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14.12.2024

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Si puà guarire!
31 Gennaio 2014

Si puà guarire!

Si può guarire dalla più micidiale delle malattie ideologiche, il comunismo. Come testimonia la vita di Massimo Caprara. E combattendo la malattia si incontra la realtà, e quindi la fede.

Vedere nel comunismo un’ideologia che odia il reale non è facile se non si incontra la persona che di ideologia comunista ha vissuto davvero e che quindi sa cosa significa allenarsi quotidianamente a non guardare la realtà. Sto parlando di Massimo Caprara, incontrato in occasione dell’uscita del suo ultimo libro, l’intervista con Roberto Fontolan, “Riscoprirsi uomo. Storia di una coscienza”, che ripercorre le tappe salienti della sua vita: militante del partito comunista e segretario di Palmiro Togliatti, poi comunista “dissidente” e fondatore del “Manifesto”, fino all’avvicinamento alla fede.
Per capire come sia possibile sostituire alla bellezza del creato la chimera dell’ideologia, non ci basta infatti sapere che il nichilismo non è morto ma ritorna sotto le spoglie del pensiero debole: i filosofi tentino pure di vendere i loro libri, ma noi abbiamo bisogno di prove viventi. Che l’ex segretario di Togliatti sia la prova vivente è noto ai lettori del Timone, visto che i suoi articoli si basano sulla conoscenza diretta del fenomeno comunista: uno storico direbbe che si tratta di “fonte primaria”.
Il libro, però, lascia un po’ deluso chi voglia capire perché mai un giovane di ventidue anni, come era Massimo Caprara nella primavera del 1944, abbia deciso di seguire un Palmiro Togliatti di ritorno dall’Urss e in cerca di nuove leve per lanciare il partito comunista alla conquista della società italiana: c’erano certamente la vasta cultura classica di Togliatti, il suo parlare in latino, il suo illuminismo…Ma tutto ciò non è troppo poco per investire una vita a servizio dell’ideologia? No, rispose Caprara allora.
Diceva bene Pascal: la grandezza dell’uomo consiste nel riconoscersi misero. E sono sicuro che Caprara, a sessant’anni di distanza dal suo primo incontro con Togliatti, è disposto a riconoscersi tale. Del resto, il bello del libro non è la ricostruzione storica della vita del PCI, e nemmeno la rievocazione delle lacrime di Caparra di fronte a Stalin (incontrato quasi per sbaglio a Mosca), interpretate da quest’ultimo come commozione di un giovane comunista provinciale e italiano, quando in realtà si trattava soltanto di lacrimazione da freddo di un giovane napoletano e comunista.
No, «questo è un libro militante, un libro per l’oggi” mi ha detto Caprara: a parte i big (mons. Luigi Giussani, – san Josè Maria Escrivà de Balaguer) per rendere attuale il libro mancano infatti soltanto i nomi delle persone che sono state all’origine della sua conversione. Ma c’è un’attualità più profonda: «Il comunismo è peggio che ateo, perché si organizza in modo tale che la fede non esista. Per questo è un pericolo ancora esistente. Solo per fare un esempio: per il pensiero debole la fede non esiste perché non esiste la realtà”. L’ideologia forte (violenta) del comunismo, oggi si trasforma dunque in ideologia debole (da cartellone pubblicitario). Ma pur sempre di ideologia si tratta: negazione della realtà E quando te ne accorgi, senza una buona dose di coraggio non esci dal tunnel. Caprara questo coraggio ce l’ha oggi nel riconoscere, con san Escrivà de Balaguer, che vero “rivoluzionario” è solo chi sa amare il mondo appassionatamente.

PER SAPERNE DI PIU’….

AA.VV., IL libro nero del comunismo, Mondatori 1998.
François Furet, Il passato di un’illusione. L’idea comunista del XX secolo, Mondatori, 1995.
Eugenio Corti, L’esperimento comunista, Ares 1991.
Plinio Corrêa de Oliveira, La libertà della Chiesa nello Stato comunista. La Chiesa, il decalogo e il diritto di proprietà, Cristianità 1979.
Marta Dell’Asta, Una vita per incominciare. Il dissenso in URSS dal 1917 al 1990, La Casa di Matriona 2003.
Gorge Weigel, L’ultima rivoluzione. La Chiesa della resistenza e il crollo del comunismo, Mondatori 1994.
Valerio Riva, con la collaborazione di Francesco Bigazzi, Oro da Mosca. I finanziamenti sovietici al PCI dalla Rivoluzione d’ottobre al crollo dell’URSS. Con 240 documenti inediti degli archivi moscoviti, Mondatori 1999.
Igor Safarevic, Il socialismo come fenomeno storico mondiale, Effedieffe 1999.
Anne Applabaum, Gulag. Storia dei campi di concentramento sovietici, Mondatori 2004.
Robert Conquest, Il grande terrore. Gli anni in cui lo stalinismo sterminò milioni di uomini, Bur 1999.
Jurij Brodskij, Solovki, le isole del martirio. Da monastero a primo lager sovietico, La Casa di Matriona 1998.
Antoine Wenger, La persecuzione dei cattolici in Russia, San Paolo 1999.

Dossier: Considerazioni sul Comunismo

IL TIMONE – N. 36 – ANNO VI – Settembre/Ottobre 2004 – pag. 46

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