Il Timone n. 106 – anno 2011 –
I TESORI DELLA CHIESA
Nei primi giorni di agosto del 258 l’imperatore Valeriano ordinò che papa Sisto II fosse arrestato e decapitato il 6 agosto. Sulla via che portava al luogo dell’esecuzione, al Papa si fece incontro Lorenzo che, in lacrime, esclamò: «Dove vai, o padre, senza tuo figlio?». Papa Sisto consolò il suo Diacono e gli predisse che fra qualche giorno avrebbe subito anch’egli il martirio; e lo incaricò di distribuire tutto il tesoro della Chiesa ai poveri. Puntualmente, Valeriano convocò Lorenzo, ordinandogli di consegnare tutti i beni della Chiesa. Questo chiese tre giorni di tempo, che gli furono concessi e che gli bastarono per distribuirli ai poveri. Il terzo giorno li condusse davanti all’imperatore, spiegando che davanti a lui c’erano appunto i tesori della Chiesa. Valeriano furibondo lo condannò a morte crudele facendolo bruciare su una graticola. L’episodio è raccontato nell’agile libretto di Gerlando Lentini, La Chiesa popolo di Dio. Un breve ma completo trattato per tutti (Fede & Cultura, 2011).
ISLAM
Stando a quanto scrive Massimo Introvigne nel suo Islam, che sta succedendo? Le rivolte arabe. La morte di Osama Bin Laden. L’esodo degli immigrati (Sugarco, 2011), nel mondo islamico i terroristi ultra-fondamentalisti e i loro fiancheggiatori diretti sarebbero compresi tra le 50 e le 100mila unità. Tale forza numerica, se certamente costituisce la maggiore massa d’urto nella storia del terrorismo mondiale, corrisponde però solo allo 0,01% dei fedeli musulmani intesi complessivamente. Il grosso del mondo musulmano – stando a Introvigne – è costituito dai “conservatori” (oltre un miliardo di fedeli), i quali, sebbene siano molto distanti su questioni basilari come i diritti delle donne, la libertà religiosa, la poligamia, etc., sarebbero tuttavia «disposti a discuterne» (p. 19). Con costoro, la Chiesa cattolica è disponibile ad un confronto, ma a certe condizioni: che si rispettino i diritti umani e che vengano concessi nei Paesi musulmani quei diritti delle minoranze religiose che i musulmani reclamano per loro nei nostri paesi occidentali.
DISTRAZIONI
A tutti è capitato di distrarsi nel bel mezzo della preghiera, di dispiacersene e di chiedersi come rimediarvi. Non c’è un mezzo infallibile per sopprimere le distrazioni, insegna l’ottimo manuale del Royo Marin, Teologia della perfezione cristiana, perché solo negli stati contemplativi molto elevati o per uno speciale dono di Dio si può pregare senza distrazione alcuna. Però, si può fare molto con l’umiltà, con la preghiera e perseverando in questa. Utilissimo, alla fine dell’orazione, spendere qualche minuto esaminando le cause della distrazione e ricordare che ogni distrazione combattuta, anche se non completamente vinta, non compromette il frutto della nostra preghiera.
DARWIN E LE DONNE
Lo esaltano, molti ateisti, per aver formulato la teoria dell’evoluzione. È ancora considerato un antesignano della lotta alla superstizione religiosa. A ciascuno i suoi eroi, vien da dire. Non tutti sanno che Charles Darwin, proprio in virtù della sua teoria evoluzionista, pensava quanto anche segue: «Si crede generalmente che la donna superi l’uomo nell’imitazione, nel rapido apprendimento e forse nell’intuizione, ma almeno alcune di tali facoltà sono caratteristiche delle razze inferiori (il corsivo è nostro) e quindi di un più basso e ormai tramontato grado di civiltà. La distinzione principale nei poteri mentali dei due sessi è costituita dal fatto che l’uomo giunge più avanti della donna, qualunque azione intraprenda, sia che essa richieda un pensiero profondo, o ragione, immaginazione, o semplicemente l’uso delle mani e dei sensi… In questo modo alla fine l’uomo è diventato superiore alla donna». Leggiamo questa perla, compresa tra innumerevoli altre, nel già segnalato – sempre imperdibile – libro di Francesco Agnoli, Indagine sul cristianesimo (Piemme, 2010).
Come è noto, ricorre quest’anno il 150mo anniversario dell’Unità d’Italia, avvenimento epocale esaltato quasi unanimemente e celebrato con degni festeggiamenti cui hanno partecipato in tanti. Pochi sanno come anche don Bosco “festeggiò”, a modo suo però, gli avvenimenti del 1861. Ce lo ricorda Vittorio Messori, nel suo Pensare la storia (Sugarco, 2006). In marzo, Vittorio Emanuele II era proclamato re d’Italia. In maggio, il santo di Valdocco faceva uscire un numero delle sue Letture Cattoliche, con un “Appello ai cattolici”, dove scriveva: «Si fa guerra al Capo della Chiesa per distruggere, se fosse possibile, la stessa Chiesa e protestantizzare l’Italia. Si versa a piene mani lo scherno, lo sprezzo, il ludibrio sul Romano Pontefice, e ciò per renderlo spregevole. In tal guerra, che è guerra di Dio e nostra, tutti i veri cattolici si uniscano alla difesa del Papa, ossia della Cattolica Religione». Morale: se qualcuno ha ritenuto di non farsi coinvolgere più di tanto (o, forse, per nulla!) nella rievocazione dell’evento così tanto solennizzato, si consoli, sapendo di avere avuto, nel fare questa scelta, un illustre predecessore.
IL TIMONE N. 106 – ANNO XIII – Settembre/Ottobre 2011 – pag. 25