Regia Stanley Donen
Con Cary Grant, Andrei Hepburn, Walter Matthau
1963 – colori – 114 minuti
È innegabile, ci sono film di cui conosci ogni singola scena, ricordi quasi ogni battuta, sai perfettamente la trama, hai in mente fotogramma per fotogramma, eppure, ogni qual volta ne capiti l'occasione, li riguardi provando sempre lo stesso piacere. Sciarada è senza dubbio uno di quei titoli che rientra in questa categoria di "sempre verdi", che non stancano mai, e tenendo conto che è una commedia giallo-rosa con colpo di scena finale, l'alchimia che rende così godibile questo film dev'essere davvero speciale. Certo, una pellicola che mostra tutta la simpatia di Cary Grant, l'enorme fascino di Audrey Hepburn (qui sono di parte: è una delle mie attrici preferite!) e il subdolo cinismo di Walter Matthau, solo per citarne alcuni, parte già avvantaggiata in un'ideale classifica di film "godibili". Ma c'è, ovviamente, molto di più: è la leggerezza con cui il tutto è diretto che rende Sciarada indimenticabile e di questo dobbiamo ringraziare Stanley Donen. Il grande regista di film musicali (abbiamo già parlato di lui) sembra che imposti tutto come se fosse un grande balletto, dove si alternano momenti concitati a scene molto serene; il tutto, però, avviene come se fosse danzato sulle punte. E non è per niente casuale che il vorticoso finale, dove sembra che vengano svelati tutti gli imbrogli di Cary Grant, vada a concludersi all'interno di un teatro, sopra il palcoscenico, che alla fine sarà anche il mezzo risolutore… L'ultima scena è un vero e proprio caleidoscopio che, se da una parte ci porta alla conclusione di tutto, dall'altra ci lascia la grande voglia di rivedere il film.
IL TIMONE – N. 45 – ANNO VII – Luglio-Agosto 2005 pag. 63