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15.12.2024

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Quelli che tornano (dall’Aldilà )
3 Giugno 2014

Quelli che tornano (dall’Aldilà )

Persone clinicamente morte si risvegliano e parlano di una luce straordinaria, con un profondo senso di amore, di pace. Alcuni raccontano invece esperienze buie, angoscianti, infernali. E anche la scienza si interessa al fenomeno. Un libro ci aiuta a comprendere cosa accade in questi fenomeni

 

 

Nel suo Tornati dall’aldilà (Rizzoli), Antonio Socci parte da un’esperienza personale: la vicenda della figlia Caterina. Di lei ricorda che la sera del 12 settembre 2009 il suo cuore, nonostante i tentativi di rianimazione, rimase fermo «per più di un’ora […] un tempo che non lascia speranze ed è sinonimo di morte clinica». Socci racconta le preghiere intorno al “cadavere” della figlia, e il suo risvegliarsi, improvviso, stupefacente. Fu, scrive Socci, un vero «miracolo»: «una resurrezione». Inizia così una galoppata nella storia della Chiesa, attraverso le resurrezioni operate dai santi nel corso dei secoli, ma anche attraverso il ricorso alle conoscenze odierne intorno ad un fenomeno, chiamato “esperienze pre-morte” (NDE, Near Death Experiences), sempre più studiato in ambito medico.

 

La possibilità dei miracoli per alcuni scienziati

Ma prima di vederlo, è bene partire dalla possibilità del verificarsi di un miracolo.

Perché potrà sembrare strano, ma la parola «miracolo» torna, tra gli scienziati di ieri e di oggi, molto spesso.

Non di rado, infatti, si parla di “miracolo” riguardo alla creazione dell’universo: che cosa è più difficile, resuscitare un morto, o creare l’uomo, o l’Universo intero?

Scriveva un grande fisico e matematico come Blaise Pascal (1623-1662): «Con che ragione vengono a dirci che non si può resuscitare? Che cos’è più difficile: nascere o resuscitare? È più difficile che ciò che non è mai stato sia, o che ciò che è stato sia ancora? È più difficile essere o ritornare a essere? L’abitudine ci fa sembrare facile l’essere; la mancanza di abitudine ci fa sembrare impossibile il ritornare ad essere. Che modo ingenuo, popolare di giudicare!» (Pensieri, 357).

Negli stessi anni un padre della scienza moderna, Robert Boyle (1627-1661), riteneva che Dio, in quanto Creatore, non fosse vincolato in modo assoluto alle leggi da lui stesso create, e che quindi una resurrezione non potesse essere provata dalla ragione umana, ma (questo era per lui essenziale) neppure negata.

Pochi anni dopo, Isaac Newton (1642- 1727) vedeva in azione l’agire miracoloso di Dio non solamente nella creazione, ma (contro i deisti, che ammettono appunto un solo miracolo) nel mantenimento stesso, momento per momento, dell’Universo.

Se rimaniamo in Inghilterra Sir George G. Stokes (1819-1903), presidente della Royal Society, padre della dinamica dei fluidi e del teorema di Stokes, scriveva in una delle sue Gifford Lectures, argomentando sulla Resurrezione di Cristo: se pensiamo le leggi del creato, «come intese da una Volontà superiore, bisogna pur supporre la possibilità di sospenderle in particolari casi […]».

Recentemente il grande astrofisico Allen Sandage ha affermato: «Per me Dio è un mistero, ma è la spiegazione del miracolo dell’esistenza, perché esiste qualcosa invece del nulla».

È dunque un miracolo maggiore la resurrezione di un uomo, o la creazione ex nihilo dell’Universo, della vita, di quel prodigio che è l’uomo?

Le esperienze di pre-morte, anche di atei

Posta questa premessa, analizziamo brevemente le esperienze di pre-morte. Socci riassume così: «Circa un terzo di coloro che hanno avuto un coma, una morte cerebrale e una rianimazione riferiscono di aver vissuto una esperienza di pre-morte». Esperienza che viene così descritta, nelle varie raccolte di testimonianze presenti in letteratura: il “morto” dichiara di aver visto lucidamente il suo corpo, le persone attorno ad esso, e, nella gran parte dei casi, una luce straordinaria (spesso dopo un tunnel), accompagnata da un profondo senso di amore, di pace, al di fuori di qualsiasi dimensione temporale (con incontro, talora, di anime defunte). Alcuni testimoni raccontano invece di esperienze buie, angoscianti, infernali.

La prima indagine sulle esperienze di premorte è di Raymond A. Moody jr, filosofo e medico, che nel 1975 raccoglie decine di testimonianze altrui sulle esperienze di pre-morte nel best seller La vita oltre la vita. Seguono poi altre testimonianze, tra cui cito solamente quella di Umberto Scapagnini, medico neuroendocrinologo, autore di Il cielo può attendere, e quella, anteriore, dell’ateo Alfred Jules Ayer (1910-1989), professore universitario di filosofia della Mente e Logica, che dopo una esperienza di pre-morte ebbe a dichiarare: essa «ha leggermente indebolito la mia convinzione che la mia morte […] sarà la mia fine, nonostante io continui a sperare che lo sia».

