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15.12.2024

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Non tutti sanno che….
31 Gennaio 2014

Non tutti sanno che….

Il Timone n. 64 – anno 2007 –

UN SOGNO DI DON BOSCO
È noto che don Bosco fece molti sogni premonitori in vita sua. Una notte, quando era giovane studente a Chieri, dove giunse nel novembre del 1831, sognò di svolgere un compito in classe di latino. Svegliatosi, scrisse il brano che ricordava interamente e lo tradusse con l’aiuto di un sacerdote che conosceva. Giunto in aula, il professore dettò esattamente quel brano e si vide consegnare pochi istanti dopo, dal giovane studente, la traduzione completa. Un’altra volta, Giovanni Bosco consegnò una traduzione di un brano dal latino un istante dopo che il professore ebbe finito di dettarla. Ci fu però una complicazione. Infatti, il giovane studente aveva scritto anche quella parte di compito che il professore avrebbe voluto dare, ma che all’ultimo momento aveva saltato perché gli pareva troppo lunga. Alla richieste di spiegazioni del professore, Giovanni Bosco rispose che aveva sognato la versione da tradurre.

ORRORE PER IL PECCATO

A Santa Teresa d’Avila il Signore fece “vedere” la condizione di un’anima che si trova in stato di peccato mortale. La santa la ricorda così: «Io so di una persona (parla di se stessa) a cui il Signore volle far vedere lo stato di un’anima in peccato mortale. Secondo lei, sarebbe impossibile, comprendendolo bene, che alcuno potesse ancora peccare, anche se per fuggirne le occasioni dovesse soffrire i maggiori tormenti immaginabili». In perfetta sintonia con la dottrina cattolica, S. Teresa sapeva che non vi è disgrazia più grande che possa capitare ad un uomo in questa vita, quella di compiere un peccato mortale, e che all’anima in quello stato non giovano a nulla neppure le opere buone che dovesse compiere. Il cristiano tuttavia sa che la Confessione è il sacramento istituito da Gesù per ottenere il perdono dei peccati.

I TESTIMONI DI GEOVA

La bibbia” dei Testimoni di Geova è largamente manipolata e falsificata allo scopo di sostenere le loro dottrine. Come è noto, essi negano la divinità di Gesù Cristo, la sua perfetta uguaglianza con il Padre e per sostenere questa eresia alterano molti versetti della Sacra Scrittura. Un esempio: nel Vangelo di Giovanni (14,9) Gesù, rispondendo a Filippo che gli aveva chiesto di mostrargli il Padre, cioè Dio, afferma: «Chi ha visto me ha visto il Padre». Da questa risposta risulta chiaro che Gesù si dichiara uguale a Dio. Dunque Egli è Dio. Ma questa verità non è accettata dalla “bibbia” geovista che altera il versetto del vangelo di Giovanni in questo modo: «Chi ha visto me ha visto [anche] il Padre». L’aggiunta di «anche», che nel testo originale greco non esiste, serve ai Testimoni di Geova per negare la divinità di Cristo. Si legga il documentatissimo volume di Valerio Polidoro, I Testimoni di Geova e la falsificazione della Bibbia (Ed. Dehoniane Bologna).

PRINCIPE DELLA CHIESA

Il cardinale Giuseppe Siri andava a trovare tutti suoi preti ammalati ovunque degenti. Un giorno chiese a P. Capponi, per molti anni suo confessore e padre spirituale, di accompagnarlo a visitare un tale – non era sacerdote – ricoverato in fase terminale in ospedale. Quel paziente, anni prima, aveva scritto una lettera a Siri di questo tenore: «Non vedo l’ora di incontrarla per sputarle sul muso!». Firmata nome, cognome e indirizzo. In meno di ventiquattr’ore il cardinale aveva risposto: «Il giorno tale all’ora tale sono a sua disposizione perchè lei possa fare quanto desidera. L’attendo». Nel giorno e all’ora stabiliti si presenta al cardinale l’autore della lettera. E Siri: «Eccomi. Faccia quanto desidera!». Tanto bastò per conquistare l’individuo che, congedandosi, disse: «Io non credo a niente, ma guai a lei se quando sentisse che sono ammalato non mi verrà a trovare». E così avvenne. Si legga il bel libro di P. Candido Capponi, Magna cum parvis. I fioretti del Cardinale Siri (Ed. Culturali Internazionali Genova, 2006).
FELICITA’ “LUMINOSA”

Malcom Muggeridge (1903-1990) era un celebre giornalista inglese, autore di molti libri e rettore dell’Università di Edimburgo nel biennio 1967-1968. Di religione anglicana, nel 1982 fece il suo ingresso nella Chiesa cattolica. Un giorno fu inviato a Calcutta, presso Madre Teresa per girare il film “Qualcosa di bello per Dio”. Le riprese si svolsero nella casa dei moribondi, un ex tempio indù che Madre Teresa aveva adattato per curarvi i malati terminali. Era così poco illuminato che l’esperto cameraman Ken McMillan pensava fosse impossibile filmare. Non ne sarebbe uscito nulla, secondo lui. Su insistenza di Muggeridge, un tentativo fu fatto. Quando il materiale fu sbobinato, con sorpresa si vide che le immagini girate apparivano invase da una luce soave, inspiegabile secondo il regista. Per Muggeridge, invece, la spiegazione era “semplice”: la felicità, espressione dell’amore, è luminosa di per sé, come ben sapevano i pittori del Medioevo cristiano che dipingevano aureole luminose sulla testa dei santi. La videocamera aveva captato questa luce senza la quale la pellicola non si sarebbe impressa. L’episodio è tratto dal bel libro di P. Angel Peña, Ritorno a casa. Cristiani, atei ed ebrei convertiti alla fede cattolica (Edizioni Villadiseriane, tel. 035-656764).

IL TIMONE – N.64 – ANNO IX – Giugno 2007 pag. 25

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