Il Timone n. 96 – anno 2010 –
SINDONE
Come è noto, nel 1988 la Sacra Sindone fu catalogata, con il metodo di datazione del radiocarbonio (14C), come un artefatto medievale. Ma secondo la sindonologa Emanuela Marinelli, «nella letteratura scientifica esistono casi clamorosi di datazioni incoerenti», perché «è accaduto che materiali moderni siano risultati vecchi di parecchie migliaia di anni, ma anche che campioni di parecchie centinaia o addirittura migliaia di anni abbiano fornito date nel futuro». E porta l’esempio di una mummia egizia del museo di Manchester che, sottoposta a datazione attraverso il metodo 14C, ha fornito date diverse per le ossa e le bende: queste ultime sono risultate a una prima datazione 800-1000 anni più giovani delle ossa e a una seconda datazione 220-460 anni più giovani. Non solo. A Zurigo, una tovaglia di lino non più vecchia di 50 anni (apparteneva alla suocera del direttore del laboratorio d’analisi) è risultata vecchia di 350 anni. A Oxford, invece, alcuni dipinti su pietra sono risultati vecchi di 1200 anni. Ma erano stati realizzati solo 11 anni prima dell’analisi con 14C. Si legga il bel libro di Emanuela e Maurizio Marinelli Alla scoperta della Sindone (Edizioni Messaggero Padova, 2010).
ROSMINI E L’OBBEDIENZA
Tra i 725 pensieri del ben noto studioso Romano Amerio, pubblicati con il titolo di Zibaldone e curati dal suo discepolo Enrico Maria Radaelli (Lindau, 2010), ne segnaliamo uno dedicato alla virtù dell’obbedienza, che «generata dalla virtù di umiltà è un contrassegno certissimo dello scrittore cattolico». Amerio ricorda il caso del sacerdote e filosofo Antonio Rosmini il quale, quando gli furono condannati nel 1849 «con procedimento subdolo» alcuni suoi scritti, accolse la decisione e si rivolse all’amico don Michele Parma con queste parole: «Io meditando la Provvidenza l’ammiro, ammirandola l’amo, amandola la celebro, celebrandola la ringrazio, ringraziandola m’empio di letizia. E come farei altrimenti se so per ragione e per fede che tutto ciò che avviene è voluto o è permesso da Dio, è fatto da un eterno, da un infinito, da un essenziale Amore? E chi potrebbe corrucciarsi all’amore?». Che esempio straordinario!
SAN PAOLO
Uno dei fenomeni mistici ben studiati dalla teologia consiste nella “visione”. Secondo S. Agostino, le visioni possono essere di tre tipi: corporali, spirituali (immaginarie) e intellettuali. La visione che ebbe San Paolo, sulla via di Damasco, fu ad un tempo corporale, quando vide coi suoi occhi la luce risplendente; immaginaria, quando gli fu manifestata la fisionomia di Anania nell’immaginazione; intellettiva quando intese quello che Dio voleva da lui.
GESÙ BAMBINO
Nel bel libro di Padre Serafino Tognetti, La Santa Messa. Riflessioni spirituali (Città Ideale, 2010), si racconta un episodio accaduto in Ungheria al tempo del comunismo. In una scuola elementare, la maestra voleva dimostrare che Dio non esiste. Lo fece invitando una bambina credente, di nome Angela, a chiamare a voce alta sua nonna, che, essendo morta, non avrebbe potuto rispondere. Poi la invitò a chiamare Cappuccetto Rosso e Barbablù. La bimba ribatté che, essendo personaggi da favola, non sarebbero venuti. «Rispondono solo i vivi, solo chi esiste, non i morti né i personaggi inventati»: questa la morale della “lezioncina” impartita dalla maestra. Che, alla fine, chiese ad Angela di chiamare a voce alta Gesù Bambino per constatare se esisteva davvero. Tutte le bambine chinarono la testa di fronte al sorriso ironico dell’insegnante. Che credeva di avere raggiunto il suo scopo. Ma Angela non si dette per vinta. E con uno slancio davvero singolare, invitò tutte le sue compagne a chiamare Gesù Bambino. Lo fecero a gran voce. Scrive Tognetti: «Allora la porta si aprì, e fu come se tutta la luce del giorno fuggisse verso la porta». La luce divenne come una sfera di fuoco, dentro vi apparve un bambino che sorrideva in silenzio. Le alunne dissero che la luce del giorno “sembrava nera al confronto”. Poi il Bambino sparì e la luce si dissolse a poco a poco. La maestra impazzì e fu rinchiusa in una clinica psichiatrica. Ripeteva in continuazione: «È venuto, è venuto!».
NATALE IL 25 DICEMBRE: È STORIA
Secondo l’evangelista Luca, l’arcangelo Gabriele annunciò a Zaccaria la nascita del figlio Giovanni il Battista mentre stava svolgendo le sue funzioni sacerdotali davanti a Dio, nel turno della sua classe, quella di Abia. Ora, questa classe, come tutte le altre, svolgeva il turno due volte l’anno. Una di queste due volte, secondo il nostro calendario solare, per gli storici corrispondeva all’ultima decade di settembre. In questo modo, si dimostra storica anche la data di nascita del Battista, avvenuta nove mesi dopo l’annuncio di Gabriele, dunque verso la fine di giugno (il 24?). Ma ne consegue che un fondamento storico ha anche la data dell’annunciazione a Maria, «sei mesi dopo», quindi nel marzo (il 25?) dell’anno successivo e questo fatto implica, secondo lo studioso don Nicola Bux, autore del pregevolissimo Gesù il Salvatore. Luoghi e tempi della sua venuta nella storia (Cantagalli, uscito a dicembre 2009 e già in ristampa), che di conseguenza «è storica la data del 25 dicembre, nove mesi dopo» per determinare la nascita di Gesù.
IL TIMONE N. 96 – ANNO XII – Settembre/Ottobre 2010 – pag. 25