Il Timone n. 37 – anno 2004 –
BILOCAZIONE
Di S. Alfonso leggiamo nel processo di canonizzazione che il 21 settembre 1774, mentre stava in Arienzo, cadde in una specie di svenimento. Egli rimase circa due giorni immerso in un dolce e profondo sonno, seduto su di un seggiolone. Uno dei suoi servi avrebbe voluto svegliarlo, ma il suo vicario generale, D. G. Nicola di Rubino, ordinò che lo si lasciasse riposare. Quando si svegliò, il santo suonò il campanello. Accorsero subito i suoi famigliari. Vedendoli molto spaventati, domandò loro: «Che cosa succede?». «Che cosa succede? – gli risposero – sono due giorni che non avete parlato, né mangiato, né dato alcun segno di vita». Rispose il santo: «Voi mi credevate addormentato. lo invece sono andato ad assistere il Papa che è morto or ora». Poco tempo dopo giungeva la notizia della morte di papa Clemente XIV, avvenuta il 22 settembre all'una pomeridiana; vale a dire nel momento preciso in cui S. Alfonso aveva suonato il campanello.
MARTIRI
Posta fuorilegge da Stalin nell'aprile del 1945, la Chiesa greco cattolica di Ucraina, che allora contava più di 4.500.000 fedeli, si trovò costretta a vivere nella clandestinità per oltre 40 anni, in condizione di terribile persecuzione. La vita catacombale comportava rischi enormi: in caso di scoperta si rischiava di perdere la vita. Durante il Sinodo dei Vescovi cattolici ucraini della diaspora, tenutosi a Roma il 22 settembre 1979, sotto la guida dell'eroico cardinale Josyf Slipyj, liberato dopo diciotto anni di internamento, di lavori forzati e poi esiliato, fu dichiarato che durante gli anni della persecuzione comunista furono eliminati complessivamente 10 vescovi, circa 1500 sacerdoti, 800 suore e decine di migliaia di fedeli, che suggellarono la loro fedeltà alla Chiesa e al Papa con il sacrificio della loro vita.
MISSIONARIO E SCIENZIATO
Il gesuita Eusebio Francesco Chini (1645-1711), oltre a occuparsi di varie scienze, fu un instancabile missionario. Stabilitosi a Dolores, al confine tra Messico e Arizona, si dedicò a migliorare la vita degli abitanti mediante l'insegnamento di nozioni teoriche ma anche di nuove tecniche per l'agricoltura e l'allevamento del bestiame. Riuscì a convertire al cattolicesimo tutti gli indios nel raggio di 200 chilometri, costruì nuove chiese, fondò molte missioni. Ma era anche scienziato. A lui si deve il calcolo esatto delle coordinate geografiche, lo studio della rete idrografica e la preparazione delle carte geografiche delle regioni in cui visse, specialmente dell'Arizona. Dimostrò anche che la Bassa California, contrariamente a quanto credevano i suoi contemporanei, non era un'isola ma una penisola. Lo Stato dell'Arizona gli ha dedicato una statua collocata nel Campidoglio, a Washington.
PIO XII E GLI EBREI
L'aiuto che la Chiesa cattolica, sotto la guida di Pio XII, offrì agli Ebrei durante gli anni della terribile persecuzione che essi subirono ad opera dei nazionalsocialisti, non si limitò solo all'ospitalità di innumerevoli sventurati nella chiese, nei conventi, nei seminari, nelle istituzioni cattoliche, ma si tradusse anche in aiuti economici. Il 5 febbraio 1944, attraverso il Nunzio apostolico di Bucarest, Pio XII inviò la considerevole somma di 1.350.000 lei al Consiglio Ebraico della Romania. Scrive lo studioso ebreo Théodore Lavi: «L'interesse manifestato dal Vaticano, in quel momento estremamente critico della primavera 1944, fu un fattore importante, che contribuì notevolmente alla salvezza degli Ebrei rumeni». Si legga l'ottimo libro di Andrea Tornielli , Pio XII. Il Papa degli Ebrei (Piemme), ricchissimodi dati e informazioni.
CROCIFISSO
Nel giugno 1968, nel corso di scavi archeologici compiuti a nord di Gerusalemme, nel cimitero di Giv'at ha-Mivtar, il ricercatore Nicu Haas, dell'Università ebraica di Gerusalemme, scoprì i resti di un uomo che era stato crocifisso ai tempi di Gesù. Stando all'iscrizione riportata dall'ossario, il crocifisso si chiamava Jehochanan Ben Haskul, era alto 1,67 metri e aveva un'età compresa tra i 24 e i 28 anni. Morì all'epoca dell'occupazione romana in un anno compreso tra il 6 e il 65 d.C., crocifisso con chiodi. I suoi talloni erano sovrapposti e trafitti da un chiodo della lunghezza di 12 centimetri e dalla punta incurvata, per non essere estratto dal legno. La tibia destra e la tibia e il perone sinistro presentavano fratture, perché i carnefici gli avevano spezzato le gambe, come era accaduto ai "ladroni".
Il ritrovamento ha confermato ben tre particolari dei Vangeli: l'utilizzo di chiodi per alcune crocifissioni (Gv 20,25); la rottura della gambe (Gv 19,32); la sepoltura dei condannati alla crocifissione (Mc 15,46; Mt 27,60; Lc 23,53; Gv 19,42). Molti particolari interessanti nel bel libro di Michael Hesemann, Titulus Crucis (San Paolo).
IL TIMONE N. 37 – ANNO VI – Novembre 2004 – pag. 25