMONE – N. 31 – ANNO VI – Marzo 2004 – pag. 25