Non era certo privo di coraggio Gesù Cristo se, pur operando in ambienti ostili e sapendo la sorte che Lo avrebbe portato al Calvario, proclamava ardue verità, avvertiva dei pericoli (inferno) e invitava a conversione.
Allo stesso modo, non deve mancare a noi cattolici l’audacia di ricordare ciò che anche in casa nostra talvolta si dimentica e chi avversa la Chiesa, ovviamente, non può accettare.
Così, sembra proprio che ci voglia del coraggio, oggi, visti i tempi, per ricordare al mondo una verità tanto semplice nella sua definizione quanto profonda nel suo contenuto. Eccola: la Chiesa cattolica è santa, fin da ora, adesso, su questa terra.
Giova rammentare, a beneficio di noi cattolici, che si tratta di verità dogmatica, proclamata ogni volta che si recita il Credo: “Credo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica”.
Detto questo, è bene aver presente almeno qualche ragione che la giustifichi.
La Chiesa è oggettivamente santa, in primo luogo, perché è il Corpo mistico di Cristo, quindi ha per Capo il Santo per eccellenza, l’Uomo Dio, che l’ha fondata.
Poi, è santa perché possiede l’Eucaristia, che è il Santissimo in essenza e la santifica, cioè la fa santa.
Quindi, la Chiesa è santa perché possiede in modo infallibile e indefettibile la Verità rivelata. Ed è assistita dallo Spirito Santo, che è Dio, quando proclama questa Verità.
Non è difficile intuire come, senza la fede, queste ragioni risultino incomprensibili. In una prospettiva di ateismo, o di credenza non cattolica, definire la Chiesa “Corpo mistico di Cristo” significa praticamente nulla. E l’Eucaristia, che è Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Nostro Signore Gesù Cristo, dice niente a chi non crede.
Inaccettabile, poi, addirittura irritante, può risultare la pretesa di possedere la Verità rivelata. E già difficile per molti ammettere l’esistenza di una verità, ma se anche ci fosse – così ragiona il “mondo” – non si può tollerare che qualcuno vanti di possederla, per di più infallibilmente.
E qui, apparentemente inarrestabile, ecco precipitare la valanga di critiche alla Chiesa. Come può vantarsi d’esser santa – accusano i laicisti e si domanda anche qualche cattolico sprovveduto – una Chiesa che ha incoraggiato le Crociate, promosso l’Inquisizione, scomunicato Martin Lutero, condannato Galilei, messo al rogo Giordano Bruno, si è resa complice del colonialismo, contestato l’Illuminismo, ostacolato il Risorgimento, scomunicato massoni e comunisti, parteggiato per i jranchisti, flirtato col fascismo e taciuto sull’Olocausto?
I lettori de il Timone sanno bene che gran parte delle accuse si fonda su falsità storiche. Ma, paradossalmente, fossero critiche fondate (non lo sono!), resta il fatto che non si sa più distinguere – non lo fanno neppure i cattolici, ormai – tra la santità oggettiva della Chiesa (che resta intatta per le ragioni sopra esposte) e la santità soggettiva dei suoi membri, papi, vescovi, sacerdoti, suore e laici battezzati.
Tra questi ultimi, se è vero che molti, specialmente i canonizzati, hanno raggiunto vertici di santità tali da rendere splendente l’immagine della Chiesa, è altrettanto vero che altri, e chi scrive queste note figura purtroppo – tra questi, è ben lontano dalla santità.
Qui sta il punto. Purtroppo, non si riesce più a comprendere che se il popolo dei bat¬tezzati dovrebbe essere santo, la Chiesa è già santa.
Con ragione, lo studioso Romano Amerio scriveva che non sono i cristiani a fare santa la Chiesa, ma quest’ultima i primi (fata unum, p. 112). Una prospettiva, questa, completamente capovolta rispetto a quella propinata da qualche predicatore. Per qualcuno, anche cattolico, addirittura scandalosa.
A noi interessa solo che sia vera. E se la Chiesa è santa, v’è un motivo in più per adorare e ringraziare il Suo Fondatore, essere fieri di Lei e orgogliosi di essere cattolici.
IL TIMONE – N.4 – ANNO I – Novembre/Dicembre 1999 – pag. 2