Banner_Il Sabato del Timone_14 dic 24_1920x280

15.12.2024

/
Senza civiltà non c’è pace
31 Gennaio 2014

Senza civiltà non c’è pace

 

 

 

 

Attraverso le parole di Papa Pio XII, una riflessione sulla pace. Una parola che rischia di subire lo stesso trasbordo ideologico capitato alle parole uguaglianza, libertà, amore. Principi cristiani diventati slogan rivoluzionari.

 

La parola pace sta subendo la stessa sorte capitata alle parole uguaglianza, libertà e amore nel XIX e nel XX secolo. Sulla scia della Rivoluzione francese e del secolo dei Lumi, l'uguaglianza divenne dopo il 1789 il principale veicolo della scristianizzazione dell'Europa attraverso la trasformazione in ugualitarismo, imposto dallo Stato per mezzo di leggi che eliminarono consuetudini secolari; essa cessò di avere il significato, che le aveva attribuito la Rivelazione cristiana, di uguaglianza degli uomini di fronte a Dio e alla sua legge, dalla quale tutti indistintamente saranno giudicati, per divenire una forsennata volontà di eliminare ogni gerarchia e lo stesso principio di autorità come voluto dal disegno di Dio, salvo sostituirlo con l'onnipotenza dello Stato, prima giacobino poi nazionalsocialista e comunista. Accanto alla rivoluzione ugualitaria che diffuse i suoi veleni nei paesi europei e prese il sopravvento .in Russia, nel 1917, si era sviluppata una concezione della libertà anch'essa slegata dal contesto cristiano, nel quale la libertà era considerata un dono di Dio alla creatura per permetterle di aderire, appunto liberamente, al progetto salvifico, e così meritare la felicità eterna. Anche in questo caso la libertà venne contrapposta alla verità e all'autorità che la serviva, e divenne quel liberalismo anticristiano che sfocerà nel relativismo e nel nichilismo dei nostri giorni. L'ultima grande contraffazione riguarderà, soprattutto dopo il 1968, la parola amore, forse la più sublime espressione della nobiltà della persona, ridotta in seguito alla diffusione della rivoluzione sessuale a erotismo commerciale e volgare, spesso, soprattutto ultimamente, perverso anche da un punto di vista intellettuale.
Eppure, uguaglianza, libertà, amore sono verità fondamentali del cristianesimo, principi cardine della civiltà cristiana nata dall'accettazione della Rivelazione da parte delle popolazioni europe, Ciononostante sono diventate parole impronunciabili senza ulteriori spiegazioni; non solo, ma hanno favorito la diffusione di errori contrari, di ideologie e atteggiamenti che esaltano impropriamente la disuguaglianza, l'odio etnico, l'autoritarismo o maschilismo.
Oggi sorte analoga sta capitando alla parola pace. Per la verità il pacifismo che estrapola la nozione di pace dal contesto cristiano che le aveva attribuito tanta nobiltà comincia nel XIX secolo e conosce anche il favore dell'Internazionale comunista, con il tentativo di Stalin di far uscire l'Unione Sovietica dall'isolamento internazionale costituendo appunto "fronti per la pace" e costituendo i cosiddetti "partigiani per la pace", assai simili ai pacifisti dei nostri giorni, i no-global, violentissimi spesso nei fatti e sempre nelle parole con le quali aggrediscono chi non ha le loro opinioni.
È quindi da salutare con riconoscenza la pubblicazione dei due volumi di documenti del Magistero pontificio da Leone XIII (e non da Pio X, come appare nella copertina del libro) a Giovanni Paolo Il sul tema della pace, perché attraverso la lettura del Magistero si possa ricostruire la esatta posizione della Chiesa senza confonderla con ideologismi più o meno pseudopacifisti.