Quanto agli studi scientifici, si segnala quello di una equipe medica guidata dal cardiologo Pim van Lommel: uno studio approfondito, riportato su «The Lancet» (rivista scientifica autorevolissima, per nulla religiosa), «condotto su 344 pazienti che erano stati rianimati − dopo arresto cardiaco − nelle unità coronariche di dieci ospedali olandesi. Di questi 344 pazienti, 62 avevano avuto una NDE, e va sottolineato che erano stati “tutti clinicamente morti, cosa che abbiamo stabilito principalmente attraverso la registrazione dell’elettrocardiogramma”».

 

Una contestazione del materialismo

La domanda dei ricercatori, convinti di aver escluso ogni possibile spiegazione fisiologica, chimica e psicologica, e di aver provato che le NDE si verificano durante il periodo di morte clinica, è questa: come può avvenire che ci sia una «coscienza lucida fuori dal corpo nel momento in cui il cervello non funziona più durante un periodo di morte clinica con encefalogramma piatto?».

In altre parole: se persone morte, con cervello “spento”, vedono e percepiscono coscientemente, è sostenibile la visione materialista secondo cui l’anima, la coscienza, altro non è che il prodotto del cervello? Non è più logico riconoscere che la coscienza non sia il semplice prodotto del cervello, perché quest’ultimo è in verità un «organo necessario ma non sufficiente per spiegare la coscienza»? Ancora: le NDE non potrebbero confermare l’idea per cui ogni anima è creata immortale da Dio, e, nel momento della morte, non perisce, ma si separa dal corpo?

 

Una sospensione del tempo

Molto interessante anche il fatto che le testimonianze concordino nel parlare di una netta percezione dell’assenza di tempo, cioè in linea non solo con la teologia − secondo cui ciò che è spirituale e immortale, e Dio (e quindi anche le anime), non vive secondo il prima e il poi, ma in un eterno presente –, ma anche con le nostre odierne conoscenze scientifiche che riducono tempo e spazio ad entità relative, non eterne, e riconoscono che il cuore della realtà fisica non è tanto la materia, diveniente e mortale, ma le leggi universali, immateriali, invisibili, che la regolano e la sostengono.

Ritornando alle esperienze pre-morte va segnalato uno studio di Enrico Facco, specialista in Neurologia, professore di Anestesiologia e Rianimazione presso l’Università di Padova: Esperienze pre-morte. Scienza e coscienza al confine tra fisica e metafisica (Altravista, 2010, Milano). In questo testo, che giustamente pone il problema senza dare risposte scientifiche definitive, si riportano al principio testimonianze di pazienti che hanno vissuto un’esperienza di pre-morte. In esse ritornano classici concetti: «Vedevo dei ritratti, come se tutta la vita mi passasse davanti […] ho visto una luce che mi dava chiarezza: quello che ho visto e sentito non si può raccontare con le parole che conosciamo»; «Mi sentivo avvolta da questa luce, provavo una sensazione di pace, di benessere, di amore infinito»; «Non avevo il corpo, ero coscienza».

Osservando queste descrizioni, in perfetto accordo con mille altre, si notano alcune costanti: l’esperienza è ineffabile, fuori del corpo, segnata dalla luce, dalla conoscenza e da un amore infinito e pervasivo. E cambia spesso la vita di chi la ha sperimentata.

 

Già San Paolo…

Si può notare, senza trarne conclusioni certe, che siamo di fronte a qualcosa di simile a ciò che racconta san Paolo nella Seconda lettera ai Corinti: «Conosco un uomo in Cristo che, quattordici anni fa − se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio − fu rapito fino al terzo cielo. E so che quest’uomo […] fu rapito in paradiso e udì parole indicibili». L’apostolo, nella Prima Lettera ai Corinzi, definisce così l’ineffabilità del Paradiso: «Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano».

La teologia cattolica, del resto, definisce Dio proprio come Luce («Luce da Luce», recita il Credo niceno), e come Amore. E Dante, espressione eminente della teologia medievale, non descrive forse il suo arrivo in Paradiso come raggiungimento del luogo, ineffabile, che «solo Amore e Luce ha per confine»?

 

 

 

 

 

DA NON PERDERE

 

Antonio Socci, Tornati dall’Aldilà, Rizzoli, 2014, pp. 238, € 17.

 

Un viaggio emozionante ai confini della vita. A partire dalla tragica sera in cui il cuore di sua figlia Caterina ha smesso di battere, Antonio Socci si è interrogato a lungo su quella condizione al confine della vita: un’esperienza di pre-morte al culmine della quale è avvenuta una resurrezione. Il libro è un viaggio nel continente misterioso delle esperienze pre-morte che la scienza medica sta studiando e che riguardano milioni di esseri umani nel mondo. A cominciare dai miracoli di risurrezione compiuti da Gesù, Socci ha ripercorso quelli innumerevoli e sconosciuti presenti nelle vite dei santi fino ai nostri giorni. Da non perdere.

 

 

 

 

 

Per saperne di più…

 

 Antonio Socci, Tornati dall’aldilà, Rizzoli, 2014.

Enrico Facco, Esperienze pre-morte. Scienza e coscienza al confine tra fisica e metafisica, Altravista, 2010.

Pin van Lommel, Near-death experiences in survivors of cardiac arrest: a prospective study in the Netherlands, «The Lancet», 358 (15 dicembre 2001), p. 2.040.

Pin van Lommel, Consciousness Beyond Life, The Science of the Near-Death Experience, Harper Collins, 2010

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