La repubblica di Haiti, situata nei Carabi, nella parte occidentale dell’isola di Hispaniola, è uno dei paesi più poveri del mondo. Il 30 Novembre scorso l’elezione dell’ex presidente Aristide ha coronato una lunga stagione di attentati e violenze. Tutt’altra atmosfera si respira nella vicina e splendida isoletta di La Tortuga, che, grazie soprattutto all’opera dei missionari monfortani e lasalliani, è oggi un piccolo paradiso di serenità. Eppure l’isola, appartenente politicamente alla medesima Repubblica Haitiana, è appena a 7 km di distanza e si raggiunge in neanche un’ora di navigazione.
Padre Pedro Ruquoy, in una recente intervista rilasciata al mensile dominicano “Amigo Hogar”, spiega come ciò sia potuto avvenire: “Le infrastrutture funzionano; l’ospedale, costruito e gestito dai padri monfortani è uno dei migliori della regione caraibica e le scuole curate dai religiosi lasalliani hanno praticamente sconfitto l’anafalbetismo: circa sette bimbi su otto in età scolare assistono alle lezioni”. Ma ciò che sorprende nei racconti dei religiosi è la quasi assenza di disoccupazione, povertà e violenza, tanto che a La Tortuga la polizia non sarebbe affatto necessaria e questo è un vero miracolo, se si considera che soltanto pochi decenni fa, durante la dittatura di Francois Duvalier, l’isola era un luogo malsano in cui gli oppositori del regime venivano confinati e lasciati morire. Un esempio, questo, dei cambiamenti che la dottrina sociale della Chiesa può operare nella società, grazie all’opera evangelizzatrice e di promozione umana dei missionari.
IL TIMONE N. 11 – ANNO III – Gennaio/Febbraio 2001 – pag. 10