Il concetto di “Sacrificio” applicato alla Messa è estraneo – diceva il cardinale Ratzinger già nel 2001 – anche a molti liturgisti cattolici, che pensano il culto divino partendo dalla festa della Pasqua. Suor Maria Cecilia Pia Manelli, Francescana dell’Immacolata, sull’ultimo numero di Fides Catholica. Rivista di Apologetica teologica (Casa Editrice Mariana, n. 2 – 2013), ricorda invece che: l’uccisione e la manducazione degli agnelli – centro e cuore della pasqua ebraica – hanno sempre avuto un carattere sacrificale, a partire dai sacrifici degli agnelli che si facevano nel tempio; nell’Ultima Cena, inoltre, trova compimento il rito del sangue, prefigurato nell’Alleanza del Sinai, perché Gesù chiama il calice del suo Sangue “alleanza”, in stretto rapporto con il sangue delle vittime con cui Mosè asperge il popolo di Israele; infine, nell’Ultima Cena Gesù ci ha lasciato il modello esemplare e normativo di come si rende presente il Sacrificio del Calvario, nei suoi elementi essenziali: Pane e Vino, Corpo e Sangue di Cristo, che devono essere interpretati alla luce del Sacrificio del Calvario. Nessun dubbio: nella Messa si riattualizza il Sacrificio del Calvario, senza spargimento di sangue, è vero, ma pur sempre Sacrificio.
s. Maria Cecilia Manelli Fides Catholica. Rivista di Apologetica teologica Casa Editrice Mariana
NON TACERE LE CONSEGUENZE
Nel loro coraggioso Il sacramento del diavolo. Omosessualismo, sodomia e Cattolicesimo (Fede & Cultura, 2014), Carlo Di Pietro e Marcello Stanzione ricordano come san Pier Damiani mettesse in guardia dalle conseguenze del vizio della sodomia, che «uccide il corpo, rovina l’anima, contamina la carne, estingue la luce dell’intelletto, scaccia lo Spirito Santo dal tempio dell’anima, vi introduce il demonio istigatore della lussuria, induce all’errore, svelle in radice la verità dalla mente ingannata, prepara insidie al viatore, lo getta in un abisso, ve lo chiude per non farlo più uscire, gli apre l’Inferno, gli serra la porta del Paradiso, lo trasforma da cittadino della celeste Gerusalemme in erede dell’infernale Babilonia, da stella del cielo in paglia destinata al fuoco eterno, lo separa dalla comunione della Chiesa e lo getta nel vorace e ribollente fuoco infernale» (Liber Gomorrhanus). Dio non condanna certo l’omosessuale in quanto persona e la Chiesa – è noto – invita tutti a conversione. Ma sulle conseguenze del peccato non si può tacere. E san Pier Damiani non ha taciuto.
ANIMA CREATA
Nella Somma teologica, san Tommaso spiega così perché l’anima spirituale deve essere stata creata: a) l’anima spirituale è una sostanza, e dunque deve necessariamente cominciare ad esistere. Deve essere “prodotta”; b) ma non può essere prodotta da una preesistente sostanza “materiale”, perché l’anima è superiore alla materia; c) nemmeno può essere prodotta da una preesistente sostanza “spirituale”, perché le sostanze spirituali non si trasmutano. Ne consegue che l’anima deve essere stata prodotta dal niente, cioè creata. E solo Dio può creare.
C. Di Pietro – M. Stanzione Il sacramento del diavolo. Omosessualismo, sodomia e Cattolicesimo Fede & Cultura
IL DOLORE SALVA
Nel suo Teologia della perfezione cristiana, Royo Marin spiega che la sofferenza, cristianamente sopportata, porta innumerevoli frutti. Ricordiamone uno: grazie alla “comunione dei santi”, Dio accetta il dolore offertogli da un’anima in grazia per la salvezza di un’altra anima particolare o per quella dei peccatori in generale. È incalcolabile la forza redentrice del dolore offerto a Dio con fede e amore attraverso le piaghe di Gesù. Quando tutto sembra fallito, rimane sempre il dolore offerto per ottenere la salvezza di un’anima ostinata nel male.
GRAZIE AL CRISTIANESIMO
Nel 2002 un gruppo di turisti americani ha visitato l’Accademia delle Scienze Sociali di Pechino per ascoltare la conferenza di un accademico cinese. Parlando anche a nome di altri accademici, ha descritto la loro ricerca di ciò che ha garantito il successo dell’Occidente nel mondo. Dapprima pensavano che la ragione fosse nelle armi più potenti; poi che fossero i sistemi politici occidentali. Finalmente – ha detto – «negli ultimi venti anni abbiamo capito che il cuore della vostra cultura è la vostra religione: il Cristianesimo… Le fondamenta morali cristiane della vita sociale e culturale hanno reso possibile l’emergere del capitalismo e quindi la transizione alle politiche democratiche. Non abbiamo alcun dubbio al proposito». Commenta il card. George Pell, nel bel libro curato da padre Bernardo Cervellera Asia, la sfida del terzo millennio. I dieci anni di AsiaNews (Cantagalli, 2013): «Il funzionario cinese ha ragione, ma la sua diagnosi non sarebbe potuta essere più politicamente scorretta nel mondo che parla inglese, dati i nostri migliori e più evidenti sforzi per diminuire il nostro retaggio cristiano».
P. Bernardo Cervellera Asia, la sfida del terzo millenio. I dieci anni di AsiaNews Cantagalli
UNA MAMMA. LA FEDE E… IL CALCIO
La mamma del grande Giuseppe Meazza (1910-1979) si chiamava Ersilia. Grande donna, faceva la verduraia a Milano. Il suo piccolo Giuseppe, che già stravedeva per la sfera di cuoio (da bambino poteva giocare solo con una palla di stracci), aveva appena sette anni quando seppe che il papà era morto in guerra, era la Grande Guerra. La povera donna dovette vedersela da sola per mandare avanti la famiglia. E quando Giuseppe iniziò a calcare i campi di calcio più importanti, mamma Ersilia a cosa pensò? Nella sua praticità aveva capito che dare calci al pallone sarebbe stato il lavoro del suo Giuseppe, allora decise di far dire una Messa prima di ogni partita… e il suo Pepìn divenne quello del faso tuto mi! Anche chi non conosce il milanese, sa bene cosa significhi: faccio tutto io. Meazza prendeva il pallone, dribblava il dribblabile… e insaccava impietosamente. Certamente, Meazza era un grande campione, ma la fede della mamma e le Messe che faceva celebrare… ci hanno messo il resto. Si legga il gustosissimo libro di Corrado Gnerre, Il catechismo del pallone. Il calcio come metafora della vita. Riscoprire la dottrina cattolica con il gioco più bello del mondo, prefato dal mister Giovanni Trapattoni (Mimep-Docete, 2014).
Corrado Gnerre Il catechismo del pallone. Il calcio come metafora della vita. Riscoprire la dottrina cattolica con il gioco più bello del mondo Mimep-Docete
IL TIMONE – Aprile 2014 (pag. 25)
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