Pio XII, la civiltà cristiana e la pace
Sfogliando il primo dei due volumi ho incontrato un radiomessaggio di Papa Pio XII scritto sessant'anni fa, il 1° settembre 1944, nel quinto anniversario dell'inizio della seconda guerra mondiale. Il mondo andava verso la fine del conflitto mondiale e doveva porsi il problema della ricostruzione. Su quali basi, su quali presupposti morali e culturali, sarebbe stato auspicabile lo sviluppo del dopoguerra?
In questo Radiomessaggio Pio XII canta le lodi della civiltà cristiana auspicando che gli uomini del suo tempo non ne dimentichino la bellezza e la giustizia. La guerra era scaturita in un mondo, quello europeo, che aveva dimenticato le sue radici, aveva scelto ideologie contrapposte che lo avrebbero dilaniato e aveva così perduto la pace, la «tranquillità nell'ordine». Tuttavia, come un figlio non può dimenticare la madre che pure ha ripudiato, così le radici, come voce del sangue, rimangono presenti, anche inconsapevolmente, nei popoli che hanno abbracciato altre prospettive.
Oggi, sessant'anni dopo, i figli d'Europa hanno ulteriormente dimenticato le radici cristiane della loro madre. Papa Giovanni Paolo Il ha ricordato come la cristianità che ha dato vita all'Europa delle cattedrali e della Divina Commedia, del beato Angelico e del tomismo, di san Luigi IX re di Francia e di santa Elisabetta regina di Ungheria, questa Europa non esiste più. Tuttavia, la cultura cristiana e la Chiesa cattolica ancora per secoli dopo il Medioevo hanno resistito alla diffusione del secolarismo, che ha eroso la presenza cristiana senza però mai riuscire a rinchiuderla nelle pieghe dell'irrilevanza sociale (tranne forse oggi nei paesi del nord d'Europa). Addirittura il Pontefice regnante ha avuto un ruolo fondamentale nella sconfitta dell'ideologia comunista e nella conseguente caduta del Muro di Berlino, quindici anni fa, nel 1989, e con lui i cattolici polacchi e i grandi martiri e testimoni della Chiesa del silenzio nei paesi rossi.
Poi, dopo il 1989, una nuova ondata di relativismo ha invaso l'Europa, contagiando in profondità lo stesso mondo cattolico. Tuttavia, la società occidentale, pur secolarizzata come la vediamo, è al centro di un'aggressione esterna da parte del terrorismo di ispirazione islamista, e interna per iniziativa di quelle forze laiciste alle quali la secolarizzazione non basta mai, e che forse vorrebbero vedere abbattute le cattedrali e i castelli o rase al suolo le antiche città medioevali che ricordano la cristianità di quei tempi. E che sicuramente non sono disposte a tollerare ministri che professino pubblicamente la fede cattolica. Ma in questa società post-cristiana, ammalata soprattutto di stanchezza, spesso opulenta ma senza speranza, ci siamo anche noi cristiani, con ancora una libertà di azione, estesasi dopo il 1989 anche oltre la ex cortina di ferro (pur con qualche limitazione). lo credo che si debba provare a difenderla con la voglia di combattere fino in fondo, prima di rassegnarci definitivamente al ritorno alle catacombe, al "porta a porta", che comunque è bene che cominciamo già a praticare nell'ottica della trasformazione della parrocchia in comunità missionaria, anche secondo le recenti indicazioni dei vescovi italiani.

BIBLIOGRAFIA

ENCHIRIDION DELLA PACE,
· voI. 1, Pio X – Giovanni XXIII, ed. bilingue, prefazione del card. Jean-Louis Tauran, EDB, 2004
· voI. 2, Paolo VI – Giovanni Paolo Il, EDB, 2004
Il Radiomessaggio di Pio XII, Oggi, al compiersi, dell'1 settembre 1944, si trova nel I° vol. pp. 952-961.

IL TIMONE  N. 38 – ANNO VI – Dicembre 2004 – pag. 56 – 57

 

 

I COPERTINA_dicembre2024(845X1150)

Per leggere l’articolo integrale, acquista il Timone

Acquista una copia de il Timone in formato cartaceo.
Acquista una copia de il Timone in formato digitale.

Acquista il Timone

Acquista la versione cartacea

Riceverai direttamente a casa tua il Timone

I COPERTINA_dicembre2024(845X1150)

Acquista la versione digitale

Se desideri leggere Il Timone dal tuo PC, da tablet o da smartphone

Resta sempre aggiornato, scarica la nostra App:

Abbonati alla rivista