Attraverso le parole di Papa Pio XII, una riflessione sulla pace. Una parola che rischia di subire lo stesso trasbordo ideologico capitato alle parole uguaglianza, libertà, amore. Principi cristiani diventati slogan rivoluzionari.
Pio XII, la civiltà cristiana e la pace
Sfogliando il primo dei due volumi ho incontrato un radiomessaggio di Papa Pio XII scritto sessant'anni fa, il 1° settembre 1944, nel quinto anniversario dell'inizio della seconda guerra mondiale. Il mondo andava verso la fine del conflitto mondiale e doveva porsi il problema della ricostruzione. Su quali basi, su quali presupposti morali e culturali, sarebbe stato auspicabile lo sviluppo del dopoguerra?
In questo Radiomessaggio Pio XII canta le lodi della civiltà cristiana auspicando che gli uomini del suo tempo non ne dimentichino la bellezza e la giustizia. La guerra era scaturita in un mondo, quello europeo, che aveva dimenticato le sue radici, aveva scelto ideologie contrapposte che lo avrebbero dilaniato e aveva così perduto la pace, la «tranquillità nell'ordine». Tuttavia, come un figlio non può dimenticare la madre che pure ha ripudiato, così le radici, come voce del sangue, rimangono presenti, anche inconsapevolmente, nei popoli che hanno abbracciato altre prospettive.
Oggi, sessant'anni dopo, i figli d'Europa hanno ulteriormente dimenticato le radici cristiane della loro madre. Papa Giovanni Paolo Il ha ricordato come la cristianità che ha dato vita all'Europa delle cattedrali e della Divina Commedia, del beato Angelico e del tomismo, di san Luigi IX re di Francia e di santa Elisabetta regina di Ungheria, questa Europa non esiste più. Tuttavia, la cultura cristiana e la Chiesa cattolica ancora per secoli dopo il Medioevo hanno resistito alla diffusione del secolarismo, che ha eroso la presenza cristiana senza però mai riuscire a rinchiuderla nelle pieghe dell'irrilevanza sociale (tranne forse oggi nei paesi del nord d'Europa). Addirittura il Pontefice regnante ha avuto un ruolo fondamentale nella sconfitta dell'ideologia comunista e nella conseguente caduta del Muro di Berlino, quindici anni fa, nel 1989, e con lui i cattolici polacchi e i grandi martiri e testimoni della Chiesa del silenzio nei paesi rossi.
Poi, dopo il 1989, una nuova ondata di relativismo ha invaso l'Europa, contagiando in profondità lo stesso mondo cattolico. Tuttavia, la società occidentale, pur secolarizzata come la vediamo, è al centro di un'aggressione esterna da parte del terrorismo di ispirazione islamista, e interna per iniziativa di quelle forze laiciste alle quali la secolarizzazione non basta mai, e che forse vorrebbero vedere abbattute le cattedrali e i castelli o rase al suolo le antiche città medioevali che ricordano la cristianità di quei tempi. E che sicuramente non sono disposte a tollerare ministri che professino pubblicamente la fede cattolica. Ma in questa società post-cristiana, ammalata soprattutto di stanchezza, spesso opulenta ma senza speranza, ci siamo anche noi cristiani, con ancora una libertà di azione, estesasi dopo il 1989 anche oltre la ex cortina di ferro (pur con qualche limitazione). lo credo che si debba provare a difenderla con la voglia di combattere fino in fondo, prima di rassegnarci definitivamente al ritorno alle catacombe, al "porta a porta", che comunque è bene che cominciamo già a praticare nell'ottica della trasformazione della parrocchia in comunità missionaria, anche secondo le recenti indicazioni dei vescovi italiani.
BIBLIOGRAFIA
ENCHIRIDION DELLA PACE,
· voI. 1, Pio X – Giovanni XXIII, ed. bilingue, prefazione del card. Jean-Louis Tauran, EDB, 2004
· voI. 2, Paolo VI – Giovanni Paolo Il, EDB, 2004
Il Radiomessaggio di Pio XII, Oggi, al compiersi, dell'1 settembre 1944, si trova nel I° vol. pp. 952-961.
IL TIMONE N. 38 – ANNO VI – Dicembre 2004 – pag. 56 – 57
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