Uomo di grandi virtù e ardente apostolato. Coraggioso difensore dei papi Pio VI e Pio VII dagli attacchi dell’Illuminismo e di Napoleone. Pioniere della collaborazione tra laici e sacerdoti, fondò una Congregazione religiosa.
Il venerabile Pio Bruno Lanteri (1759-1830) è stato presentato come il “pioniere dell’apostolato dei laici” e come l’anticipatore dell’Azione Cattolica, ma il suo” carisma” rimane ancora sconosciuto. Per questo c’è da felicitarsi della recente pubblicazione di quasi tutti i suoi scritti (molti dei quali di apologetica), che si aggiunge al Carteggio, uscito nel 1976 per iniziativa del religioso “lanteriano” padre Paolo Calliari.
Il modo migliore per accostarsi a Pio Bruno Lanteri credo sia quello di partire da una delle sue intuizioni più feconde, valevole anche per il nostro tempo: il libro come strumento di apostolato e di conversione personale e sociale.
Lanteri visse in un periodo turbinoso, quando all’illuminismo ateo e incredulo del Settecento e alla Rivoluzione francese (persecutrice della fede cattolica in Francia) seguirono l’altrettanto antireligioso dominio di Napoleone in Italia e in Europa e una Restaurazione dell’ordine pre-napoleonico, che però non impedì il proliferare di una mentalità anti-cattolica in seno alle corti europee. E fu proprio in pieno illuminismo che Pio Bruno, appena ordinato sacerdote e laureatosi in teologia (1782), rifiutò la proposta di trasferirsi da Cuneo (la sua città) a Modena come responsabile della biblioteca locale e come precettore dei figli del Duca Ercole Rinaldo d’Este: a una vita agiata e alla polvere degli scaffali preferiva dedicarsi alla diffusione dei “buoni libri”, perché convinto di dover contribuire alla salvezza delle anime utilizzando il libro, mezzo di propaganda allora in auge, essendo stato eletto dagli illuministi a strumento della salvezza terrena da loro propugnata.
I “buoni libri” erano quelli della tradizione cristiana e della spiritualità cattolica moderna fiorita in risposta alla Riforma protestante; strumento di diffusione era l’Amicizia Cristiana, l’associazione clandestina fondata alla fine del Settecento dal padre gesuita bernese Nikolaus Albert Joseph von Diessbach (1732-1798). Accanto a personaggi illustri come san Giuseppe Cafasso (1811-1860), il teologo Luigi Guala (1775-1848) e il marchese Cesare Taparelli d’Azeglio (1763-1830), Lanteri, discepolo del Diessbach, fu uno dei primi membri dell’Amicizia, diventandone poi direttore alla morte del fondatore.
La cultura, nel significato più autentico, non si identifica con i libri (perché consiste nella visione del mondo e della vita), ma in un periodo di forte secolarizzazione il buon libro può diventare mezzo insostituibile per riacquistare una cultura cristiana, cioè un modo di vivere e di pensare fondato sull’insegnamento di Gesù Cristo e sul magistero della Chiesa.
Considerazione quanto mai attuale, ma che forse Lanteri sviluppò in anticipo sui tempi: la scelta di dedicarsi alla diffusione della buona stampa rispondeva esclusivamente all’intento di contrastare la stampa illuministica o rivelava anche il timore che, nel giro di due secoli, a spiegarci la vita cristiana sarebbero rimaste soltanto le pagine del libro autenticamente cattolico?
Difficile pronunciarsi sulla previsione lanteriana del” come sarebbe andata a finire”, ma è fuor di dubbio, in lui, la consapevolezza di ciò che stava accadendo, come si evince dalla sua preoccupazione per la formazione globale della persona, attraverso la spiritualità ignaziana e alfonsiana. Fare apostolato con i libri rimane comunque l’intuizione che non muore del Lanteri, ma non certamente l’unica della sua vita.
Nato a Cuneo nel 1759, settimo di dieci figli di una famiglia benestante e rimasto orfano della madre all’età di quattro anni, viene consacrato alla Madonna dal padre Pietro: «Perdeva la madre terrena e acquistava la Madre celeste», commenta padre Paolo Calliari.
