15.12.2024

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Pensierini per l’anno nuovo
31 Gennaio 2014

Pensierini per l’anno nuovo

 

Il nuovo anno offre l’occasione per richiamare alcuni punti fermi, utili a rischiarare il nostro cammino in questa “valle di lacrime”.
Come è noto, stiamo attraversando una crisi molto seria che investe tanti Paesi e interessa anche molti lettori del nostro Timone.
Ora, non certo per cercare illusorie consolazioni, ma piuttosto per guardare in faccia la realtà della nostra quotidiana esistenza e giudicarla con la ragione illuminata dalla fede, sarà bene tener presente alcune elementari verità, proprie del cristiano.
La prima: qualunque sia la nostra condizione, Dio ci ama, guida, custodisce e ci sta preparando ad una realtà ultraterrena inimmaginabile, traboccante di una felicità tanto indubitabile quanto indescrivibile. Tutto ha un termine, in questa terra siamo solo di passaggio e affannarsi più del dovuto per questioni la cui durata non potrà oltrepassare quella della nostra esistenza terrena non conviene a chi mira in alto.
E noi, sia detto senza presunzione, siamo chiamati a puntare molto, molto “in alto”. Questa verità non è figlia di un intenso lavorio autoconsolatorio, non nasce da pratiche autopersuasive grazie alle quali, a furia di insistere, ci convinciamo di un fatto che in realtà non c’è, ma è fondata su un evento realmente accaduto nella storia, del quale siamo certi per fede e del quale la nostra ragione – pur nei suoi limiti – trova traccia e conferme: Dio si è fatto uomo per riaprirci le porte del Cielo, riscattandoci da una condizione irrimediabile che ci avrebbe destinato all’eterna disperazione. Scriviamolo con parole più semplici, anche se – purtroppo – dimenticate: Gesù Cristo ha pagato con il suo sangue il nostro riscatto, perché dopo il peccato originale eravamo destinati all’inferno e ora, invece, abbiamo la speranza concretissima di guadagnarci il paradiso. Ci pare poco? Se tale certezza fosse sempre presente al nostro animo, non affronteremmo forse l’esistenza quotidiana con uno sguardo più limpido, con minori affanni, con un cuore più sereno, nonostante i mille problemi che ci affliggono?
La seconda: in questo cammino, Dio ha pensato bene di donarci altri “compagni di viaggio”, per trovare anche in loro guida, soccorso, condivisione.
Chi sono?
Sua Madre, innanzitutto, Maria, che è anche – realmente, concretamente, indubitabilmente – nostra Madre. La migliore delle madri possibili, alla quale possiamo rivolgerci con la certezza assoluta di essere ascoltati, proprio come ogni madre fa con i suoi figli. Con una Madre così, chi potrà mai disperarsi quale che sia la prova, la difficoltà, la croce che la vita pone innanzi? Potrà mai una Madre di tal fatta dimenticarsi di noi? Lasciarci soli anche per un istante?
E poi, la Chiesa, e nella Chiesa in primo luogo il Papa. Senza di lui, quanta confusione nelle nostre menti, spesso incapaci di districarsi tra il groviglio di mille proposte accattivanti, suadenti, eppur pericolose per la nostra vita cristiana. Quanti abbagli prenderemmo, quante decisioni sbagliate che costerebbero care. Sì, veramente care, perché se si sbaglia nelle cose della fede il prezzo da pagare non è quello della disgrazia economica, della salute perduta, del lavoro precario, etc. No, qui è in gioco la vita eterna. Nella Chiesa, inoltre, riceviamo i Sacramenti, Confessione e Comunione innanzitutto. Pare poco avere la possibilità di ottenere infallibilmente il perdono per le nostre colpe con la confessione sacramentale? E nutrirci realmente del Corpo di Cristo nella Comunione? E ricevere in dono, con la sacra particola, anche tutti i doni di sapienza, scienza, intelligenza che sono propri del Figlio di Dio e che solo per colpa della nostra miseria spirituale e della nostra poca fede non siamo in grado di accogliere che parzialmente?
Pensiamoci bene: se radicassimo nell’animo queste considerazioni tutto sommato semplici, se pensassimo di più al futuro di indescrivibile felicità che ci attende, vivremo questo 2012 appena cominciato – qualunque siano le prove che affronteremo – con quella gioia unica e inimitabile che invade un cristiano che si sa amato, guidato e salvato. Non è poco, vero?

 

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IL TIMONE n. 109 – Anno XIV – Gennaio 2012 – pag. 3
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