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13.12.2024

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Ratzinger, Messori e gli altri
31 Gennaio 2014

Ratzinger, Messori e gli altri

 

 

 

Il prestigioso premio Cultura Cattolica di Bassano del Grappa

Ratzinger, Messori e gli altri Una storia e una esperienza che nascono dal carisma di don Didimo Mantiero e dall’entusiasmo di un gruppo di giovani. Nell’ultima edizione il riconoscimento attribuito al Patriarca di Venezia, il cardinale Angelo Scola.

 

Joseph Ratzinger: “Maestro incomparabile e guida sicura per la promozione della cultura cattolica nel fertile equilibrio di tradizione e rinnovamento”. Vittorio Messori: “Saggista avvincente e documentato, ha espresso in molti scritti, tradotti in numerose lingue, un tema unico: l’inquietudine del cuore umano sospeso tra il finito e l’eterno”. Don Luigi Giussani: “Nel rinnovamento della cultura cattolica richiesto dal Concilio Vaticano II, la sua opera è stata rilevantissima per quantità e profonda per qualità, in quanto ha saputo far convergere l’ascolto della provocazione della modernità con la fedeltà responsabile alla tradizione”. Cesare Cavalleri: “Guida una rivista e una casa editrice note per la loro serietà anticonformistica e per la coraggiosa opera di presenza, promozione e difesa della autentica cultura cattolica”.
L’allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (e futuro Papa Benedetto XVI) nel 1992, il celebre scrittore nel 1994, il fondatore di Comunione e Liberazione nel 1995 e il giornalista-editore nel 2004, sono solo quattro tra i tanti e autorevoli personaggi che nel corso degli anni hanno ricevuto il Premio internazionale medaglia d’oro al merito della Cultura Cattolica di Bassano del Grappa (Vicenza). Ma tra i premiati ci sono anche stati, tra gli altri, il filosofo Augusto Del Noce (1985), il poeta Divo Barsotti (1988), il maestro Riccardo Muti (2001).
Nell’ultima edizione, la XXIII, lo scorso 28 ottobre, il prestigioso premio è stato assegnato al Patriarca di Venezia e già rettore della Pontificia Università Lateranense, cardinale Angelo Scola: “La sua rivalutazione della sana laicità cristiana, così diversa da ogni laicismo intollerante e persecutore, gli ha consentito un dialogo stimolante con esponenti del mondo laico. Nell’epoca che ha visto la crisi delle utopie totalitarie della modernità, egli cerca un terreno comune a laici e cattolici, rispettoso delle differenze e insieme aperto al riconoscimento delle identità per fini di difesa della persona, della sua libertà e dignità in ogni suo momento e dei corpi intermedi in cui l’uomo realizza la sua socialità”. In sintesi, “identità e dialogo, testimonianza e collaborazione, rifiuto del fondamentalismo e del relativismo fanno della cultura del cardinale Angelo Scola un solido ponte per la definizione di un bene comune in cui cattolici e laici possano convivere”.
Il premio Cultura Cattolica nasce all’interno di una storia e si inserisce in una esperienza di più ampio respiro: fa capo infatti al carisma di don Didimo Mantiero che, dopo aver suscitato nel 1941 La Dieci, esigente proposta fatta a un gruppo di ragazzi di impegnarsi con la preghiera e il sacrificio per “ottenere la salvezza della propria città”, nel 1962 fonda proprio a Bassano il Comune di Giovani, una associazione, ma ancor prima una realtà di amici, che ancora oggi impegna i giovani dai 15 ai 30 anni. Il metodo seguito è l’organizzazione e la gestione responsabile (anche dal punto di vista economico) di attività che impegnano il tempo libero dei ragazzi (calcio, pallavolo, teatro, musica), affiancate dalla preghiera e da una costante formazione personale. Seguirà, nel 1981, la Scuola di Cultura Cattolica (organizzatrice del premio), che intende “perseguire una attività costante di approfondimento e di trattazione dei valori e dei principi della dottrina della Chiesa”.
Don Luigi Giussani, in una lettera del 2002 agli amici bassanesi che gli avevano appena conferito la cittadinanza onoraria, scrive: “Il vostro tentativo nasce dallo stupore dell’incontro con Cristo come avvenimento totalizzante che investe oggi la vita dell’uomo, così come 2000 anni fa quella di Giovanni e Andrea”. E il cardinale Scola, interpellato il giorno della premiazione, ha fatto riferimento all’insuperabile definizione di cultura di Giovanni Paolo II, “come la quintessenza dell’esperienza dell’uomo, che affronta il reale in un rapporto di interazione in cui mette tutta la sua genialità, obbedendo ai ritmi del reale e cambiandolo”.

IL TIMONE – N.50 – ANNO VIII – Febbraio 2006 – pag. 13

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