La devozione mariana lo accompagnerà per tutta l’esistenza, fin da quando, il 15 agosto 1781, firma la cosiddetta formula “di schiavitù” a Maria, anticipando di dodici anni la scoperta del Trattato della vera devozione a Maria di san Luigi Maria Grignion di Monfort (1673-1716), nel quale tale formula è racchiusa. Così padre Calliari commenta questo atto, certo non familiare per la nostra mentalità: «Il pensiero della propria indegnità per salire l’altare e consacrare il corpo e il sangue di Cristo, il Lanteri l’ebbe profondo in tutta la sua vita […]. Come ovviare alla propria pochezza di uomo e di peccatore per non far torto o disonorare tanta immensità di azione sacra che si compie sull’altare? Ricorrendo a Maria. Essa, Madre dell’Eterno Sacerdote, deve “imprestare” al sacerdote celebrante il corredo delle sue virtù e “ricoprire” coi suoi meriti le indegnità e le carenze del celebrante-uomo» .
Conosciuto a Torino il padre Diessbach e l’Amicizia Cristiana, Lanteri, nel 1782 è a Vienna assieme al suo maestro, per difendere Papa Pio VI, in viaggio nella città austriaca, dagli attacchi della stampa illuministica; diversi anni dopo, nel 1809, durante la prigionia di Papa Pio VII a Savona (voluta da Napoleone che aveva occupato l’Italia), organizza, tramite l’Amicizia, una “catena” clandestina per permettere al Pontefice di comunicare con l’esterno, procurandosi per questo il domicilio coatto nella sua casa di campagna.
Tornato a Torino dopo la caduta di Napoleone, si dedica alla ricostituzione dell’Amicizia, (che abbandona la pratica del segreto e cambia nome, diventando Amicizia Cattolica), noq riuscendo però a impedire che le correnti anticattoliche della politica torinese convincano il re Carlo Felice a sopprimerla nel 1828. Ma Lanteri non muore senza aver lasciato un’eredità visibile. Nel 1825, infatti, a Pinerolo, fonda definitivamente un istituto religioso nato a Carignano nel 1816, gli Oblati di Maria Vergine (meglio conosciuti come lanteriani), che ancora oggi diffondono in tutto il mondo il suo carisma.
BIBLIOGRAFIA
Come ricordato, è da alcuni mesi disponibile l’edizione della sua “opera omnia”, contenente anche i documenti d’archivio che lo riguardano (cfr. Pio Bruno Lanteri, Scritti e documenti d’archivio, 4 voll., Roma-Fossano, Edizioni Lanteri e Editrice Esperienza, 2002). Importante è anche il carteggio curato da padre Calliari (cfr. Carteggio del Venerabile Padre Pio Bruno Lanteri (1759-1830) fondatore degli Oblati di Maria Vergine a cura di P. Paolo Calliari O.M.V., 5 voll., Torino, Editrice Lanteriana, 1976).
Recentemente è stato pubblicato il primo opuscolo di una biografia curata da Andrea Brustolon omv, che all’interno della Congregazione lanteriana sta lavorando da anni, con altri confratelli, per portare alla luce il carisma del fondatore; (cfr. A. Brustolon, La Vita del venerabile Pio Bruno Lanteri. Una biografia meditata, 1. L’infanzia, l’adolescenza e la risposta alla chiamata, Effatà, Cantalupa (TO) 2003).
Una biografia introduttiva è quella di padre Calliari (Servire la Chiesa. Il vnerabile Pio Bruno Lantieri (1759-1830), con prefazione di Giovanni Cantoni, Lanteriana-Krinon, Caltanissetta, 1989).
Può essere utile anche l’agile scheda di Marco Invernizzi, consultabile sul sito di Alleanza Cattolica, alla pagina:
www.alleanzacattolica.org, fra le voci del Dizionario del Pensiero Forte.
IL TIMONE N. 27 – ANNO V – Settembre/Ottobre 2003 – pag. 58 – 59