DIO NON SMETTE MAI DI STUPIRCI
Come sapete, Il Timone è nato per iniziativa di alcuni giovani – e meno giovani, come il sottoscritto – del tutto privi di esperienza nel campo dell’editoria.
Dopo diversi tentativi andati a vuoto, abbiamo cominciato a pubblicare a nostre spese il primo numero. Sono passati sette anni, quello che avete in mano è il fascicolo n. 55 e, per quel che possiamo prevedere, sembra che ne seguiranno molti altri. A Dio piacendo, ovviamente.
Il Timone è in crescita: il numero degli abbonati supera le diecimila unità, le copie vendute mensilmente nei ban-chi della buona stampa in centinaia di parrocchie sono più di duemila e dal mese scorso il nostro mensile è diffuso nelle maggiori librerie d’Italia.
Certo, non tutti apprezzano il nostro impegno. Mi dicono che in qualche libreria cattolica – sì, cattolica! – è arrivato l’ordine di non diffondere il nostro mensile. Non importa, noi andiamo avanti con l’aiuto di Dio e il vostro sostegno generoso e incoraggiante, cari lettori.
D’altro canto, sembra che il Signore ci stia colmando di favori. Come potete leggere nell’articolo di Sansonetti (pp. 10-13), il “Giorno del Timone” è andato benissimo. Più di mille presenze, forse oltre 1500. Stand, mostre, conferenze, ospiti prestigiosi come il cardinale Joseph Zen, vescovo di Hong Kong, e poi Messori, Introvigne e il vescovo Mons. Negri.
Ma soprattutto la gioia tangibile di tanti nostri lettori. Ricevo telefonate, lettere e messaggi mail che mi trasmettono sentimenti di ammirazione e gratitudine per quello che stiamo facendo. Naturalmente inoltro tutto a Dio. Il merito è sempre e solo suo. Viviamo tempi difficili, ma non perdiamo la speranza. Anche di fronte a quelle notizie che testimoniano la volontà ostinata di tanti politici di disobbedire alle leggi del Creatore, non ci perdiamo d’animo. Noi andiamo avanti per la nostra strada, sperando di poter guadagnare anime a Dio e alla Chiesa.
Certo, non siamo insensibili riguardo a ciò che accade. Il peccato sembra guadagnare terreno. La sfrontatezza di chi si batte per una società dove Dio non abbia voce in capitolo, la fede sia relegata – quando va bene – in un cantuccio dell’anima e la verità non abbia diritto di cittadinanza sembra travalicare ogni limite. I giornali riportano quotidianamente, raccolte dalla bocca di illustri politici e opinionisti, proposte di abrogare dall’orizzonte della nostra civiltà la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, la difesa della vita nascente, il rispetto dei più elementari diritti umani. Il nostro dolore è reale, il nostro dispiacere sincero, anche perché tanti cattolici hanno da-to fiducia a questi signori, dai quali ora sono ripagati malamente.
Non temiamo di dire che il nostro dispiacere è innanzitutto per le offese fatte a Dio, che vuole bene a tutti, anche a coloro che lo disprezzano; poi, perché sappiamo che nessun peccato resterà impunito e ci addolora vedere quanti se ne commettono. E, infine, perché la storia insegna che facendo a meno di Dio si vive peggio.
Che fare dunque? Semplice: pregare, formarsi e operare. San Paolo, scrivendo ai cristiani che vivevano ad Efeso, spiegava che la nostra battaglia non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro le potenze delle tenebre.
L’odio metafisico, ovvero diabolico, che sembra ispirare le decisioni di molti chiamati a governare popoli e nazioni non deve tuttavia spaventarci. Noi sappiamo che Cristo ha vinto il mondo.
Il disprezzo nei confronti della Chiesa, della sua storia e della legge morale che insegna non ci fa dimenticare – con buona pace di tanti suoi nemici – che la Chiesa, in duemila anni, ha seppellito tutti i suoi avversari. Basta ave-re un po’ di pazienza: seppellirà anche quelli che oggi la combattono.
E, forte della sua invincibilità («le porte degli inferi non prevarranno»), assicurerà per tutti la sua potente preghiera.
IL TIMONE – N. 55 – ANNO VIII – Luglio/Agosto 2006 – pag. 3