Il Timone n. 115 – anno 2012 –
Intervistato dal mensile Medjugorje (aprile 2012), lo storico Alberto Leoni ricorda che nel biennio 1983-84 l’ipotesi di un conflitto militare scatenato dal “Patto di Varsavia” (che riuniva i Paesi comunisti, sotto la guida dell’Unione Sovietica) era molto concreta. Il successo del blocco comunista era quasi sicuro, a patto che si riuscisse ad interrompere i rifornimenti dagli USA all’Europa. Tale compito venne affidato dagli strateghi militari comunisti alla Flotta del Mare del Nord di stanza a Murmansk e a Severomorsk. Ma accadde un fatto: nella notte del 13 maggio 1984 (si noti la data: anniversario delle apparizioni di Fatima) esplosero diversi silos situati a Severomorsk e contenenti proprio i missili della flotta. Ancora oggi, non sono note le cause. Di certo, vi è solo il fatto che il piano bellico fallì. Leoni ricorda che solo qualche settimana prima, il 25 marzo (si noti ancora la data: festa dell’Annunciazione), papa Giovanni Paolo II aveva consacrato al Cuore Immacolato di Maria il mondo intero (e la Russia in modo speciale, dice qualcuno). Solo coincidenze?
PREGARE E… OFFRIRE
Un giorno, fu chiesto a Lucia, alla quale, con i cugini Giacinta e Francesco, la Madonna apparve a Fatima nel 1917, se la Vergine Maria aveva chiesto loro di pregare per i peccatori. Avendo sentito Lucia rispondere di no, Giacinta, preoccupatissima, subito la rimproverò: «Tu stavolta hai mentito!». Ma Lucia, tranquilla, chiarì: «Per i peccatori, no! Ci disse di pregare per la pace, per finire la guerra. Per i peccatori ci disse di fare sacrifici». Per soddisfare la volontà del Cielo, i tre piccoli pastorelli (si ricordi che Francesco morirà nel 1919, a soli 11 anni, e Giacinta nel 1920, a dieci) cominciarono, tra l’altro, a portare una corda molto stretta ai fianchi, causa di un dolore notevole, offerto in sacrificio a Dio per i poveri peccatori. Poco prima di morire, Giacinta e Francesco consegnarono le loro corde a Lucia. Quella di Giacinta era macchiata di sangue e Lucia, non volendo che fosse scoperta, decise di bruciarla. Questo e molti altri fatti di straordinaria grandezza e santità, di cui hanno dato prova i tre pastorelli, si possono leggere nell’avvincente volume di Cristina Siccardi, Fatima e la Passione della Chiesa (Sugarco, 2012).
EUCARISTIA
San Tommaso d’Aquino spiega, nella Somma Teologica, che L’Eucaristia, che contiene Cristo, “in sé” ha il potere di rimettere anche il peccato mortale; ma “in relazione a chi la riceve”, se questi ha un peccato mortale e ne ha coscienza, l’Eucaristia non lo cancella, ma lo aggrava: perché dell’Eucaristia, cibo spirituale, può cibarsi solo chi è spiritualmente vivo. Se però qualcuno ha un peccato mortale e non ne ha coscienza, l’Eucaristia devotamente ricevuta lo cancella infondendo la carità.
LAICITÀ
Per alcuni, salvaguardare il valore della “laicità” dello Stato corrisponde alla sua completa autonomia dalla legge di Dio e dalla legge naturale. A difendere tale posizione si è visto, talvolta, anche qualche politico “di ispirazione cristiana”, in genere nel fronte progressista (ma non solo!), quando qualche anno fa – per fare un solo esempio – si tentava di far passare il riconoscimento delle “coppie di fatto” reclamando, appunto, la laicità dello Stato contro il parere della Chiesa. Non la pensava così Francesco d’Assisi, santo ammirato anche da tanti “laicisti”, che nella lettera ai Reggitori dei popoli scriveva: «E dovete dare al Signore tanto onore fra il popolo a voi affidato, che ogni sera un banditore proclami o altro segno annunci che siano rese lodi e grazie all’Onnipotente Signore Iddio da tutto il popolo. E se non farete questo, sappiate che voi dovete rendere ragione al Signore Dio vostro Gesù Cristo nel giorno del giudizio».
CARITÀ
Delle tante opere caritative realizzate da Maria Biffi Levati (1835-1905), fondatrice delle suore Misericordine, ci dà testimonianza l’agile libretto di Paola Scaglione, Unico fine la gloria di Dio (Ares 2012). Ciò che colpisce è il fatto che tali opere miravano tutte, ed esclusivamente, alla “gloria di Dio”, come dice il titolo. Preoccupazione primaria della Biffi Levati era infatti condurre anime in Cielo e per questo spese la sua vita facendo del bene. Una volta, sapendo che un certo Guerra diffondeva libri empi e irreligiosi, gliene acquistò una catasta pagandoli profumatamente. Ma non contenta d’aver eliminato una pericolosa fonte di idee anticristiane, tanto fece che riuscì alla fine a convertire il poveretto. Un’altra volta, un parente malato che si dichiarava irremovibilmente ateo le disse che si sarebbe convertito solo se fosse stato direttamente testimone di un miracolo. Raccontando ad una suora questo fatto, la Biffi Levati disse: «Il Signore permise che mi andasse bene una certa cosa…». Il miracolo era evidentemente avvenuto e il parente convertito.
IL TIMONE N. 115 – ANNO XIV – Luglio/Agosto 2012 – pag. 25
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