Il Timone n. 99 – anno 2011 –
MADONNA DI CIVITAVECCHIA
Quando si parla della Madonna di Civitavecchia, di solito si fa riferimento alla statuita che nel 1995 ha lacrimato sangue nel giardino della famiglia Gregori e in casa del vescovo mons. Girolamo Grillo. Non tutti sanno che c’è un’altra statuina, uguale alla prima e posta nella grotticina davanti a casa in sostituzione dell’originale (che ora si trova nella Chiesa di S. Agostino, a Civitavecchia) che è fonte di fenomeni misteriosi. Infatti, da questa statua sgorga un liquido oleoso e profumatissimo. Il fenomeno è testimoniato da un gran numero di fedeli di tutte le categorie, oltre che da foto e riprese televisive. Papa Giovanni Paolo II era al corrente di questo fenomeno e nel febbraio del 2005 ricevette in dono delle “foglie” d’edera che crescevano attorno alla grotta. Gradì e ringraziò. Si legga il bel libro di Flavio Uboldi, La Madonna di Civitavecchia. Lacrime e messaggi (Ares 2010).
È PECCATO?
Edificante episodio raccontato dal siciliano Peppino Aulico, in un agile libretto intitolato Il mio grazie a Gesù (Shalom, 2010). Circa 30 anni fa, in una chiesetta, venne un giovane prete a parlare del Rinnovamento nello Spirito. All’incontro di preghiera di ogni sabato, il sacerdote invitava anche i membri di una comunità protestante. Un giorno chiese loro: «L’arcangelo Gabriele fece peccato quando disse alla Madonna: “Ave, piena di grazia, il Signore è con te”?». Risposero: «No!». Il giovane prete riprese: «Elisabetta fece peccato quando disse alla Madonna: “Tu sei benedetta tra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno”?». I protestanti risposero come prima: «No!». Il sacerdote: «E allora, perché noi non potremmo dire queste stesse parole alla Madonna? E perché sarebbe peccato pregare la Madre di Dio o anche qualche amico di Dio come i santi, per ottenere qualche grazia?». I protestanti si resero conto che il prete diceva la verità. Quel giorno – racconta Aulico – in quel paesino si pregò la Madonna insieme ai protestanti.
LA SPERANZA
La speranza è una virtù teologale infusa da Dio nella volontà, per cui confidiamo con certezza di ottenere la vita eterna e i mezzi necessari per giungervi con l’aiuto di Dio. L’oggetto primario della speranza è la vita eterna, è il Paradiso, mentre l’oggetto secondario è costituito da tutti i mezzi necessari per ottenere lo scopo primo.
EVOLUZIONISMO SENZA RAGIONE
Stando alle teorie evoluzioniste, alcuni tra i pesci, giunta l’ora, pensarono bene di “trasferirsi” sulla terraferma per evolversi in animali terrestri. Umberto Fasol, docente di Scienze Naturali, riflette sulla improbabilità – meglio dire: impossibilità – di questo “passaggio” che tanti libri di scuola danno per scontato senza dimostrarlo: «Perché mai un pesce dovrebbe uscire dall’acqua che conosce benissimo e in cui vive alla perfezione, per conquistare la terra di cui non conosce nemmeno l’esistenza? Anche se volesse farlo, quali mutazioni e quali selezioni dovrebbero accadere per: far cadere le squame, modificare le branchie in polmoni, vascolarizzare la pelle per consentire la respirazione cutanea, irrobustire tutto lo scheletro e tutta la muscolatura per i movimenti che sorreggono il corpo, creare arti anteriori e posteriori, modificare il sistema nervoso che controlla tutto il nuovo corpo, aggiungere atri e ventricoli al cuore, cambiare tutto il sistema enzimatico e ghiandolare in funzione del nuovo cibo, ampliare o comunque modificare tutti gli organi di senso, cambiare le modalità riproduttive, etc». E non solo! «Tutto questo – scrive Fasol nel suo stupendo Evoluzione o Complessità? La nuova sfida della scienza moderna (Fede & Cultura, 2010) – deve accadere insieme, altrimenti nulla di intermedio potrebbe funzionare». V’è da chiedersi davvero se sia ragionevole credere all’evoluzionismo.
«Non vi è nessuna possibilità di accordo fra marxismo e Vangelo. E noi non possiamo sacrificare il Vangelo al marxismo ». Angelo Giuseppe Roncalli, futuro Giovanni XXIII, nel 1956 – anno dell’invasione di Budapest – aveva idee chiare sul comunismo: «Ci troviamo in faccia a un errore dottrinale gravissimo e a una violazione flagrante della cattolica disciplina. L’errore è di parteggiare praticamente e far comunella con una ideologia, la marxista, che è negazione del cristianesimo». A lungo rinchiuso nello stereotipo del “bonaccione” e delle “aperture a sinistra”, Roncalli, visitando il 1° dicembre di quell’anno il campo dei profughi ungheresi a Jesolo, innalzò al Cielo un’accorata preghiera: «Signore Gesù, salvate il popolo ungherese, dategli la libertà, la prosperità e la pace, concedete il riposo eterno e la vostra luce beatissima ai suoi gloriosi morti, soccorrete gli esuli, proteggete i cittadini rimasti nella cara patria in lutto». Si legga il bel libro curato da Vincenzo Sansonetti I Messaggi del Papa Buono. Le parole di pace e fraternità di Giovanni XXIII (Rizzoli, 2010). Un’occasione preziosa per riscoprire la statura autentica del Beato.
IL TIMONE N. 99 – ANNO XIII – Gennaio 2011 – pag. 25