Il Timone n. 54 – anno 2006 –
MUSULMANO “BUONO”
Nel discorso scritto consegnato da mons. Giuseppe Bernardini, l’arcivescovo di Izmir, in Turchia, al Sinodo dei Vescovi per l’Europa, tenuto nell’anno 1999, si poteva leggere questo fatto significativo: «In un monastero cattolico di Gerusalemme c’era un domestico arabo musulmano. Persona gentile e onesta, egli era molto stimato dai religiosi che ne erano ricambiati. Un giorno con aria triste egli disse loro: i nostri capi si sono riuniti e hanno deciso che tutti gli “infedeli” debbono essere assassinati, ma voi non abbiate paura, perché vi ucciderò io senza farvi soffrire». Secondo Bernardini non bisogna confondere la minoranza fanatica dalla maggioranza dei musulmani tranquilli e onesti, ma questi ultimi, a un ordine dato in nome di Allah o del Corano, non esiteranno ad obbedire.
COMUNISMO ATROCE
In una lettera giunta clandestinamente in Occidente dalla , Siberia, ai tempi del comunismo sovietico, pubblicata dalla I Commissione diocesana per la Chiesa del Silenzio di Urbania (Siberia, cimitero del popolo lituano, parte II, pp. 67-71) e scritta da un cattolico, si poteva leggere questa agghiacciante testimonianza: «Quando viene l’inverno dura 8 mesi e il freddo arriva a 60 gradi sotto lo zero. Ti vorrei scrivere qualcosa sulla regione di Krasnojarsk, dato che vi rimasi per 8 anni in un campo di concentramento. Vi infieriva la fame, ogni giorno morivano decine di compagni del comune destino. Dapprincipio gettavano i cadaveri fuori del campo, ma col crescere della fame, la mortalità aumentava spaventosamente. Allora gli affamati vivi cominciarono a mangiare i cadaveri e al mattino gettavano fuori soltanto le ossa. Gli uomini divennero fiere rapaci e in tal modo i vivi cercavano di salvarsi dalle fauci della morte».
CHIESA PERSEGUITATA
Il 10 dicembre 1948 la Chiesa greco cattolica di Romania, fedele al Papa, venne dichiarata fuorilegge da un decreto del governo comunista, con il concorso, purtroppo, del Patriarcato ortodosso di Bucarest. La Chiesa greco cattolica contava 1.500.000 fedeli, guidati da 6 vescovi e da 1834 sacerdoti. L’intera gerarchia episcopale venne arrestata. Cinque dei sei vescovi morirono durante la detenzione. Uno solo, Giulio Hossu, poi cardinale, resisterà 22 anni, passati tra prigioni e monasteri ortodossi, dove venne I rinchiuso, morendo in uno di essi. Vennero arrestati subito oltre 600 sacerdoti, gli altri si nascosero e furono scoperti più tardi. Una gran parte morì in prigione, subendo spesso atroci torture.
GUERRA GIUSTA
La dottrina cattolica contempla, in certi casi, il diritto e il dovere morale di fare la guerra. Ovviamente devono esserci dei validi motivi, quali la difesa della libertà (specialmente della libertà religiosa) e di «un minimo ordine negli affari internazionali». Una causa giusta, però, non è sufficiente. Occorre che chi conduce la guerra sia «un’autorità pubblica responsabile», animata da «un’intenzione onesta» e non da volontà di «vendetta o rappresaglia» e che l’azione di guerra sia «proporzionata», utilizzando i mezzi offensivi necessari «per vendicare la giusta causa» e per contenere gli effetti negativi sui civili. Per apprezzare l’opera della Chiesa in favore della pace, si legga il bel libro di Andrea Gianelli – Andrea Tornielli, Papi, guerre e terrorismo. Un secolo di magistero sui conflitti che sconvolgono il mondo (Sugarco 2006).
COMUINIONE TUTTI I GIORNI
Il grande pontefice san Pio X, con il decreto Sacra Tridentina Synodus del 20 dicembre 1905, risolse la storica controversia sulle disposizioni richieste per ricevere la comunione tutti i giorni. Le condizioni richieste sono: a) lo stato di grazia; b) la retta intenzione (ossia che non si faccia la comunione per vanità o abitudine, ma per piacere a Dio; c) è molto conveniente essere liberi da peccati veniali, ma non è assolutamente necessario; d) si raccomanda la diligente preparazione e il ringraziamento. Queste disposizioni sono valide anche ai nostri giorni, e il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 291 aggiunge che per ricevere degnamente l’Eucaristia bisogna osservare anche il digiuno prescritto dalla Chiesa e curare l’atteggiamento del corpo (gesti, abiti) in segno di rispetto a Cristo.
IL TIMONE – N. 54 – ANNO VIII – Giugno 2006 – pag. 25