Rimediare al "franamento" culturale: Rodolfo Quadrelli, poeta e saggista, morto nel 1984, proponeva "un modo di vivere più severo e casto, mite e caritatevole, religioso". Da promuovere con la cultura.
QUANDO LA POESIA ISPIRA GRATITUDINE
Presentato in anteprima al Meeting di Rimini lo scorso 20 agosto, è disponibile in libreria "Lo studio della letteratura europea" (editrice II Cerchio) di Rodolfo Quadrelli: una raccolta di scritti dell'autore milanese, poetai e saggista ben noto negli anni Settanta, morto nel 1984; l'altissima qualità del testo ne rende consigliabile la lettura: tra i pregi, lo stile preciso, popolare e, come disse Prezzolini, "eccezionale". Il libro è "un percorso da Dante a Solzenicyn" e si rivolge tanto agli specialisti quanto agli uomini di buona volontà per verificare assieme a loro le condizioni della cultura del nostro tempo; generose e geniali, le soluzioni indicate da Quadrelli illumineranno molti insegnanti e studenti (dato che il testo esce in una collana scolastica a prezzo contenuto). C'è un punto cardinale al quale le indagini dell'autore tendono: cercare la via del riscatto dalla presente! condizione di "franamento culturale che consiste nell'aver eliminato la spontaneità! della riconoscenza verso la natura e versoi il Creatore, per sostituirla con il calcolo…! tutto è ridotto a rapporto di forza: nulla! c'è più di gratuito, salvo la futilità" (p.6).
Capitoli morali
È chiaro dunque come il discorso di Quadrelli, che fu un valente insegnante di italiano, sia un discorso morale che mira a ristabilire attraverso una cultura orale e scritta "un modo di vivere più severo e più casto, più mite e caritatevole, e per dirla in una parola, più religioso" (p.7). Immaginiamo con che veemenza reagì, in anni di piombo, la casta degli intellettuali di fronte a simili dichiarazioni da parte di uno studioso preparatissimo (al liceo Berchet di Milano lo ricordano ancor oggi) che osò dirsi "cattolico di desiderio" nell'epoca dei cattolici contestatori.
Malgrado la scomodità delle idee espresse, i saggi di questo libro uscirono su periodici importanti come Studi cattolici o Kontinent, OttoNovecento o Litterae Communionis; e Quadrelli potè pubblicare libri per Vallecchi, Rusconi, Scheiwiller. Soprattutto, incontrò l'amicizia dei maggiori filosofi cattolici di allora, Augusto Del Noce ed Emanuele Samek Lodovici. Le loro proposte furono inascoltate, ma ci avrebbero risparmiato la miseria di questi ultimi anni di desertificazione umana e religiosa.
Le parole di Quadrelli sono oggi di nuovo disponibili per quanti operano in vista del bene. Agiscono, in esse, due venature che segnano tutti i quattordici capitoli: la prima è una potente polemica contro gli errori della cultura del '900; la seconda è la grandiosa azione ricostruttiva offerta a chi vede nell'Italia un "paese umiliato" dalle ideologie radicali e nichiliste (Quadrelli non smise mai di suggerire altri autori, altre idee, altri orizzonti: la sua azione era morale poiché culturale).
Due maestri? Dante e Manzoni
Da decenni esiste una letteratura che va per la maggiore ed esprime "ciò che il pubblico edonista desidera sentirsi dire intorno alla liberazione dell'uomo… e si serve assai spesso del materiale dell'osceno e del proibito" (p.13). La scuola con la sua morale laica e le agenzie educative di matrice clericale non sono quasi mai riuscite ad arginare il degrado, per cui oggi siamo di fronte a una generazione per la quale grossomodo musica è sinonimo di trasgressione, cinema coincide con erotismo, arte non significa niente.
La ricetta di Quadrelli va, come sempre, in duplice direzione: se da un lato non si attarda nei processi ai responsabili della dissoluzione (semplicemente, li inchioda alle loro evidenti responsabilità), dall'altro è subito pronto a segnalare che ci sono vie d'uscita (e qui lo sentiamo come un padre e una guida alpina, insieme). Il sentiero per uscire dalla selva oscura è, manco a dirlo, l'itinerario della Divina Commedia: proprio il punto debole dell'insegnamento scolastico nazionale e, ahimè, del bagaglio di molti sacerdoti "moderni".
Per esempio: a partire dal saggio "Due personaggi" (p.35) si potrebbe tenere una lezione di catechismo sul destino dell'anima dopo la morte, attraverso il momento stesso del morire; Dante lo fa con Bonconte nel canto V del Purgatorio, Manzoni con Napoleone nel Cinque maggio. Cariche di implicazioni spirituali sono anche le parti dedicate al "Don Chisciotte" (p.39) dove "la commedia del caso non umilia la santità della vita"; e a "Leopardi" (p.77), della cui infelicità Quadrelli da interpretazioni inedite e fulminanti.
Cuore del libro sono tuttavia il lungo trattato "Realtà e moralità nella letteratura lombarda dalle origini al Manzoni" (p.43) e la brevissima dichiarazione d'amore La mia Milano (p.107), fatta nell'unica maniera concessa a uno scrittore: per mezzo delle parole. Leggendo, avrete l'impressione di salire pian piano su di un Sacro Monte, riconquistare un'eredità pia ancora intatta, e poi di ritornare dolcemente a casa.
Verità e bellezza appaiono, in prospettiva
Ma tra i molti meriti di Quadrelli, c'è anche l'aver proseguito il magistero di Giacomo Noventa (p.83), pensatore e poeta che intuì che fascismo e antifascismo condividono la stessa sostanza ideologica, cambiata di segno; e di T.S. Eliot (p.95), poeta che la boriosa critica accademica italica non vede di buon occhio. Da notare infine quanto siano somiglianti, nella grandezza, i destini di Quadrelli e del dissidente russo Solzenicyn (p.103), profeti ed esuli, il secondo a causa del comunismo sovietico, il primo per mano del totalitarismo morbido occidentale che soffoca nel silenzio le vere alternative.
La nostra letteratura conserva insomma un tesoro nascosto e dimenticato e la riedizione degli scritti quadrelliani può essere un primo passo verso la ricostruzione. Oramai, o la scuola saprà riformarsi come istituzione legittimata dalla società e dalle famiglie o si disgregherà.
Il messaggio di Quadrelli richiama gli insegnanti alla loro, spesso perduta, dignità e ricorda ai genitori che, per i figli, esistono mestieri umili ma onesti e lavori redditizi ma infamanti (anche nell'epoca dell'Euro). Perciò Lo studio della letteratura europea dovranno leggerlo soprattutto gli studenti.
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