Romania: l’eroica testimonianza della Chiesa greco cattolica

Ho conosciuto negli anni 1980 un sacerdote della Chiesa greco-cattolica di Romania, Mircea Clinet, esule a Milano, con il quale ho tenuto molte conferenze sulla persecuzione subita dalla Chiesa nel suo paese. Tramite questo sacerdote, ho potuto conoscere le sofferenze di questa Chiesa martire, alla quale Papa Giovanni Paolo II ha inviato una Lettera apostolica, il 7 maggio 2000, in occasione del terzo centenario dell’Unione di questa Chiesa con la Chiesa di Roma (cfr. L’Osservatore Romano, 21 luglio 2000). Infatti, il 7 maggio 1700, dopo un lungo itinerario, la Chiesa romena di Transilvania, attraverso il suo Sinodo, ratificò la decisione di unirsi a Roma riconoscendo il Primato di Pietro e ponendo così fine, per i fedeli che accettarono e per il territorio di sua competenza, alle conseguenze dello scisma d’Oriente del 1054. In questa splendida e lunga lettera, Giovanni Paolo II ripercorre la storia dei trecento anni di questa Chiesa, le difficoltà nel rapporto con l’Ortodossia, la persecuzione del totalitarismo comunista, il martirio di tanti suoi figli che, unito a quello di tanti pastori e fedeli ortodossi, potrebbe essere il seme di una prossima riunificazione delle due Chiese. Non senza nascondere le difficoltà attuali – dovute anche alle conseguenze della persecuzione e all’impossibilità di completa ricezione degli insegnamenti della Chiesa durante e dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II – il Papa ha concluso auspicando la soluzione dei punti controversi nel dialogo con la Chiesa ortodossa e ha ricordato che “la ricerca dell’unità tra i cristiani, nell’amore e nella verità, è elemento fondamentale per una più incisiva evangelizzazione”.

IL TIMONE – N. 9 – ANNO II – Settembre/Ottobre 2000 – pag. 22-23