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10.12.2024

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Non tutti sanno che…
31 Gennaio 2014

Non tutti sanno che…

Il Timone n. 126 – anno 2013 –


SETTE REGOLE PER L’ARTE SACRA

Mons. Nicola Bux, coautore di L’arte, la bellezza e il Magistero della Chiesa (Edivi – Edizioni Settecolori, 2012), riprendendo le indicazioni dell’abate Christopher Zielinski, vicepresidente della Pontificia Commissione per l’Arte Sacra, elenca sette regole per fare arte sacra, sia essa architettonica, musicale o pittorica: 1. appartenere alla Chiesa; 2. proviene dagli Orientali e sostiene che per fare un’icona ci voglia il digiuno; 3. l’artista deve conoscere la liturgia (e l’autore si chiede giustamente come possa un architetto ateo progettare e costruire una chiesa?); 4. conoscere la Sacra Scrittura e la continuità con la Tradizione e il magistero (e si pone la medesima domanda); 5. la bellezza divina, fondamento ontologico dell’arte sacra e 7. l’umiltà dell’artista, perché non c’è bellezza migliore che lasciarsi trasformare da Cristo. Il volume raccoglie i contributi di un Convengo sull’arte sacra, tenutosi a Cosenza nel 2008.


CRITERI

In un bel libro intitolato Fratel Cosimo. Un bagno di luce (San Paolo, 2013), Padre Rocco Spagnolo, appartenente alla famiglia religiosa dei Missionari dell’Evangelizzazione, ci ricorda i criteri per verificare, almeno con una certa probabilità, il carattere soprannaturale o meno di presunte apparizioni. Ci sono criteri positivi: certezza morale, o almeno grande probabilità, dell’esistenza del fatto, acquisita con una seria indagine; qualità personali del soggetto o dei soggetti, loro equilibrio psichico, onestà e rettitudine della vita morale, docilità verso l’autorità ecclesiastica, ecc.; assenza di errori in materia di dottrina e spiritualità; frutti in materia di devozione, preghiera, conversioni, carità, etc. Ci sono anche criteri negativi: errore manifesto circa il fatto; errori dottrinali attribuiti a Dio o alla Vergine Maria; ricerca evidente di lucro; atti gravemente immorali compiuti nel momento o in occasione del fatto dal soggetto o dai seguaci; malattie psichiche o tendenze psicopatiche del soggetto con certezza che abbiamo influito sul presunto fatto soprannaturale; psicosi, isteria collettiva o altri elementi del genere.


GIOVANNI PAOLO II E MEDJUGORJE

Nel bel libro Medjugorje. Paradiso sola andata, Riccardo Caniato, senza anticipare il giudizio della Chiesa sulle apparizioni, ricorda alcuni incontri di Giovanni Paolo II con i veggenti. Nel 1987, Mirjana a Roma, che riferì queste parole del pontefice: «Se non fossi Papa, sarei già a Medjugorje a confessare ». Nel 1988, Marija, mentre il Papa è in visita a Parma. Il Papa le dà un buffetto su una guancia e le dice in croato: «Budi dobra! » (sii buona!). Nel marzo 1995 Vicka, che accompagna in Vaticano gli invalidi di guerra. Il Papa la riconosce: Tu non sei Vicka di Medjugorje? La ragazza fa cenno di sì e gli offre un Rosario: «Santo Padre, questa corona e stata benedetta direttamente dalla Madonna». Il Papa, sorridendo, la ringrazia, benedice e congeda con queste parole: «Tu prega la Madonna per me e io pregherò per te».

INSPIEGABILE!

Nel 1531, nei pressi di Città del Messico, la Vergine Maria apparve a Juan Diego, un indio da poco convertitosi al cristianesimo. Sul mantello dell’indio, oggi conservato presso la Basilica di Guadalupe, a Città del Messico, rimase impressa l’immagine della Madonna. Studi rigorosamente scientifici hanno mostrato che l’immagine è di fattura sconosciuta. Francesco Agnoli e Giulia Tanel, nel loro agile volumetto Miracoli. L’irruzione del soprannaturale nella storia (La Fontana di Siloe, 2013), ricordano che nel 1979, con un elaboratore elettronico, gli occhi della Vergine impressi nel mantello – si ricordi che il diametro dell’iride misura solo 8 mm – furono ingranditi fino a 2500 volte. Vi si vede benissimo l’intera scena del povero indio che apre il suo mantello davanti al vescovo Juan de Zumárraga O.F.M. e ad altri testimoni. Praticamente una “istantanea” che nessuna mano umana, né allora né oggi è in grado di costruire. Spiegano Agnoli e Tanel che quelle immagini, dato che non sono quelle che si sarebbero potute vedere dalla superficie della Tilma, hanno fatto ipotizzare che la Madonna “fosse presente”, benché invisibile, alla consegna della sua Immagine al vescovo.


I PAPI E LA SOCIETÀ

Dopo la perdita dello Stato Pontificio (1870), il Papa non ha mai rinunciato al suo diritto al potere temporale, che esercita direttamente sulla Città del Vaticano. Pochi sanno che il Papa ha tuttavia anche un potere “indiretto” sulle cose temporali. Spiega Roberto de Mattei, nell’agile libretto intitolato Vicario di Cristo. Il Primato di Pietro tra normalità ed eccezione (Fede & Cultura, 2013), che il Papa ha il diritto di esercitare un potere di intervento anche in quelle essenziali condizioni temporali che, indirettamente, permettono alla Chiesa di assicurare agli uomini il conseguimento della salvezza eterna. Ciò perché alcune questioni sociali – come quelle del matrimonio, della vita, dell’educazione dei giovani, della proprietà, della pace universale – possono diventare condizioni decisive nel favorire o nell’ostacolare la salvezza eterna degli uomini. Ecco perché la Chiesa, la cui missione soprannaturale riguarda proprio la salvezza eterna di tutti gli uomini, conserva il diritto di intervenire anche nelle questioni temporali.


IL TIMONE N. 126 – ANNO XV – Settembre/Ottobre 2013 – pag. 25

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